mercoledì 13 settembre 2006, di webmaster
A Paolo Zanotto saranno cadute le braccia. Aveva dichiarato "Vorrei essere ricordato come il sindaco che ha mandato i bambini a scuola in bicicletta". Dopo quattro anni, lo scorso luglio, il suo ufficio stampa manda nelle case di tutte le famiglie, con il notiziario del comune, una drammatica immagine di bicicletta schiacciata e una serie di dati che denunciano l’aumento di incidenti e la pericolosità della bici. A fine luglio l’assessore Pernigo e il comandante dei Vigili presentano i dati sugli incidenti stradali che hanno coinvolto ciclisti fra il 2001 e il 2005 (le nostre considerazioni su questo rapporto, per ragioni di spazio, le pubblicheremo sul sito www.amicidellabicicletta.it). Giornali e televisioni locali li riportano con titoli inquietanti. Da L’Arena del 1.8.2006: “Sempre più incidenti con le bici. Aumentati del 50% in 5 anni. E uno su tre è provocato dai ciclisti”. Sottotitolo: “Altamura «Capita che chi pedala non rispetti il codice della strada. È pericoloso»”. Esordio dell’articolo: “Muoversi in bicicletta in città è sempre più rischioso”.
Al sindaco, dicevo, saranno cadute le braccia. Aveva promesso una città a misura di bici e chi lo smentisce, quasi a fine mandato e con tanta efficacia? I suoi esperti di comunicazione, un assessore e il comandante dei Vigili. Utilizzando, peraltro, dati discutibili. In primo luogo perché affermare che sono aumentati gli incidenti con riferimenti solo generici al numero di ciclisti in circolazione, non ha senso. I 102 incidenti rilevati dai vigili nel 2001 sono diventati (+50%!) 151 nel 2005. Senz’altro troppi. Ma come si fa a sostenere che segnano un peggioramento della situazione se non si conosce il numero di movimenti quotidiani svolti in bici nel 2001? Le stime dicono che si era attorno al 2,5% (circa 19.000 movimenti) e il comune sostiene che nel 2005 siamo arrivati al 7% (circa 52.000): l’aumento percentuale di movimenti sarebbe nettamente superiore a quello degli incidenti e saremmo quindi di fronte a un miglioramento anziché ad un peggioramento! C’è di più: i dati proposti non sono relativi a tutti gli incidenti accaduti, ma solo a quelli rilevati dai vigili e sappiamo che negli anni sono cambiati gli accordi tra le varie forze di polizia per suddividersi gli interventi.
I dati utilizzati meriterebbero quindi, ci pare, qualche verifica. Ma il fatto che a proporli siano, sorprendentemente, il notiziario del comune, l’assessore e il comandante dei Vigili, conferisce credibilità al nocciolo della comunicazione: ci sono sempre più incidenti che coinvolgono le bici, usarle è pericoloso e la colpa è prevalentemente dei ciclisti. Ma anche se fosse vero, perché questo messaggio viene diffuso senza che chi ha responsabilità in fatto di sicurezza e mobilità cittadina ritenga di spiegare le ragioni di questo peggioramento e di indicare i rimedi che intende adottare? È davvero questo il modo migliore per richiamare (come é peraltro giusto) i ciclisti al rispetto delle regole in un quadro di promozione della ciclabilità?
Abbiamo ripetutamente invocato, in questi anni, un po’ di comunicazione e un osservatorio sugli incidenti che individuasse interventi necessari e priorità. Abbiamo ottenuto quello che volevamo? Caro sindaco, cascano le braccia anche a noi. Oltretutto per comunicare - in positivo - sicurezza e bicicletta, buoni esempi da copiare ce ne sono tanti. A Lione (500.000 abitanti: 2.000 biciclette pubbliche che si prelevano ovunque con una specie di bancomat) per strada manifesti molto belli e intestati “Grande Lione” invitano gli automobilisti a fare attenzione alle bici. A Parigi manifesti che mostrano, riprese dall’alto, una macchina e una bici ricordano che la strada si deve condividere. A Londra, dove, come a Parigi, le bici possono percorrere le corsie preferenziali, il sindaco, su grandi manifesti con belle immagini, invita a usare la bici e a cercare consigli su come aumentare la sicurezza anche in caso di maltempo sul sito www.tfl.gov.uk/cycles/ (lì pure le statistiche degli incidenti). A Strasburgo, 270.000 abitanti, sede del Parlamento Europeo, sul libretto che riporta le mappe delle ciclabili e i consigli sulla sicurezza, c’è un disegno che mostra una corsia ciclabile in contromano in una strada a senso unico e si legge “Controsenso in bici. Delle scorciatoie consentono di evitare i grandi assi stradali e di veder arrivare le automobili di fronte. Les automobilistes s’y habituent. Les accidents y sont trés rares”. Caro Sindaco, quante occasioni perdute.
Paolo Fabbri