mercoledì 1 gennaio 1997, di webmaster
Il sito degli AdB nasce nel 1997. A testimonianza delle iniziative precedenti viene redatto questo articolo che riassume in poche righe 15 anni di proposte (e proteste).
Dal 1982, anno di nascita degli A.d.B. Veronesi, il dibattito sulle piste ciclabili prende il via. Subito ci attiviamo promuovendo "bicifestazioni", dibattiti e inviando lettere alla stampa locale. Nel 1983 presentiamo una prima bozza di proposte.
Contestiamo l’intento demagogico ed elettorale di quest’opera, dal momento che si procede solo al rifacimento del marciapiede, senza continuità agli incroci, ne segnaletica o protezione dal parcheggio, ecc. Molto discutibile inoltre il fatto di localizzare una ciclopista lungo un’inquinata arteria di grande traffico.
Riprendendo e ampliando un progetto presentato nel 1984 dall’ACI, avanziamo alcune proposte per facilitare la circolazione in bicicletta nel centro storico. L’istituzione di zone pedonali e corsie preferenziali per gli autobus ci va bene, ma non si deve ostacolare i ciclisti. Nei paesi del nord-europa e in qualche città italiana nei centri storici si permette l’accesso alle biciclette in alcune zone pedonali e lungo alcune corsie preferenziali. Esistono inoltre corsie ciclabili che permettono al ciclista di percorrere alcune strade a senso unico anche nel senso opposto a quello prescritto. Questi provvedimenti non costerebbero quasi niente (qualche segnale stradale e qualche barattolo di vernice gialla !!).
In collaborazione con la Lega Ambiente, diamo alle stampe un fascicolo con alcune proposte. Si tratta di alcune "idee per un progetto di rete di Piste Ciclabili a Verona"; chiediamo al Comune di prendervi spunto per elaborare un Piano Generale. Vorremmo che si utilizzasse la metodologia progettuale insegnata dai manuali tedeschi, che forniamo al Comune di Verona. Nel frattempo molte personalità veronesi firmano un nostro appello a favore di un piano di rete di piste ciclabili.
La risposta del Comune alle nostre proposte non è un vero e proprio progetto, ma una semplice delibera per il Consiglio Comunale. Manca un "piano", con le necessarie analisi pre-progettuali, le previsioni sui tempi e sulle fasi di realizzazione, le modalità e i criteri di intervento, si prevedono ciclopiste affiancate a strade di grande traffico (anche in quei casi nei quali esistono alternative più salutari per i polmoni dei ciclisti). Verremo in seguito a sapere che questa "delibera" è stato preparata con una certa approssimazione, nei ritagli di tempo.... Raccogliamo così, tra i veronesi, ben 1300 firme chiedendo un serio progetto di piste ciclabili.
L’Ing. Passigato, responsabile tecnico degli AdB, elabora due progetti: uno studio di fattibilità per una pista ciclabile a fianco del "Canale Camuzzoni" (alternativa alla Circonvallazione esterna) e un itinerario da Porta Vescovo a S.Michele (alternativo a Corso Venezia). Aggiungendovi altre due proposte (ciclopiste in Viale Piave e lungo l’Adige da Ponte Catena al Chievo), promuoviamo una petizione chiedendo che, nell’ambito dei lavori per i prossimi mondiali di calcio, vengano realizzate almeno queste 4 ciclopiste. La petizione raccoglie ben 6.000 firme, ma il Sindaco Sboarina quando gli consegnamo il "pacco" quasi ci prende in giro. L’"abbuffata" dei mondiali si consuma con opere faraoniche per incentivare l’uso dell’auto (che indebiteranno il Comune per decenni).
Il nuovo Assessore al traffico (Zavetti) dapprima accoglie le offerte di collaborazione degli A.d.B. alla stesura del progetto per le piste ciclabili, ma alla resa dei conti non incarica l’ufficio tecnico di seguirlo con l’impegno necessario. Validi metodi di lavoro e alcune buone idee che avevamo discusso e concordato con alcuni tecnici del Comune (tra l’altro competenti, entusiasti e appassionati all’argomento) vengono quindi accantonati. Non ci resta che andarcene, abbastanza delusi, sbattendo la porta.
Molto più sensibili appaiono invece le Circoscrizioni, prima fra tutti quella Est (Borgo Venezia), per la quale gli AdB preparano un progetto di rete di itinerari e piste ciclabili. Lo studio, realizzato dall’Ing. Passigato e dall’Arch. Polo, viene redatto seguendo la metodologia appropriata.
Nel 1992 raccogliamo i frutti dei nostri contatti e delle nostre proposte alla Regione Veneto, con l’approvazione di una legge regionale che concede finanziamenti ai Comuni per la realizzazione di piste ed itinerari ciclabili. Lo stesso anno l’Ing. Passigato elabora un’altro progetto per la 2° Circoscrizione (Borgo Trento, Ponte Crencano, ecc.).
Nel 1993 continuano i nostri contatti con le Circoscrizioni. Con quella del Centro Storico, dove il Presidente concorda con la necessità di attuare provvedimenti per favorire il transito in bici. Con La IV Circoscrizione (Santa Lucia-Golosine) e con la VII Circoscrizione (San Michele), dove si studiano percorsi ciclo-pedonali.
Inoltre, dietro nostre continue pressioni, il nuovo Assessore al Traffico (Albanese) avvia alcune iniziative. Per cominciare si approvano una prima serie di provvedimenti viabilistici per il Centro Storico (ad es: permesso di transito alle biciclette in via Roma e piazza Bra). In secondo luogo in Comune ci si convince finalmente della necessità di affidare la redazione del Piano di Rete Ciclabile ad un tecnico esperto in materia (si fa il nome dell’Arch. Mamoli di Vicenza). Tutto si ferma per lo scioglimento della Giunta e il suo successivo commissariamento.
Nel 1994 comunque, riprendiamo il discorso con la nuova Amministrazione (Assessore Girondini). Nel frattempo parte la costruzione della prima pista ciclabile in Viale Piave.
Finalmente, dopo continue pressioni e contatti, il Comune di Verona il 17.10.95 provvede ad assegnare all’Ing. Marco Passigato l’incarico per la revisione dei percorsi ciclabili e pedonali. L’incarico prevede la realizzazione di un gruppo di lavoro che dovrà relazionare con i gestori della mobilità cittadina, dal Piano Urbano del Traffico (PUT), ai parcheggi, all’AMT. ecc. al fine di creare una rete di percorsi organici e funzionali. Saranno esaminate anche le esigenze dei pedoni finalizzzate all’attraversamento di strade urbane di grande traffico e al raggiungimento in modo indipendente dei punti attratori quali scuole, impianti sportivi e punti di ritrovo.
Gli Amici della Bicicletta però constatano che, se l’Amministrazione Comunale sul piano tecnico-progettuale ha fatto certamente un buon passo avanti, nella pratica dimostra ancora ben scarsa sensibilità.
Alcuni esempi. Una pista ciclabile, già progettata e finanzata, la Ponte Catena-Chievo, viene abbandonata per l’insorgere di alcuni problemi. Si attendono invano altri provvedimenti per il centro storico (es: il segnale, più volte promesso, di ciclo-pedonalità anche in Corso Porta Borsari). Si fanno interventi dimenticandosi dell’esistenza dei ciclisti (ad es. i lavori all’incrocio di Porta Nuova, dove è stato tranquillamente rimosso lo scivolo d’accesso alla pista ciclabile di Viale Piave).
E proprio sulla ciclopista di Viale Piave molte le critiche e le "polemiche". Si vedano a proposito le pagine sulle iniziative recenti:
5 ottobre 1996: Viale Piave - Le 12 fatiche del ciclista Ercole
novembre 1996: Viale Piave - Dovè finita la striscia gialla?
dicembre 1996: Lettera all’Assessore al Traffico e al Capo Settore Strade
Gli Amici della Bicicletta devono continuare pertanto a darsi da fare. Anche se a Verona c’è ora un buon progetto, occorre attivarsi per difenderlo e per farlo realizzare decentemente!