sabato 29 luglio 2006, di webmaster
Nell’aprile 2002, prima delle elezioni amministrative, inviammo una lettera aperta a tutti i candidati sindaco per chiedere loro, se eletti, di impegnarsi a favore della mobilità ciclistica. Molte le firme raccolte a sostegno di quella lettera; tra le più prestigiose quelle di tanti docenti universitari. Secondo noi (siamo ingenui e per nulla imparziali), la bicicletta di un docente universitario è uno status symbol; da quella cavalcata festosamente da Einstein a quella appoggiata al muro da Marco Biagi, per noi evoca originalità, indipendenza, eticità, sobrietà, lentezza, velocità, tempo per pensare, socievolezza, attenzione al proprio benessere. Firmò la lettera aperta anche il Prof. Elio Mosele, allora Magnifico Rettore e oggi Presidente della Provincia. Ci siamo incontrati con lui lo scorso 19 maggio, per la seconda volta da quando è stato eletto circa due anni fa. Ecco la sintesi di quel colloquio.
Abbiamo per prima affrontato la questione della Ciclopista del Sole: cosa si sta facendo per la sua prosecuzione dal confine trentino (dove ora si interrompe provenendo dal Brennero) a Peschiera (dove riprende verso Mantova)? La Provincia ha già individuato, nell’entroterra gardesano, un possibile percorso. Ma siamo ancora in alto mare.
Come sta andando la realizzazione della pista che, lungo il Biffis, raccorderà la Ciclopista del Sole a Verona e alla pista dell’Adige? La pista lungo il Biffis, che sarà asfaltata, sta procedendo e a settembre probabilmente ci sarà l’inaugurazione del primo tratto. Nel 2010, con la realizzazione del 3° lotto, si arriverà sino al Trentino.
E a sud di Verona, lungo l’Adige? Sono stati finanziati degli interventi che proseguiranno i tratti già esistenti nel Legnaghese. In uscita da Verona si sta valutando di far correre la pista dell’Adige lungo il canale Marazza e poi, d’accordo con Enel e comuni interessati, sull’argine di San Giovanni e di Zevio.
Nell’Est veronese, se la Provincia finanziasse la realizzazione di tre passerelle su altrettanti torrenti, sarebbe possibile raccordare le piste progettate dai comuni di San Bonifacio, Soave e Monteforte. Il Presidente si è dichiarato molto possibilista. Il Comitato Verona Est (nel quale ci sono anche AdB) ha ottenuto un accordo fra vari comuni per realizzare una ciclopista lungo l’Illasi da Giazza a Zevio. Mosele sa di un interessamento favorevole della Regione. Nel veronese c’è una diffusa esigenza di itinerari ciclabili. In molti casi sarebbe sufficiente indicare i percorsi su strade secondarie e predisporre pieghevoli che li illustrino. La segnalazione dei percorsi su strade provinciali non è un problema. Per altre strade potrebbe esserci opposizione da parte degli enti proprietari. Sulla pubblicazione di itinerari saranno valutate proposte.
Molti comuni stanno realizzando sul loro territorio rotonde, interventi di moderazione del traffico e sistemazioni ciclabili. Nel precedente incontro avevamo proposto che la Provincia si facesse carico di uniformare questi interventi e di premere affinché i ciclisti fossero tenuti in considerazione nella progettazione delle rotonde. La Provincia ha prodotto in proposito una serie di documenti. Sulla ex ferrovia Treviso Ostiglia: alcuni comuni hanno deciso di utilizzare il sedime dismesso non per realizzare una pista ciclabile (come nel Trevigiano, nel Padovano e come previsto dalla Regione), ma per fare strade. La Società Autostrade ne vuole un tratto per la Nogara - Mare. Cosa ne pensa? Il Professore su questo tema non ha ancora deciso la posizione da assumere. Gli abbiamo proposto allora di organizzare, il prossimo 22 settembre, in coincidenza con l’inaugurazione del primo tratto di Biffis e con l’arrivo della bicistaffetta Fiab, un convegno sul cicloturismo nella nostra provincia. Mosele ha dichiarato una disponibilità di massima. Vuole proposte concrete.
L’incontro si è concluso. Il clima è stato positivo. Noi dobbiamo lavorare...
Lo sa, Professore, che sfiguriamo molto con i nostri vicini? Che mentre noi siamo ancora al palo le province di Trento, Mantova e Brescia vantano centinaia di chilometri di piste e percorsi già realizzati? Lo sa che da quelle parti il cicloturismo è già una realtà con tutto quello che ne consegue in fatto di vantaggi per i cittadini e per l’economia? Lo sa che in Piemonte, Lombardia ed Emilia la pista del Po sta avanzando? Che la Pista del Po, quella del Sole, quella dell’Adige e la Treviso Ostiglia potrebbero raccordarsi nel nostro territorio richiamando cicloturisti da tutta Europa? Certo che lo sa. E sa anche che il fatto che lei sia un docente universitario e che abbia firmato quella lettera ci rende molto fiduciosi?
Paolo Fabbri