domenica 16 dicembre 2007, di lupoinbici
SAN GIOVANNI LUPATOTO. Dopo il via libera del Comune al tracciato lungo il fiume, gli Amici della bicicletta si appellano alla giunta scaligera
Fondamentale il collegamento con la città
Obiettivo: offrire un’alternativa all’auto
Articolo da L’Arena del 16/12/2007 di Renzo Gastaldo
Gli Amici della bicicletta, l’associazione che raggruppa gli appassionati delle due ruote, plaude alla decisione dell’amministrazione comunale lupatotina di attrezzare con un fondo adeguato la pista ciclabile in riva all’Adige ma chiede contemporanemente al Comune di Verona di scendere in campo dando il suo indispensabile contributo alla realizzazione dell’anello di percorsi ciclabili sulle due sponde del fiume.
Sul tracciato, i comuni di San Martino Buon Albergo, San Giovanni Lupatoto e Zevio hanno già raggiunto un’unità di intenti nel corso di un recente incontro che si è svolto in Provincia, alla presenza dell’assessore ai lavori pubblici Luca Sebastiano. I primi cittadini Valerio Avesani, Fabrizio Zerman, e Paolo Lorenzoni si sono detti tutti d’accordo sulla futura ciclabile che percorrerà l’argine destro dell’Adige, nel territorio di San Giovanni e Zevio, raggiungendo quindi lungo l’argine sinistro la zona di San Martino Buon Albergo.
Unico grande assente il Comune di Verona, che ha disertato il summit in Provincia e successivamente, per voce dell’assessore alla viabilità Enrico Corsi, ha espresso la propria perplessità nei confronti dell’anello ciclabile.
«Il Comune di Verona sta manifestando una certa freddezza, per non dire avversione, nei confronti della ciclabilità e delle tematiche legate alla mobilità sostenibile», dichiara Paolo Fabbri, presidente degli Amici della bicicletta di Verona. «A Verona molti provvedimenti annunciati prendono di mira ciclabili esistenti o già approvate, cui si aggiunge ora questa diserzione a un progetto nel quale è basilare la partecipazione di Verona.
«Come ha dichiarato l’assessore provinciale Sebastiano, per siglare l’accordo di programma sull’anello ciclabile è ineludibile la presenza dell’amministrazione scaligera, presupposto indispensabile per la completezza di un percorso che garantirebbe il collegamento tra i tre comuni della cintura al centro città. Si tratterebbe di un obiettivo importante sia per arricchire il territorio di percorsi per il cicloturismo, che in questi anni sta compiendo una crescita esponenziale, sia per creare una valida alternativa alla mobilità automobilistica», conclude Fabbri. «Più ciclabili si traducono in un abbattimento del traffico, dell’inquinamento e dei problemi ambientali in generale».
Fra gli sponsor del percorso ciclabile lupatotino c’è stato il gruppo «Lupo in bici» di San Giovanni Lupatoto, che esprime soddisfazione per il via libera ai lavori per il tratto di pista ciclopedonale, lungo tre chilometri, che coprirà il tratto di argine compreso tra l’area verde della zona Porto di San Giovanni Lupatoto e il confine comunale con Zevio.
Alberto Bottacini, portavoce di «Lupo in bici», rivolge un plauso al Comune di San Giovanni Lupatoto ma anche a quelli di Zevio e San Martino Buon Albergo. «Da anni la nostra associazione lavora per la mobilità sostenibile, muovendosi su molti fronti: dalla richiesta di un piano per le bici al prolungamento verso Verona e Zevio della pista ciclopedonale dell’Adige, dal collegamento ciclabile con le frazioni al completamento della pista ciclabile verso Verona anche sul cavalcavia di Palazzina. Ci fa piacere vedere che esiste la volontà politica di concretizzare i tanti progetti sulla carta, di cui l’anello ciclabile sull’Adige è sicuramente il più importante e ambizioso perché in futuro sarà uno dei tratti della ciclopista dell’Adige-Sole».
Enrico Corsi, assessore alla viabilità e alle piste ciclabili del Comune di Verona, chiamato in causa dai rilievi degli Amici della bicicletta, chiarisce la sua posizione. «Io non sono contrario alla pista dell’Adige ma da amministratore devo seguire criteri che orientino le scelte. Il primo è che i percorsi ciclabili vengano realizzati dove le strade e le condizioni lo permettono. Il secondo è che devono essere prima costruiti i percorsi che mettono in comunicazione la periferia con il centro città e viceversa. Fermi questi due pilastri, mi chiedo e chiedo a tutti se debba essere privilegiata la realizzazione di una pista tra San Michele Extra e il centro di Verona, o quella tra Cadidavid e Verona, rispetto a investire fondi nella pista che corre sull’argine dell’Adige a valle di Verona. Credo sia palese che quello progettato dai tre comuni sul fiume è più un percorso destinato al tempo libero che non a offrire una alternativa all’uso dell’auto», conclude Corsi. «Noi abbiamo deciso di dedicare le risorse ai percorsi che possono consentire di lasciare a casa l’auto per recarsi in centro».