giovedì 27 marzo 2008, di lupoinbici
ALLARME INCIDENTI. Dall’inizio dell’anno sono 26 le biciclette coinvolte in scontri. Lo scorso anno i feriti furono 145
Tre ciclisti travolti in meno di ventiquattrore
Articolo de L’Arena del 27 Marzo 2008
di Alessandra Galetto
L’ultimo è stato investito ieri sera in via Unità d’Italia. C.Z., 77 anni, residente a San Martino è stato travolto dalla Fiat Uno di S.D., 82 anni, anche lui residente in zona. Per fortuna l’auto era appena ripartita dall’incrocio e il velocipede è rimasto così ferito in modo lieve. L’anziano in bici stava attraversando sulle strisce pedonali. Altre due persone in bici erano state investite l’altra sera in viale delle Nazioni, in Zai. L’ennesimo incidente che ha coinvolto dei ciclisti è accaduto all’incrocio tra via Righi e viale delle Nazioni. Sulla dinamica stanno indagando i vigili del nucleo infortunistica, intervenuti per i rilievi. Dai primi elementi raccolti sembra che i due ciclisti, srilankesi di 30 anni, percorressero viale delle Nazioni in direzione della Genovesa quando sono andati a scontrarsi con una Toyota che usciva da via Righi. Alla guida una donna.
Per uno dei due l’urto è stato piuttosto violento, tanto da rompere il vetro anteriore dell’auto. Ferito, è stato trasportato al pronto soccorso di Borgo Roma. Secondo i dati della polizia municipale in questi primi tre mesi dell’anno sono stati 26 i ciclisti coinvolti in incidenti stradali. Nello stesso periodo del 2007 furono 30, 179 nell’arco dei dodici mesi. Incidenti che provocarono nove prognosi riservate e 145 feriti; solo 24 quelli rimasti illesi.
Ma è così rischioso muoversi a Verona utilizzando le due ruote? Paolo Fabbri, presidente degli Amici della bicicletta, spiega: «Troppo spesso si sente genericamente affermare che gli incidenti in bicicletta sono sempre più numerosi. In realtà non c’è alcuna indagine recente che metta in relazione la frequenza degli incidenti col numero degli spostamenti quotidiani in bici. Voglio dire che sicuramente negli ultimi anni è notevolmente cresciuto il numero dei ciclisti: l’ultima rilevazione fatta dal Comune riguarda però il 2004, quando si era stimato che i movimenti quotidiani in bici coprissero il 7,3 per cento del totale dei movimenti quotidiani (850 mila): servirebbe un nuovo monitoraggio per capire quanto questa percentuale sia cambiata».
Ma il vero problema, secondo Fabbri è un altro, ovvero il concetto concetto di «visibilità sociale» del ciclista. «Il primo punto da affrontare per la sicurezza è un cambiamento culturale: finché chi si sposta a a piedi o in bici viene considerato uno che conta meno o che al più è un intralcio per la circolazione, non ci potrà essere vera attenzione, tanto meno sicurezza», afferma. «Accade in questo modo che il ciclista, come il pedone, non viene visto, in quanto figura marginale: vogliamo mettere la percezione di un ciclista in Olanda dove il primo ministro va a trovare i reali in bici, e la percezione di un ciclista alla rotonda di San Michele? Fa sorridere quando il consigliere Pisa suggerisce che nel caso un ciclista abbia un comportamento pericoloso gli venga sottratto il mezzo: perché non prendere analogo provvedimento anche per auto, taxi e bus, il cui comportamento pericoloso è di sicuro molto più pericoloso? Fin dal suo insediamento questa amministrazione ha fatto una serie di scelte che rendono sempre meno rilevante la figura del ciclista, riducendo le piste ciclabi li o, peggio ancora, affermando che le bici devono sì avere un loro spazio, ma quando non intralciano le auto».
Fabbri spiega quindi che le strade più pericolose per il ciclista sono quelle dritte, larghe e lunghe, dove cioè le auto vanno più veloci: appunto come in Zai. «In Zai d’altro canto non si può certo dire che i marciapiedi siano affollati, per cui forse si potrebbero utilizzare come ciclabili», prosegue. «Come Amici della bicicletta stiamo inoltre pensando di scrivere una lettera indirizzata agli assessori Sboarina, Tosato e Corsi per chiedere che riguardo alle nuove rotonde annunciate per la zona di Verona Sud, sia prevista fin dalla fase di progettazione la presenza di ciclisti».