mercoledì 15 aprile 2009, di Alberto
Articolo su L’Arena del 15/04/2009
Pedalata costante, ritmo non da «crono» ma da tappa di trasferimento. Comunque efficace. La «Ciclopista dell’Adige e del Sole», porzione infinitesimale dell’«Eurovelo 7» che va da Capo Nord a Malta, incassa anche il tratto Bussolengo - Rivoli, che coinvolge, lungo il canale Biffis, i Comuni di Pastrengo e Cavaion. I lavori, annuncia l’assessore provinciale alla viabilità, Luca Sebastiano, «cominceranno domani. Completamento previsto entro otto - nove mesi».
Il percorso, largo da 2,5 a tre metri per una lunghezza di 20 chilometri e 750 metri, seguirà l’argine per innestarsi su una strada silvopastorale dove il corso d’acqua artificiale, a Gaium, entra in galleria per superare la Chiusa di Ceraino. I tre milioni necessari per l’opera sono stati finanziati «in toto» dalla Provincia. L’intervento segue quello che aveva congiunto Verona a Bussolengo.
L’attesa, ora, è per il terzo lotto di lavori, che da Canale di Rivoli porterà i pedalatori a Brentino Belluno e a Mama d’Avio, saldando così definitivamente il tratto ciclabile veronese con il tracciato che scende dal Trentino lungo l’Adige. «Siamo alla fase degli espropri», conferma Sebastiano, «e dai tempi, auspicabilmente brevi, di queste procedure dipenderanno quelli dell’effettiva realizzazione».
Paolo Fabbri, presidente della sezione scaligera della Fiab, gli Amici della bicicletta, rende gli onori: «Un passo decisivo per la promozione del cicloturismo, che in Europa si è rivelato anche un importante volano per le economie locali». Cita le reti del nord, i «bed & bike» (pensioni e alberghetti dedicati ai ciclisti in transito), il recentemente inaugurato «bicigrill» di Affi per le soste e spiega come, «anche in Italia un migliao di strutture ricettive abbiano già segnalato alla nostra associazione la disponibilità a fare parte della "rete"». Insomma, lo svantaggio dal gruppo di testa, lentamente, va restringendosi. La gara, comunque, è ancora lunga. Nelle mappe, a nord del territorio veronese, ci sono i circa 400 chilometri pedalabili del Trentino; altrettanti a sud, verso il Mantovano. E resta la necessità di garantire sorveglianza, manutenzione e servizi per il popolo dei ciclisti che, tuttora, deve convivere, soprattutto nei fine settimana, con l’invasione dei gitanti. Sebastiano spiega: «A completare le opere seguiranno convenzioni con i Comuni. Le cure straordinarie sui percorsi restano a noi, mentre quelle quotidiane, inclusa la sorveglianza, saranno affidate alle amministrazioni locali».
Massimo Da Ronco, geometra, e Marco Laezza, ingegnere, illustrano le caratteristiche del percorso: «L’intervento più rilevante sarà nel tratto silvopastorale che dal Biffis porta verso Rivoli: sarà necessario "sagomarlo" un po’». Insomma: «tira» parecchio e bisogna ricavarne un tracciato abbordabile non solo a gambe di agonisti. «Raggiunto Rivoli», proseguono, «si prosegue per un tratto promiscuo (strada) in paese per scendere alla Dogana sulla destra Adige e proseguire su sede propria in direzione nord». L’aggangio con la pista trentina appare a portata di pedale e, se gli ultimi chilometri sono sempre i più penosi, Sebastiano si mette un po’ d’ottimismo: «Vedremo l’esito degli espropri ma sarebbe bello che, chiuso il cantiere del secondo tratto, si aprisse quello del terzo». Per la «volata» a mani alzate verso il traguardo.