mercoledì 16 dicembre 2009, di rigoberto
Verona 14 dicembre 2009
Al Presidente della Provincia di Verona sig. Giovanni Miozzi
All’Assessore alla manutenzione e progettazione viabilistica della Provincia di Verona sig. Andrea Bassi
All’Assessore Trasporti, Mobilità, Traffico, della Provincia di Verona sig. Gualtiero Mazzi
All’ Assessore Turismo e Sport della Provincia di Verona sig. Ruggero Pozzani
A Tutti i Sindaci dei comuni della provincia di Verona
A Tutti gli Assessori ai lavori pubblici dei comuni della provincia di Verona
A Tutti gli Assessori al turismo dei comuni della provincia di Verona
e p.c. Al Comitato Provinciale FCI Via Albere, 43 37138 VERONA
Al Comitato Provinciale Udace Via Camposanto, 12/A 37127 Avesa (Vr)
allegati: rotatoria di negrar, rotatoria di piovezzano, rotatoria di san pietro incariano, rotatoria di sega di cavaion
Oggetto: sicurezza dei ciclisti sulle rotatorie - continuità degli itinerari ciclabili su strade secondarie a basso traffico.
Egregio Presidente, egregio Sindaco, egregio Assessore, la nostra associazione (www.amicidellabicicletta.it) è una onlus impegnata sui temi della mobilità sostenibile e della promozione della bicicletta sia come mezzo di trasporto urbano sia come mezzo per la pratica di un turismo dolce. Forte, nella provincia di Verona, di oltre 1800 soci, aderisce alla Fiab (www.fiab-onlus.it Federazione Italiana degli Amici della Bicicletta - riconosciuta dai Ministeri dell’Ambiente e da quello dei Lavori Pubblici), e all’ECF (www.ecf.com Federazione dei Ciclisti Europei).
Mi permetto di scriverle: per manifestare la viva preoccupazione della nostra associazione per la scarsa considerazione per la sicurezza dei ciclisti e per la continuità dei percorsi ciclabili su strada secondaria che abbiamo riscontrato nella realizzazione di nuove infrastrutture viabilistiche nella nostra provincia. Per chiedere che su tutto il territorio provinciale, tutti coloro che a vario titolo si occupano di progettare e realizzare nuove infrastrutture viabilistiche (e, quando il caso, anche nella fase di progetto e di realizzazione di interventi manutentivi straordinari su infrastrutture già esistenti) siano richiamati a porre sempre particolare attenzione alla necessità di garantire la sicurezza dei ciclisti e la continuità degli itinerari ciclabili che si snodano, oltre che su piste ciclabili in sede propria, anche sulla viabilità ordinaria minore.
Per quanto alle nuove realizzazioni ci riferiamo, in particolare, alle rotatorie (in allegato, a titolo di esempio, quattro schede relative ad altrettante opere di recente realizzazione in Valpolicella presa ad esempio perchè area di forte richiamo sia per i ciclisti sportivi che per i cicloturisti e perchè, densamente abitata, dovrebbe utilmente promuovere anche un uso trasportistico della bicicletta; schede altrettanto significative potrebbero riferirsi a tutte le aree della provincia).
Ci preme sottolineare come in alcuni casi queste infrastrutture si costituiscono come barriere insuperabili o estremamente pericolose per chi si muove in bicicletta (o a piedi) con effetti particolarmente negativi quando realizzate in aree di interesse cicloturistico (sostanzialmente tutto il territorio veronese) o a ridosso dei centri abitati o fra i centri abitati e le frazioni vicine. Questo accade soprattutto quando le rotatorie: a una o due corsie, sono di medie e grandi dimensioni, sono attraversate da traffico pesante, intenso e con velocità di percorrenza elevate, non sono provviste di dispositivi che salvaguardano la sicurezza dei ciclisti (anelli ciclabili interni o esterni, “banan velò”, sottopassi o cavalcavia),
Trascurare la mobilità ciclistica - sia quella legata al cicloturismo o alla pratica sportiva, sia quella che, con finalità trasportistiche si sviluppa all’interno o in prossimità dei centri abitati o fra centri abitati vicini - è ormai concordemente considerato un grave errore: perchè nessuno nega la convenienza di promuovere l’uso della bicicletta in ambito urbano stanti le ricadute positive che la moltiplicazione dei ciclisti comporta in fatto di lotta al traffico e all’inquinamento, di riduzione degli incidenti, di promozione della salute e della qualità della vita; perchè sono sotto gli occhi di tutti le ingenti positive ricadute economiche e sociali legate al cicloturismo anche in territori immediatamente vicini al nostro (nella provincia di Trento e in quella di Bolzano a nord, in quella di Mantova e in quelle emiliane a sud); perchè l’interesse per il ciclismo sportivo e per il cicloturismo segna una crescita costante; perchè nella maggioranza dei casi, prevedere e risolvere le esigenze dei ciclisti (e dei pedoni) già in fase di progetto, comporta costi decisamente modesti e un rapporto comunque vantaggioso in termini di costi - benefici.
Sottolineiamo ancora come la fitta rete di strade secondarie a basso traffico presente ovunque nel nostro territorio, si presti all’individuazione di itinerari cicloturistici di particolare interesse - enogastronomico, storico, artistico, monumentale ... - e aspetti solo di essere segnalata e adeguatamente promossa per divenire una risorsa economica importante come già accade nelle province vicine alla nostra. Infrastrutture - rotatorie e non solo - realizzate “dimenticando” questa valenza, rischiano di compromettere - talvolta irreversibilmente per gli alti costi che si dovrebbero affrontare per rimediare al danno - la fruibilità di un itinerario, la possibilità di valorizzare un centro minore. E rischiano di vanificare gli sforzi e l’impegno degli operatori più attenti e consapevoli del trend positivo che interessa la bicicletta e del consenso crescente per le politiche di promozione della mobilità sostenibile e del cicloturismo.
La informo che nei prossimi giorni ci proponiamo di attirare su queste tematiche l’attenzione dell’opinione pubblica veronese e di iniziare un attento monitoraggio della situazione esistente e sulla realizzazione di nuove infrastrutture.
Sono a disposizione per ogni possibile chiarimento. Ringrazio per l’attenzione. Distinti saluti
Il presidente Paolo Fabbri