Periodico degli Amici della Bicicletta

OPEN D'AUSTRIA
A 18 BUCHI

articolo del n.47/1995

"Ha sbusado el pulman!" Questa esclamazione insieme incredula e raccapricciata passa di bocca in bocca alla partenza del nostro raid austriaco. Sì, è proprio vero, un grosso chiodo arrugginito risulta conficcato nella ruota posteriore sinistra di uno dei due pullmann. Si dispera il nostro bravo Renzo per non aver pensato di comprendere nella attrezzatura della sua bici officina anche le pezze per autobus, ma presto si consola, visto che l’inconveniente è presto risolto presso un gommista. Con il senno di poi è ora facile attribuire a questo episodio il valore di un segno premonitore, fatto sta che poi, nei quattro giorni di percorso, si conteranno almeno 18 forature, sostituzioni di copertoni, una catena e un mozzo rotti.
Sbarchiamo dal pullmann davanti alla stazione F.S. di Dobbiaco, accolti da folate di vento gelido e qualche spruzzata di pioggia. 110 biciclette emergono come da un vaso di Pandora, dal capace ventre del camion dei traslochi che le ha trasportate fin lì. Quando saliamo in sella siamo già abbastanza intirizziti e le sorgenti della Drava, che incontriamo poco dopo, riescono ad attirare solo qualche sguardo distratto da sotto le mantelle. Dopo il passaggio della frontiera il tempo migliora e possiamo goderci meglio il paesaggio e la quiete idilliaca dell’itinerario. Quando il percorso presenta delle curve a largo raggio cominciamo ad apprezzare appieno lo spettacolo della lunga fila di pedalatori variopinti; l’essere così numerosi ci da un senso di legittimo orgoglio, confermato anche dalle espressioni meravigliate degli abitanti locali che salutano, quasi increduli, il nostro passaggio.
Arriviamo a Lienz (Tirolo dell’Est) nel tardo pomeriggio e nel cortile dell’albergo avviene la chiamata per l’assegnazione delle camere. A questo riguardo, chi nutriva qualche speranza di cambiamento viene presto dissilluso: il Direttivo non deflette dall’applicare gli ormai noti criteri "parrocchiali". Dopo la doccia, gli anticipati orari nordeuropei per i pasti tornano utili al nostro frizzante appetito.
L’indomani, dopo un’abbondante colazione alla tedesca, ci avviamo a percorrere la seconda tappa, la più lunga, ed il mezzo sole che si affaccia dai nuvoloni in movimento, invoglia ad indossare i pantaloncini corti.
Il percorso è incantevole: costeggiamo la Drava, attraversiamo pittoreschi villaggi, ci inoltriamo nei boschi e tra i coltivi; ogni cosa trasmette ai nostri sensi il messaggio del risveglio primaverile.
Arriviamo a Spittal, cittadina della Carinzia, un po’ stanchi, dopo aver percorso nella giornata un’ottantina di Km con prevalenza di discesa, ma parecchi brevi saliscendi.
Dopo la cena ci aspetta la visita al locale museo della civiltà contadina, espressamente e per la prima volta aperto per noi fuori orario. Il museo, ospitato nel suggestivo palazzo dei Conti di Porcia (Prov. Pordenone), è molto ricco ed interessante e meriterebbe una visita più lunga di quanto non ci consentano l’ora tarda e le energie residue.
Il giorno seguente, prima di lasciare Spittal diretti a Villach c’è il tempo, per chi aveva i copertoni malconci, di acquistarne di nuovi. Al negozio l’ineffabile Enrico tenta di spiegare in tedesco che tipo di gomma gli serve ad un individuo perplesso con le mani sporche di grasso e solo dopo alcuni minuti comprende di essersi rivolto ad un altro stupito membro del nostro gruppo, presente sul posto per lo stesso motivo. Alla nostra partenza assistono anche due cronisti della stampa locale: il nostro gruppone fa notizia. Anche nella terza tappa siamo graziati da Giove Pluvio (sappiamo che in Italia continua a piovere) e quindi possiamo riempirci gli occhi, spaziando con lo sguardo per la vallata della Drava che si allarga man mano; il fiume stesso, che costeggiamo per lunghi tratti, si fa più placido, anche perchè irregimentato da alcune chiuse. Strada facendo c’è anche il tempo di sentire gli ultimi aggiornamenti sulla cronaca rosa del gruppo, consultando le nostre osservatrici Grimilde e Grimelda (le sorelle Grimm). Ragioni editoriali ci hanno però impedito di pubblicare, sull’argomento, l’apposita rubrica "Intime di Carinzia". A Villach, prima di prendere possesso dell’albergo, è d’obbligo una puntata al lago. L’indomani ripartiamo sotto la pioggia, dopo aver imbarcato sul treno i pochi che hanno qualche problema. Il maltempo ci accompagna fino a Tarvisio. Pranziamo di nuovo sul patrio suolo con non poca soddisfazione e poi, a tempo di record, carichiamo le nostre bici sul treno e ci imbarchiamo per il ritorno.
Vecchio Aceto

NDR: Sulla ciclopista della Drava, vedi anche la descrizione del percorso (nelle pagine degli itinerari,contenute nella sezione "bicicletta e tempo libero").

 

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