In questi mesi abbiamo incontrato diversi esponenti della maggioranza di centro destra. Fra gli altri ci hanno ricevuti gli assessori Tosato (strade), Sboarina (ambiente) e Corsi (traffico). Sono stati tre incontri interlocutori, tutti molto brevi, durante i quali abbiamo posto l’esigenza di momenti di confronto sulle questioni che ci premono. Ci è stata assicurata ampia disponibilità. Tuttavia questo non basta a rassicurarci.
Nelle stesse settimane durante le quali noi ci davamo da fare per stabilire questo confronto, gli stessi assessori annunciavano l’intenzione di adottare, o adottavano, diversi provvedimenti oggettivamente penalizzanti per i ciclisti veronesi (vedi riquadri) e sui giornali altri esponenti della maggioranza davano vita ad uno stillicidio di dichiarazioni e azioni contro la ciclabilità.
Tutto questo ci preoccupa e fa nascere il sospetto, alimentato anche da una spiacevole esperienza in seconda circoscrizione (ci siamo andati per la vicenda di via Cesiolo), che alcuni esponenti del centro destra considerino la bicicletta tra i simboli della amministrazione appena sconfitta e di un ambientalismo ideologicamente lontano e mal sopportato. E che ci sia, nei confronti di chi si ostina a chiedere provvedimenti a favore dei ciclisti, più voglia di rivalsa che volontà di collaborazione. Ribadiamo ancora una volta che a noi sembra, invece, che promuovere la bicicletta nella nostra città non sia una questione di destra o sinistra ma di semplice buon senso. E che il buon senso dovrebbe indurre gli amministratori pubblici a stabilire, senza pregiudizi, forme di collaborazione e di confronto con le associazioni impegnate sui temi dell’ambiente e della mobilità.
Per promuovere la bicicletta sono necessarie interventi in ambiti molto diversi: scuola, sicurezza stradale, piste ciclabili, furto, turismo, salute, ambiente, lavori stradali, comunicazione. Per coordinare tutti gli attori coinvolti e collegare l’ente locale con le associazioni ciclistiche, la Commissione Europea (Ambiente 1998) ritiene sia indispensabile costituire in seno ai comuni degli “Uffici bicicletta” formati da un numero adeguato di persone esperte (ciclisti!), motivate e autorevoli. Nel 2003 abbiamo ottenuto la costituzione dell’Ufficio Bicicletta del comune di Verona che, purtroppo, ha sempre avuto una sola (pur bravissima) impiegata. A fine settembre questa impiegata, è stata trasferita d’autorità ad altro incarico. Senza sostituzione.
Negli anni scorsi abbiamo ottenuto l’autorizzazione a percorrere in bicicletta le corsie preferenziali della ZTL. Gli assessori Corsi e Sandri hanno dichiarato di voler cancellare questa autorizzazione per rilanciare l’uso del mezzo pubblico e promuovere la sicurezza dei ciclisti (Arena 18.9.07). Basta una passeggiata per verificare che non è affatto vero che nella ZTL sono i ciclisti a rallentare i bus; che il centro è una delle aree della città più sicure per chi si muove in bicicletta; che un provvedimento come quello annunciato penalizzerebbe fortemente la mobilità ciclistica nella nostra città.
Stavano finalmente partendo i lavori di realizzazione di una pista ciclabile che partendo da Ponte Garibaldi avrebbe dovuto raggiungere via Santini (Quinzano), lungo viale Bixio e via Cesiolo. L’assessore Tosato, sostenendo fra l’altro che il passaggio in via Cesiolo era particolarmente pericoloso per i ciclisti, ha cancellato la ciclabile e dirottato i fondi già stanziati (600.000 euro) sulla asfaltatura di varie strade. Su questa vicenda la seconda circoscrizione (presidente Borgia, AN) si è pronunciata a posteriori e non ha contestato la diversa destinazione dei fondi assegnati alla promozione della bicicletta! Via Cesiolo, Zona 30, è effettivamente una strada stretta e a senso unico. Frequentata da molti anni e senza incidenti da centinaia di ciclisti, viene solitamente percorsa nel senso vietato da chi si muove dal quartiere verso il centro storico: è l’unica alternativa a via Mameli che, con le sue 4 corsie, è una delle strade più trafficate e incidentate di Verona. La pista ciclabile cancellata (hanno detto “per la sicurezza dei ciclisti”) risolveva questo problema. I soldi sono già stati spesi altrove ed è sfumata così la possibilità di collegare il centro con le piscine, le scuole e gli impianti sportivi di via Santini.
Una parziale soluzione è ancora possibile: il sindaco può dichiarare via Cesiolo “strada residenziale” e disporre, come prevede in questo caso il Codice della Strada, che le automobili procedano a passo d’uomo dando la precedenza ai ciclisti (autorizzati ai due sensi di marcia) e ai pedoni. Nelle prossime settimane raccoglieremo le firme per sostenere una nostra proposta in tal senso. Sabato 10 novembre ci troveremo alle 14,30 in piazza Bra per una pedalata in via Cesiolo.
Quest’estate, appena iniziati i lavori (decisi dalla giunta Zanotto) per la realizzazione sul lungadige di una pista ciclabile (e di due rotonde destinate a rallentare la velocità delle auto), gli assessori Sboarina e Tosato hanno fatto a gara per dirci che la pista non si sarebbe fatta, si sarebbe fatta più stretta, non si sarebbe fatta affatto, si sarebbe fatta sull’alzaia. Sull’alzaia?! Come a dire che al posto della pista già approvata e a costo zero (si tratta di due corsie riservate alle bici ai margini della strada) verrebbe promessa la realizzazione di una pista costosissima (5 km di alzaia da asfaltare e altrettanti di protezione lato fiume da installare, l’illuminazione e qualche rampa d’accesso) pronta - se tutto va bene - tra quattro o cinque anni. Per di più realizzata nella luce di piena del fiume (in quella parte di alveo tra argine e fiume che di tanto in tanto si può allagare).
La tanto contestata pista di via Todeschini (l’ultimo a implorarne la chiusura è il consigliere Pisa - Lega Nord) è stata effettivamente realizzata malissimo. Un altro dei “regali” dell’ex assessore Pozzerle: quante piste mal fatte, quanti problemi irrisolti e quanti tronconi di cui pochi intuiscono il senso. Pozzerle ha procurato a noi molti motivi di sconforto e ha offerto molti buoni argomenti ai nemici della bicicletta. Davanti a queste pessime realizzazioni si può agire in due modi: il centro destra le vuole cancellare. Noi sosteniamo che quando è possibile vanno fatti tutti gli interventi necessari a dare loro qualità e senso. In via Todeschini pensiamo che sia opportuno: asfaltare il tratto di strada ciclabile (il fondo è un disastro pieno di buche e tombini infossati); allargare il tracciato ai limiti di norma (1,5 metri escluse le caditoie-tombini; tracciare gli attraversamenti su via Anzani e viale della Repubblica; completare il tracciato fino all’ingresso all’Arsenale.
Si, ancora dell’altro: sempre in queste settimane si sta parlando della pista di Via San Giacomo (la vogliono cancellare) , del progetto della pista di Corso Milano (dichiarazioni contraddittorie) e persino di Corso Porta Nuova: la pista sul marciapiede è da chiudere, secondo il consigliere di Forza Italia Casali, perchè danneggia i commercianti.