sabato 24 maggio 2003, di webmaster
Nel maggio del 2002, con una lettera aperta sottoscritta da oltre 3000 cittadini veronesi, abbiamo chiesto a tutti i candidati alla carica di sindaco, di dire, nel loro programma, se ritenevano o no che la bicicletta potesse concorrere significativamente a risolvere i gravi problemi di traffico e inquinamento che affliggono la nostra città.
A distanza di un anno, cosa ne è degli impegni presi nei programmi elettorali di chi ha vinto le elezioni?
Durante la campagna elettorale il candidato che più di tutti ha fatto riferimento alla bicicletta, intesa come mezzo di trasporto e di riqualificazione della città, è stato senz’altro l’avv. Zanotto.
Per questo la sua elezione, oltre ad averci sorpreso (chi positivamente e chi negativamente: siamo trasversali) ci ha riempiti di aspettative. È stato quindi con molte speranze che, costituita la giunta e passata l’estate, abbiamo iniziato a stabilire dei contatti con il sindaco e quegli assessori che potevano essere interessati alle nostre proposte.
Nel settembre del 2002, nella giornata europea della bicicletta, l’avv.Zanotto accettava di farsi accompagnare al lavoro (in bici!) da alcuni di noi: nelle dichiarazioni rese ai giornalisti quel giorno, il sindaco affermava per la prima volta che avrebbe costituito un Ufficio Bicicletta.
Per i ciclisti, speranze e aspettative venivano ulteriormente confermate, del resto, quando in ottobre venivano pubblicate le linee programmatiche che la giunta intendeva perseguire nei 5 anni di legislatura: davvero tanta bicicletta! È in quel documento che si dichiara, fra l’altro, che i Mondiali di ciclismo del 2004 dovranno essere l’occasione per diffondere l’immagine di “Verona città della bicicletta”.
Nello stesso periodo, più o meno, si è svolto un incontro (il primo di molti, tutti positivi) con l’Assessore ai lavori pubblici Carlo Pozzerle. Da lui abbiamo appreso con molta soddisfazione che stavano iniziando i lavori di realizzazione di una pista ciclabile da Montorio a Ponte Florio e che, in sintonia con le nostre proposte, si stavano percorrendo tutti gli atti progettuali e amministrativi per riuscire ad intraprendere, entro il 2003, i tratti di piste ciclabili da Ponte Aleardi a Piazza Bra - da Piazza Bra alla Stazione - dalla Stazione a Viale Piave.
Qualche problema in più avrebbe rinviato l’inizio lavori della pista di collegamento dal Gavagnin a Porta Vescovo (attraverso via Betteloni) e di prosecuzione verso Santa Lucia della pista che, oggi, si interrompe in Stradone Santa Lucia. Ancora, l’assessore ci ha parlato di progetti da portare avanti nei prossimi anni (da Ponte Garibaldi verso Borgo Trento e Quinzano ... ) e della serietà delle intenzioni della giunta: gli stanziamenti per le piste ciclabili sono fra i pochi a non aver subito tagli anche alla luce della decisione di realizzare la tramvia.
Anche l’Assessore Guerrini, di lì a poco, ci ha anticipato di aver appaltato, nell’ambito dei progetti dei parchi dell’Adige, i lavori per la realizzazione di una pista che, dalla diga di Chievo, correndo sugli argini del canale Camuzzoni, raggiungerà la Stazione Porta Nuova. Anche questa dovrebbe iniziare nel 2003.
Da questi primi incontri, molto soddisfacenti (venivano accolte le nostre proposte di dare priorità, nella realizzazione delle piste, a quelle destinate a produrre un “effetto rete”) abbiamo tuttavia avuto la sensazione che la politica di promozione della bicicletta che veniva effettivamente avviata dalla giunta, si stesse concentrando esclusivamente sulla realizzazioni delle piste ciclabili.
Noi abbiamo invece la convinzione, suffragata dalle esperienze svolte in ormai molte città europee, che per promuovere la bicicletta sono certamente necessarie delle opere strutturali, ma bisogna, soprattutto, fare “comunicazione” sui vantaggi individuali e collettivi che possono derivare dall’uso della bici; promuovere un’immagine positiva del “ciclista urbano”; introdurre i criteri della moderazione del traffico (gli unici che davvero possono consentire la convivenza di ciclisti, pedoni e automobilisti nelle strade dove non ha senso pensare di realizzare delle piste ciclabili ...); premiare i cittadini che scelgono la bicicletta offrendo loro la possibilità di percorsi diretti (utilizzando, quando possibile e quando le alternative sono, per i ciclisti, troppo penalizzanti, qualche corsia preferenziale ...); realizzare parcheggi sicuri e diffusi; contrastare il furto; chiedere agli automobilisti attenzione e cortesia nei confronti di chi sceglie di muoversi senza inquinare, in silenzio e occupando poco spazio ... e tanto altro ancora senza tralasciare il turismo, il piccolo commercio e la scuola.
Per questo abbiamo proposto all’assessore Zerbato (nel quadro di una politica di recupero dei quartieri) di riprendere il progetto “Vado a scuola da solo” e ci siamo proposti per formare gli insegnanti veronesi interessati a coinvolgere gli alunni e i loro genitori in progetti di cambiamento delle strade vicine alla scuola.
Per questo abbiamo proposto al Sindaco di poter organizzare un incontro al quale potessero partecipare, da una parte, con lui, alcuni assessori, (traffico, turismo e commercio, lavori pubblici, ecologia, istruzione, recupero dei quartieri, pari opportunità, urbanistica) e i presidenti - o i loro rappresentanti - degli otto consigli di circoscrizione; e, dall’altra, come relatori, politici e tecnici di città italiane nelle quali molto si sta facendo per la politica della bicicletta (Bolzano, Brescia, Mestre, Ferrara) e tecnici della moderazione del traffico e della democrazia partecipata.
L’incontro, che ci è costato un grosso impegno, si è svolto con successo ai primi di febbraio ed è stata un’occasione per offrire ai partecipanti un’idea della complessità necessaria ad affrontare una politica di effettiva promozione della bicicletta. Dall’incontro siamo usciti tutti (più) consapevoli della necessità di costituire un Ufficio Bicicletta in grado di svolgere, in seno all’amministrazione comunale, l’indispensabile ruolo di coordinamento delle varie iniziative da intraprendere. Proprio in questi giorni (stiamo scrivendo il giornale a metà aprile) il Sindaco ha finalmente firmato l’atto costitutivo dell’Ufficio.
Ecco, possiamo dire che l’anno sia finito qui, con questo atto amministrativo per noi fondamentale. Che giudizio diamo di tutto questo? Siamo soddisfatti di come sono andate le cose? È una domanda che dobbiamo porci per forza e alla quale rispondiamo con difficoltà: partiranno davvero, di qui a qualche mese, le piste ciclabili di Pozzerle e di Guerrini? L’Ufficio Biciclette sarà messo nelle condizioni di funzionare? L’incontro che abbiamo organizzato a febbraio ha colpito nel segno? Siamo stati davvero capaci di dimostrare a presidenti di circoscrizione e assessori quanto consenso, quali potenzialità, quali cambiamenti, possono essere legati alla bicicletta? Agiranno di conseguenza? Partirà, come sembra, la formazione degli insegnanti interessati nel quadro del progetto “vado a scuola da solo”?
Se la risposta per ognuna di queste domande è si, non c’è dubbio: l’anno trascorso è stato un anno di svolta per ciclisti veronesi: si sono avviati, pur con inevitabile lentezza, cambiamenti importanti.
E tuttavia, accanto a questa consapevolezza, c’è da registrare un motivo di insoddisfazione: le piste ciclabili sono, parlando di biciclette, i “grandi progetti”, richiedono investimenti, capacità tecniche, tempi lunghi sia per la loro realizzazione che per tutte le fasi amministrative che precedono l’inizio lavori. Ma le piccole cose - tipo l’apertura del lungadige Attiraglio anche al sabato pomeriggio o l’autorizzazione all’uso delle corsie preferenziali all’interno della zona a traffico limitato - la promozione spicciola dell’uso della bicicletta, su questo siamo molto delusi.
Se l’Ufficio Biciclette fosse stato costituito da subito - come noi ci siamo sgolati a chiedere in ogni circostanza sin dalle feste estive immediatamente successive alle elezioni - avremmo potuto registrare già molte altre spinte all’affermazione di un altro modo di muoversi in città. Avremmo potuto promuovere iniziative sui parcheggi custoditi, sulle biciclette aziendali, sulle biciclette agli studenti universitari, sul turismo (ma quanti sono gli olandesi e i tedeschi che dal lago non hanno indicazioni per arrivare a Verona su strade secondarie? ...) e molto altro ancora. Invece purtroppo, per ragioni che capiamo solo in parte, abbiamo perso molto tempo, troppo per conseguire l’obiettivo di fare di Verona, l’anno prossimo, una “città della bicicletta” ... Certo, la gravità dei problemi che la giunta ha dovuto affrontare appena insediata, la lentezza di una macchina, quella comunale, pesantemente condizionata dalla burocrazia, sono attenuanti importanti. Ma un anno è lungo e le aspettative altissime, indotte e confermate da programmi e dichiarazioni, sono deluse dal fatto che a favore dei ciclisti, questa giunta non ha ancora preso un solo provvedimento concreto. Abbiamo altri quattro anni per recuperare.
Caro sindaco, con tutta la simpatia che le dobbiamo per essere nostro socio, per i contenuti delle sue dichiarazioni, per essere - nella storia ultraventennale della nostra associazione - il primo sindaco intervenuto alla nostra assemblea annuale (per di più a sorpresa: grazie!), la prego, recuperiamo il tempo perduto e pedaliamo più forte!
approfondimenti:
Manifestazione Sindaco del 24 5 2003
Buone notizie
Manifestazione S.i.n.d.a.c.o!, com’è andata (con FOTO