sabato 29 agosto 2009, di Alberto
Articoli su L’Arena del 29/8/2009
CODICE DELLA STRADA. Una giovane e un anziano, sanzionati mentre percorrevano contromano via Cesiolo, hanno chiesto assistenza legale all’associazione
Fabbri: «È incostituzionale, legge da rifare E anziché agevolare chi viaggia in bicicletta il Comune cancella la pista in via Ghetto»
Stesso luogo, stessa sanzione. E medesima polemica. Sale a tre il numero dei ciclisti che hanno accettato l’assistenza legale gratuita offerta dagli Amici della Bicicletta, dopo essersi visti sanzionare e decurtare ciascuno quattro punti della patente per aver percorso, tutti e tre, via Cesiolo in contromano lo scorso lunedì mattina. I tre inoltreranno quindi ricorso al giudice di pace per contestare la norma, bollata dall’associazione come «palesemente incostituzionale», per quanto riguarda la decurtazione dei punti della patente per chi infrange il Codice della strada viaggiando su un mezzo che non prevede la licenza di guida, come appunto la bicicletta.
Oltre che alla nuova legge, gli Adb riservano parole al vetriolo anche all’amministrazione comunale, rea di non realizzare piste ciclabili e percorsi privilegiati per le due ruote, né tantomeno predisporre un’adeguata cartellonistica per le biciclette, come accade in molte città europee.
«Anziché facilitare la vita ai ciclisti, il Comune ha cancellato definitivamente anche la ciclabile di Via Ghetto», puntualizza Paolo Fabbri, presidente degli Adb, riferendosi alla ciclabile del quartiere di Santa Lucia.
Intanto, i ricorsi sicuri al giudice di pace per i ciclisti cui hanno decurtato i punti della patente sono già tre in meno di una settimana. Oltre a quello di Stefania Dall’Ora, altri due ciclisti, fermati nello stesso posto, poco prima o poco dopo la giovane, altri due ciclisti: un uomo e una donna. Anche per loro la multa elevata è stata di 150 euro, e di «meno quattr»o punti dalla patente. E ora a seguire le pratiche dei tre ricorsi sarà, per conto degli Adb, l’avvocato Renzo Segala «Con questa iniziativa non vogliamo prendere le difese dei comportamenti illegittimi dei ciclisti, ma vogliamo evidenziare che ci sono comportamenti specifici come, ad esempio, viaggiare sui marciapiedi, lungo i sensi unici e lungo le corsie preferenziali, a cui, molto spesso, i ciclisti sono obbligati, dal momento che i percorsi alternativi risulterebbero troppo pericolosi o impraticabili», spiega Fabbri che ribadisce l’impraticabilità sulle due ruote dell’unica alternativa a via Cesiolo: via Mameli, «strada a quattro corsie trafficatissima e molto pericolosa. Credendo che le legge e la politica servano per migliorare la vita dei cittadini e non siano meri strumenti di repressione, manifestiamo la volontà di parlare con chi dovere per autorizzare tali condotte», aggiunge Fabbri.
«Purtroppo, questa amministrazione evidentemente è decisa a rendere il più dura possibile la vita ai ciclisti. Dopo aver soppresso la parte di pista che permetteva ai ciclisti di risalire via Teatro Nuovo, tratto che garantiva il collegamento con Piazza Erbe, ora ha soppresso anche la ciclabile di via Ghetto, che collegava in sicurezza via Mantovana e la ciclabile ricavata dal sedime dell’ex ferrovia che porta fino in centro». L’amministrazione comunale, ad una richiesta di spiegazioni da parte degli Adb, si sarebbe limitata a rispondere «che questa ciclabile era pericolosa e che i ciclisti devono andare in campagna dove non disturbano il regolare svolgersi del traffico motorizzato», riportano indignati gli Adb, specificando che sulla ciclabile di via Ghetto c’erano state raccolte di firme pro e contro la ciclabile.
«Alla fine l’amministrazione centrale ha scavalcato anche la Circoscrizione decretando la soppressione della ciclabile. Da una parte si denunciano i comportamenti illeciti dei ciclisti senza considerare le condizioni in cui si trovano a circolare, dall’altra si smantella tutto quello si stava facendo in loro favore e si cambia la viabilità in senso sfavorevole ai ciclisti, come quando si riconvertono a senso unico strade che storicamente erano a doppio senso, moltiplicando così le distanze per i ciclisti. In certe strade, come via Cesiolo, via Teatro Nuovo e via Ghetto, è essenziale garantire il controsenso ai ciclisti perché i percorsi alternativi risultano sconvenienti o pericolosi. Su Ponte Catena, come si fa già su Ponte Aleardi, è necessario autorizzare i ciclisti a percorrere il marciapiedi: il tragitto non è molto frequentato dai pedoni, i quali possono convivere con le biciclette. Infine, in certi casi, come in Piazza Bra, i ciclisti dovrebbero essere autorizzati a percorrere le corsie preferenziali, altrimenti si troverebbero a venire sorpassati dalle auto a sinistra e dai bus a destra».
«Provvedimento forse un po’ eccessivo ma necessario». Sulla nuova legge che prevede la decurtazione dei punti dalla patente anche ai ciclisti, interviene il presidente dell’Aifvs, associazione italiana familiari delle vittime della strada, Alberto Pallotti. L’associazione plaude infatti «all’intento del legislatore di regolamentare la circolazione delle biciclette. È innegabile che ci sia l’errata percezione che le biciclette, che non hanno motore, non debbano rispettare il codice della strada. In generale c’è una indisciplina paurosa sulla strada, e in questo scenario di certo la maggior parte di chi guida la bicicletta non si dimostra virtuoso», commenta Pallotti. «Con che coraggio si può essere d’accordo con un ricorso per un’infrazione del codice della strada? Non ci si rende conto che percorrere una via in controsenso può portare ad un grave incidente, soprattutto in bici.
«I percorsi riservati possono essere fatti se non creano pericolo»
«Forse gli Amici della bicicletta invece di arrabbiarsi per cinque metri di ciclabile cancellata in via Teatro Nuovo dovrebbero ricordarsi di quelle che abbiamo creato in questi anni, non ultimo l’aver reso ciclopedonale via Stella», sbotta l’assessore alla Mobilità, Enrico Corsi, attaccato per l’ennesima volta per la sua politica giudicata dall’associazione per nulla attenta alle esigenze dei ciclisti.
Corsi replica anche sulla rimozione della ciclabile di via Ghetto, a Santa Lucia, e dice: «Non abbiamo scavalcato nessuno, abbiamo dato seguito a una richiesta arrivata dalla circoscrizione». E conclude: «Bisogna capire che le piste ciclabili non si possono fare ovunque, vanno fatte dove non creano pericolo. Personalmente, inoltre, non ho mai detto che i ciclisti devono andare in campagna, meglio che gli Amici della bicicletta facciano i nomi di chi gli avrebbe risposto in quel modo». E a confermare le parole dell’assessore Corsi, arriva anche il presidente della quarta circoscrizione, Giuseppe Simone che si dice coerentemente soddisfatto della soppressione della ciclabile di via Ghetto sostenendo che «se fosse dipeso solo da me, l’avrei tolta non appena diventato presidente».
Simone spiega che più di un anno fa, «facendo seguito a una petizione contraria alla ciclabile, fu votato a maggioranza un ordine del giorno che chiedeva l’abolizione del tratto di ciclabile in questione a causa della sua pericolosità». In tempi più recenti è invece arrivata una richiesta di parere da parte del Comune alla circoscrizione sulla rimozione della pista. «La prima richiesta da parte degli uffici comunali non ha avuto seguito, ma alla seconda il consiglio circoscrizionale ha votato favorevolmente a maggioranza», dice Simone ammettendo che però nel frattempo era arrivata anche una petizione di cittadini favorevoli al mantenimento della ciclabile. Il presidente conclude: «Era stretta tanto che i ciclisti toccavano con i gomiti i pedoni, quindi, pericolosa e poco frequentata». G.C.
INCIDENTE. Sono al vaglio della polizia municipale le cause del sinistro avvenuto ieri mattina alle 8.50 in via Legnago, via Polveriera Vecchia . Un ciclista è stato investito da un’automobile. Il ferito è stato portato in Borgo Roma.