Il Punto del Presidente Paolo Fabbri
La pretesa di ridurre il traffico costruendo strade.

giovedì 1 marzo 2007, di webmaster

C’è un legame diretto tra la crescita dell’economia e la domanda di trasporti. Più cresce il PIL e più crescono le esigenze di movimento di persone e merci. In tutta Europa queste esigenze sono state risolte con una mobilità centrata prevalentemente sugli autoveicoli. Secondo la Commissione Europea (“L’Europa al bivio” http://ec.europa.eu/publications/bo... ), è ora indispensabile investire in forme di mobilità diverse. Infatti non è più realistico immaginare che il traffico, di cui sono sature le nostre strade e le nostre città, possa ancora crescere con lo stesso ritmo esponenziale con cui aumenterà il nostro PIL: impensabile poter realizzare tutte le strutture che sarebbero necessarie. E poi le città sono intasate e di inquinamento ci si ammala e si muore. Quindi, sempre secondo la Commissione, è indispensabile promuovere forme di mobilità più razionali, più “sostenibili”. Prima di tutto disincentivando il ricorso agli automezzi e investendo nel trasporto ferroviario e marittimo. Poi, visto che il 75% degli europei vive in città e che nelle città si svolge il 20% del traffico, promuovendo il trasporto pubblico e le altre forme di mobilità sostenibile (anche la bici!). Facile? Proprio no! Ma è (anche) su questi temi che ci giochiamo il futuro scommettendo sulla capacità dei nostri governanti di individuare soluzioni che sappiano conciliare la disponibilità di risorse, le esigenze della salute e della qualità della vita e quelle dell’economia. E di guadagnare, su queste soluzioni, l’indispensabile consenso.
In questa impresa sono chiamati a svolgere la parte del leone la Commissione europea e i governi nazionali. Ma è inevitabile che a un ruolo importante siano chiamati anche le regioni, le province e i comuni. Anche loro chiamati ad assumere decisioni che dovranno ben essere coerenti al modello europeo.
Qui da noi più che altrove: è qui che di traffico ci si ammala e si muore di più. È qui che, mentre si progetta la 4a corsia sull’A4 e una nuova superstrada tra Peschiera e Venezia, le ferrovie sono sull’orlo del fallimento e il raddoppio della linea ferroviaria tra Bologna e Verona è ancora un sogno. Ed è Verona, dopo Palermo, la città italiana nella quale si fa più ricorso, per gli spostamenti quotidiani, agli automezzi privati.
Ed è nella nostra città che negli ultimi 20 anni sono stati realizzati molti interventi importanti a favore della mobilità automobilistica (sottopassi, tangenziali, ponti, mediane, superstrade ...), ma nessun intervento altrettanto significativo a favore del trasporto pubblico.
Cercheremo di chiedere, su questi temi, il parere dei candidati alle prossime elezioni. Con la speranza che nessuno di loro si limiti a prospettarci, con il suo programma, un futuro nel quale le strade e le autostrade, le corsie e i trafori si moltiplicheranno nel vano tentativo di rincorrere l’aumento esponenziale del traffico. Con la pretesa di ridurlo, il traffico, costruendo strade.