venerdì 25 gennaio 2008, di Alberto
articolo de L’Arena del 25/1/2008
«A Verona ci sono dalle 10 alle 15 mila persone che ogni giorno si spostano in bicicletta», dichiarano Paolo Fabbri, presidente degli Amici della Bicicletta e Michele Bertucco presidente di Legambiente Veneto. «Chi li rappresenterà? L’Aci e i tassisti? È gravissimo che le nostre associazioni non vengano chiamate a far parte di una consulta sulla mobilità, che ci riguarda in prima persona. Noi non vogliamo essere consultati solo quando si parla di ciclabili o di percorsi pedonali, ma anche quando si parla di nuove strade, di svincoli, di rotonde, di provvedimenti viabilistici cittadini: tutte scelte che ci vedono a pieno titolo tra le parti in causa, come dimostra il test di San Giorgio di questi giorni».
E al sindaco Flavio Tosi, che ha spiegato la scelta degli attori dichiarando di aver coinvolto «tutti i principali soggetti istituzionali riconosciuti», Paolo Fabbri ricorda che gli Amici della Bicicletta, che aderiscono alla Fiab (Federazione italiana amici della bicicletta) e all’Ecf (l’organismo di categoria europeo), sono riconosciuti dal ministero dei Trasporti e partecipano al tavolo tecnico nazionale che si occupa del codice della strada e ai piani di realizzazione delle piste ciclabili interprovinciali e regionali, in collaborazione con la Regione Veneto. Mentre Michele Bertucco dichiara che Legambiente è riconosciuta dal ministero dell’Ambiente e da quello dei Trasporti e che da sempre l’associazione si è confrontata con tutte le istituzioni sui temi della mobilità e del traffico.
«A Verona invece abbiamo politici che non prendono in considerazione la bicicletta o il trasporto pubblico come mezzi di trasporto per la riduzione del traffico e dell’inquinamento. Qui da noi vige un modello nordafricano, non europeo», attaccano i presidenti di Legambiente e degli Amici della Bicicletta, «basato su un’arretratezza culturale che farebbe sbellicare dalle risate non solo gli austriaci e i tedeschi, ma anche i nostri altoatesini».