Articoli su L’Arena del 5/8/2008
Una donna è finita al pronto soccorso dopo l’impatto contro un’auto
Tra via Carducci e Ponte Nuovo non è ben segnalata agli automobilisti «Il Comune verifichi subito»
Si può essere investiti anche sulle piste ciclabili. È accaduto sabato pomeriggio all’altezza di ponte Nuovo, all’incrocio con lungadige Re Teodorico. Claudia Squaranti, la ciclista investita percorreva la ciclabile che attraversa via Carducci, passa da piazza San Tommaso, attraversa ponte Nuovo e arriva in via Nizza. L’auto che l’ha travolta non l’aveva proprio vista.
La colpa è per la mancanza di segnaletica. O meglio, i tabelloni che la indicano sono visibili solo per i ciclisti ma non per gli automobilisti che provengono dal lungadige.
«Mi sono trovata a terra senza nemmeno rendermene conto», racconta Squaranti, «due auto, all’altezza dell’incrocio, si erano fermate per lasciarmi passare, mentre una terza, è arrivata sorpassando le altre, e mi ha travolto». Finita al pronto soccorso la ciclista ne avrà per una settimana. Se l’è cavata con un bendaggio alla gamba e una contusione toracica. «La paura è stata tanta», assicura, «tanto più che pedalando per il centro città pensi sempre che non ti possa accadere nulla in sella alla sua bici. Invece non è stato affatto così». Squaranti è tra quei pochi che la bicicletta la usa anche se piove. «Abito in via XX Settembre, lavoro in via IV Spade, pedalare lo trovo un buon allenamento».
Ripensando all’incidente assicura: «Poteva andarmi peggio». Ma è anche vero che lei come tanti altri ciclisti da sempre lamenta il fatto che le piste ciclabili della nostra città non sono sicure. «Quasi me la sentissi avevo scritto un’ e-mail due settimane fa all’assessore alla viabilità, Enrico Corsi», racconta,« proprio per fargli presente il problema. E soprattutto per chiedergli di intervenire al più presto sulla segnaletica. Ma non ho ricevuto alcuna risposta. La mancanza di segnali non è un problema solo della ciclabile dove sono stata investita, ma è di molte. Spesso mi rendo conto che chi è al volante non si accorge per nulla della presenza di chi invece è in sella ad una bicicletta». Lo conferma anche il presidente dell’Associazione Amici della Bicicletta, Paolo Fabbri.«Abbiamo fatto presente all’amministrazione comunale il bisogno di implementare la segnaletica in quella ciclabile», spiega, sottolineando il fatto che dove è stata investita la donna non si può nemmeno definire «ciclabile». «È una corsia preferenziale aperta alle biciclette», afferma, «a dire il vero il Comune qualcosa ha fatto dipingendo a terra il logo che mette in evidenza che quel tratto di strada è utilizzato dai ciclisti. Ma è evidente che non è sufficiente: mancano i segnali di avviso per gli automobilisti. Questo tratto di ciclabile secondo il censimento che facciamo ogni anno al 2 settembre, è la più frequentata». «Quest’anno ci piacerebbe che il sindaco Tosi e l’assessore Corsi, venissero a pedalare con noi nelle ciclabili della città. Forse così si renderanno conto delle difficoltà e dei pericoli che 15mila veronesi affrontano ogni giorno».A.Z.
MONTORIO. In meno di un mese due auto sono piombate sul percorso
Ciclabili, si ripensa alla sicurezza
Erano le tre di notte, per fortuna. Ma se quell’auto impazzita fosse piombata sulla pista ciclabile in pieno giorno, i danni non si sarebbero certo limitati a un tratto di palizzata sfondato. Qualcuno avrebbe potuto rimetterci la vita. È sempre frequentatissimo, infatti, il percorso ciclopedonale che collega Montorio a Ponte Florio. Un chilometro e mezzo a fianco della strada, realizzato circa tre anni fa con una recinzione in legno: ad ogni ora del giorno, vi si trovano anziani a passeggio, giovani che corrono e mamme che lasciano divertire i propri bambini con tricicli e biciclette. Uno spazio utilissimo, insomma, per chi ama spostarsi a piedi o in bici.
Ma l’incidente che, cause alcol e alta velocità, nella notte tra sabato e domenica scorsi ha divelto quasi 60 metri di staccionata (30 sul lato destro e 25 sul sinistro) ha fatto riflettere tutti gli habitué della pista ciclabile sul fatto che, quel percorso, così sicuro poi non è. Soprattutto alla luce di un episodio simile accaduto meno di venti giorni fa. Uguale dinamica, identici risultati: una macchina è uscita di strada ad alta velocità, sfondando alcuni metri di palizzata sulla pista ciclabile che va da Montorio a Mizzole. E anche qui, per fortuna, era notte fonda.
Ieri mattina, i tecnici dell’ottava Circoscrizione hanno effettuato un sopralluogo sull’itinerario Montorio - Ponte Florio per quantificare i danni dell’ultimo incidente. Qualche migliaia di euro, ipotizzano, ma la cifra esatta uscirà dai preventivi solo tra un paio di giorni. Si tratterà comunque di un intervento con un impatto economico abbastanza rilevante.
Una cosa, però, è certa: «Qualunque sia il costo delle riparazioni», chiarisce Dino Andreoli, presidente dell’ottava
Circoscrizione, «manderemo la fattura all’assicurazione di chi ha provocato il danno. Sono stato di persona dai vigili urbani per ottenere il nominativo del responsabile e la targa della sua auto. Non è giusto che il momento di follia di un individuo danneggi il bene pubblico di una comunità». Per quanto riguarda i tempi dell’intervento, «questi giorni di agosto non ci consentono di agire subito, dovremo aspettare la riapertura delle ditte», spiega, «nel frattempo cercheremo di sistemare in qualche modo il segmento danneggiato, per consentire comunque ai cittadini di transitarvi».
Fuori discussione, invece, sostituire il legno con un normale guardrail. «Costa molto di più e non è maggiormente sicuro». D’altra parte, il tratto di strada che affianca la pista ciclabile non è affatto dei più critici: semirettilineo, con ampie corsie e illuminato, consente buona visibilità all’automobilista, tenuto a rispettare i 50 chilometri orari, controllati da un rilevatore di velocità. Ma, dopo questi due episodi, l’ottava Circoscrizione rivede la questione sicurezza sulle sue piste ciclabili, una quindicina in tutto. «Avevamo destinato una buona fetta del bilancio per la costruzione di queste opere», conclude Andreoli, «continueremo a lavorare per la sicurezza di ciclisti e pedoni, che è una nostra priorità».
L.CO.