Avevamo annunciato (vedi link) l’Assemblea pubblica per valutare la possibilità di sopprimere la pista.
Serata animata in via Ghetto, nella sede della quarta circoscrizione, con botta e risposta al vetriolo tra il fronte anti ciclabile e quello pro. L’assemblea è stata indetta dalla maggioranza del Consiglio circoscrizionale, che vorrebbe abolire il percorso forte di duecento firme raccolte tra i commercianti, che la ritengono malfatta, caotica, conflittuale con i movimenti di residenti e automobilisti di passaggio e pericolosa pure per i ciclisti per via dei numerosi passi carrai (Cesiolo docet) e delle borchie (sorta di cerchioni che delimitano il percorso) che mettono a rischio la stabilità di chi pedala.
L’applausometro ha segnalato il predominio del fronte ciclisti, intervenuti a raffica per difendere l’utilità della ciclabile.
Un residente, G. V., ha ricordato a chi vorrebbe fare parcheggi al posto della ciclabile che, secondo il codice della strada, sul lato sinistro non si può sostare: ad attestarlo è una multa che lui ha preso 15 anni fa proprio per quel motivo.
Sul fronte opposto un certo M. , tacciando di "sinistroide" qualche esponente di idee opposte, continuava a sventolare le duecento firme dei contrari, mentre un paio di negozianti sottolineavano l’inutilità della pista, a loro dire semideserta. Immediata la replica dal fronte pro ciclabili: qualcuno ha rammentato che a favore del percorso, a suo tempo, di firme ne sono state raccolte altrettante.
P. S., altro abitante di via Ghetto, ha aggiunto che è il parcheggio realizzato all’imbocco che non va bene, perché è in mezzo alla strada.
Quello che va fatto, hanno concordato in molti, è migliorare la pista, non toglierla, altrimenti si tornerebbe al caos di 15 anni fa, tra sosta selvaggia, auto a velocità supersonica e strada degradata.
G. L., altro abitante di Santa Lucia, ha buttato lì un’altra ipotesi: se proprio la ciclabile è ritenuta uno scempio (così l’hanno definita i detrattori), allora prima se ne progetti una sostitutiva e poi si tolga. E` intervenuto quindi l’ex presidente di circoscrizione Carlo Badalini, spiegando le motivazioni che hanno condotto alla realizzazione della pista (riqualificazione e riordino della zona) e i conseguenti effetti positivi: gli automobilisti sono costretti ad andare più piano e i marciapiedi sono finalmente sgombri da auto in sosta vietata. Quello
che manca è un controllo della polizia urbana (forse gli agenti sono troppo occupati con via Cesiolo) che impedisca agli automobilisti di parcheggiare in mezzo al percorso, vero intoppo e causa di continui conflitti tra veicoli.
L’assessore Enrico Corsi ha cercato di mantenere una posizione super partes, chiarendo che nulla è stato deciso e che lui si muoverà solo su richiesta formale del Consiglio, che dovrà esprimere un parere con regolare votazione. Due, a suo avviso, le strade da seguire: cancellare il percorso, se la maggioranza circoscrizionale lo ritiene inutile, o procedere a realizzare le migliorie necessarie a una ciclabile realizzata male e con soluzioni discutibili. Perché – e questa era la morale del discorso – il centrosinistra di Zanotto in cinque anni ha fatto poche piste e fatte male, al contrario dell’assessore che nei suoi anni di amministratore rionale ne ha fatte tante e ad opera d’arte.
Avvertimento finale: dimostrerà a chi vuol far passare la giunta Tosi come quella che toglie le ciclabili (chiaro il riferimento agli Amici della Bicicletta) che, alla fine del mandato, ne avrà portate a termine molte di più rispetto a Zanotto e con soluzioni avveniristiche, mai viste sul suolo scaligero.