lunedì 17 novembre 2008, di Alberto
Comunicato Stampa del 13/11/2008
Gli Amici della Bicicletta riconoscono al presidente Giuseppe Simone e alla sua maggioranza in IV Circoscrizione che sulla ciclabile di via Ghetto non era loro intenzione "lavarsene le mani". Prendono atto, invece, che nel consiglio straordinario di ieri sera, una maggioranza bulgara, priva della volontà di discutere qualsivoglia alternativa, ha imposto la cancellazione di un’opera utile ai ciclisti, i quali, d’oggi in poi, per collegarsi alla ciclabile che conduce in Stazione e in piazza Bra provenendo da Santa Lucia, via Montovana e dalla zona delle Brigate, dovranno tornare a inventarsi lunghi e complicati giri in mezzo al traffico motorizzato. Una decisione basata su affermazioni prive di riscontri oggettivi e, del resto, anche priva di argomentazioni, visto che dalla maggioranza non è intervenuto nessuno, a parte il presidente e un consigliere. L’unica cosa sicura sono i soldi che i contribuenti dovranno sborsare di nuovo, come a San Giacomo, per cancellare la pista dopo soltanto un anno di funzionamento. E’ stato detto che la pista di via Ghetto è stata, da un anno a questa parte, foriera di incidenti, senza tuttavia specificare quando e dove sono avvenuti i sinistri, e quanti feriti ci sono stati (se ce ne sono stati). E’ stato detto che a supporto della cancellazione della pista ci sono 300 firme, senza tuttavia mostrale (forse sono quelle raccolte dai commercianti un anno e mezzo fa?). Sono state, per contro, ignorate le 260 firme a favore della pista, raccolte da altri commercianti, soltanto pochi giorni fa. Il consigliere Paolo Rossi (Pdl) ha persino rimproverato agli Amici della Bicicletta (senza tuttavia dar loro diritto di replica) di trascurare la sicurezza dei ciclisti perché permettono si facciano passare le piste ciclabili davanti ai passi carrai. «Quello di ieri sera non è stato un dibattito — è il commento del presidente Paolo Fabbri — ma una sorta di fucilazione della pista. Una ventina di consiglieri di circoscrizione si sono riuniti per una votazione di cui si conosceva anticipatamente l’esito: l’esecuzione della sentenza decisa dall’assessore Corsi, che ha mandato avanti d’ufficio la pratica per la cancellazione della pista, facilmente convinto dalla miopia di qualche commerciante e incurante della lungimiranza di altri».
Gli Amici della Bicicletta sono rimasti fortemente delusi anche dalle posizioni assunte dai consiglieri dell’opposizione del Pd, che hanno dimostrato che tra loro non esiste alcuna idea condivisa di mobilità sostenibile. Tra le file del Pd si andava da chi chiedeva una piccola modifica alla pista con la sostituzione delle borchie stradali con dei paletti, al consigliere Claudio Paganini che, «a malincuore» ha finito per votare contro la cancellazione della pista. Da Paganini abbiamo dovuto sentire la morale pseudo realista secondo cui «purtroppo non esiste una cultura della bicicletta», come se le scelte virtuose in fatto di mobilità di affermassero da sole, senza un’azione del pubblico rivolta a premiare i comportamenti virtuosi (pedonalità, uso del bus e della bici) e a penalizzare quelli dannosi (traffico motorizzato privato, automobili in primis). «Ci auguriamo — è la conclusione del presidente Fabbri — che qualche consigliere comunale un po’ più lungimirante pretenda di conoscere con precisione i dati che hanno indotto l’assessore Corsi il presidente Simone a denunciare la pericolosità della pista, fino ad arrivare a decretarne la cancellazione».