venerdì 2 ottobre 2009, di Alberto
I veronesi si convertono alle due ruote. Complici la crisi e gli incentivi del governo, parecchi concittadini hanno deciso di acquistare una bicicletta, anche elettrica, per muoversi più agevolmente in città, risparmiare in benzina e in contravvenzioni. Un investimento che fa bene alla salute e all’ambiente. Peccato che non vi siano - almeno al momento - imprenditori disposti a investire nelle biciclette, segnatamente nel bike sharing, letteralmente la condivisione della bici.
Non è stata difatti aggiudicata la gara (base d’asta 166.666,67 euro) per l’assegnazione anche nella nostra città di un servizio di bike sharing, in ottemperanza a quanto stabilisce la delibera 64 del 30 ottobre 2008. «Il primo tentativo è andato a vuoto», ammette l’assessore alla Mobilità, Enrico Corsi, «ma siamo in buona compagnia: anche a Milano la prima gara è andata male, ma adesso il servizio è molto apprezzato dai cittadini. Cambieremo l’importo e la durata del contratto, siamo certi che al secondo tentativo andrà meglio».
Meno fiducioso si dichiara Giampaolo Beschin (Udc), presidente della commissione Bilancio, che lo scorso anno di questi tempi, assieme ai colleghi Elena Traverso e Lucia Cametti, propose incentivi comunali per gli acquirenti di scooter elettrici e presentò un emendamento al bilancio di Palazzo Barbieri per reperire fondi da destinare all’acquisto di colonnine per ricaricare le batterie dei mezzi elettrici a due ruote. «Si parla tanto di mobilità alternativa», osserva Beschin, «ma temo che le ristrettezze economiche non consentiranno passi significativi in questo ambito». «Il nostro intervento dell’anno scorso», puntualizza, «voleva fornire al Comune un indirizzo in materia, ma non è stato fatto nulla per carenza di fondi. Un’occasione poteva essere il rinnovo del parco mezzi della polizia municipale, in particolare degli scooter, ma la scelta non è caduta sui mezzi elettrici perchè la loro autonomia non permette di fronteggiare le situazioni di emergenza, in assenza delle colonnine per ricaricare le batterie. Sarà già tanto, in queste condizioni, se entro la fine dell’anno si potrà arrivare a attivare il servizio di bike sharing».
Beschin coglie l’occasione della situazione di stallo per invitare l’assessorato alla Mobilità «a tarare bene il servizio, facendo tesoro delle esperienze maturate nelle altre città, anche europee. A Milano, ad esempio, il servizio funziona bene perchè le biciclette disponibili sono trendy, mentre a Roma risultano poco gradite».
«Sarà poi fondamentale», conclude il capogruppo dell’Udc, «prevedere una procedura semplificata che favorisca l’utilizzo della bici. Non commettiamo lo stesso errore fatto dalla giunta Zanotto: le bici sono ferme in stazione, per il semplice motivo che per usarle prima occorre recarsi in Anagrafe per ottenere la tessera e questo è un deterrente. L’esempio da seguire, secondo me, è quello di Siviglia: è sufficiente strisciare la carta di credito sulla colonnina multilingue per ottenere le informazioni necessarie e pagare la tariffa. Occorre poi agevolare chi è intenzionato a lasciare l’auto in un parcheggio all’esterno delle mura per poi usare la bicicletta, tarando l’allocazione delle postazioni».