| OPEN D'AUSTRIA
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"Ha sbusado el pulman!" Questa esclamazione insieme incredula e raccapricciata passa di
bocca in bocca alla partenza del nostro raid austriaco. Sì, è proprio vero, un grosso chiodo
arrugginito risulta conficcato nella ruota posteriore sinistra di uno dei due pullmann. Si dispera
il nostro bravo Renzo per non aver pensato di comprendere nella attrezzatura della sua bici
officina anche le pezze per autobus, ma presto si consola, visto che linconveniente è presto
risolto presso un gommista. Con il senno di poi è ora facile attribuire a questo episodio il
valore di un segno premonitore, fatto sta che poi, nei quattro giorni di percorso, si conteranno
almeno 18 forature, sostituzioni di copertoni, una catena e un mozzo rotti.
Sbarchiamo dal pullmann davanti alla stazione F.S. di Dobbiaco, accolti da folate di vento
gelido e qualche spruzzata di pioggia. 110 biciclette emergono come da un vaso di Pandora,
dal capace ventre del camion dei traslochi che le ha trasportate fin lì. Quando saliamo in sella
siamo già abbastanza intirizziti e le sorgenti della Drava, che incontriamo poco dopo, riescono
ad attirare solo qualche sguardo distratto da sotto le mantelle. Dopo il passaggio della
frontiera il tempo migliora e possiamo goderci meglio il paesaggio e la quiete idilliaca
dellitinerario. Quando il percorso presenta delle curve a largo raggio cominciamo ad
apprezzare appieno lo spettacolo della lunga fila di pedalatori variopinti; lessere così
numerosi ci da un senso di legittimo orgoglio, confermato anche dalle espressioni meravigliate
degli abitanti locali che salutano, quasi increduli, il nostro passaggio.
Arriviamo a Lienz (Tirolo dellEst) nel tardo pomeriggio e nel cortile dellalbergo avviene la
chiamata per lassegnazione delle camere. A questo riguardo, chi nutriva qualche speranza di
cambiamento viene presto dissilluso: il Direttivo non deflette dallapplicare gli ormai noti
criteri "parrocchiali". Dopo la doccia, gli anticipati orari nordeuropei per i pasti tornano utili
al nostro frizzante appetito.
Lindomani, dopo unabbondante colazione alla tedesca, ci avviamo a percorrere la seconda
tappa, la più lunga, ed il mezzo sole che si affaccia dai nuvoloni in movimento, invoglia ad
indossare i pantaloncini corti.
Il percorso è incantevole: costeggiamo la Drava, attraversiamo pittoreschi villaggi, ci
inoltriamo nei boschi e tra i coltivi; ogni cosa trasmette ai nostri sensi il messaggio del
risveglio primaverile.
Arriviamo a Spittal, cittadina della Carinzia, un po stanchi, dopo aver percorso nella giornata
unottantina di Km con prevalenza di discesa, ma parecchi brevi saliscendi.
Dopo la cena ci aspetta la visita al locale museo della civiltà contadina, espressamente e per
la prima volta aperto per noi fuori orario. Il museo, ospitato nel suggestivo palazzo dei Conti
di Porcia (Prov. Pordenone), è molto ricco ed interessante e meriterebbe una visita più lunga
di quanto non ci consentano lora tarda e le energie residue.
Il giorno seguente, prima di lasciare Spittal diretti a Villach cè il tempo, per chi aveva i
copertoni malconci, di acquistarne di nuovi. Al negozio lineffabile Enrico tenta di spiegare in
tedesco che tipo di gomma gli serve ad un individuo perplesso con le mani sporche di grasso e
solo dopo alcuni minuti comprende di essersi rivolto ad un altro stupito membro del nostro
gruppo, presente sul posto per lo stesso motivo. Alla nostra partenza assistono anche due
cronisti della stampa locale: il nostro gruppone fa notizia. Anche nella terza tappa siamo
graziati da Giove Pluvio (sappiamo che in Italia continua a piovere) e quindi possiamo
riempirci gli occhi, spaziando con lo sguardo per la vallata della Drava che si allarga man
mano; il fiume stesso, che costeggiamo per lunghi tratti, si fa più placido, anche perchè
irregimentato da alcune chiuse. Strada facendo cè anche il tempo di sentire gli ultimi
aggiornamenti sulla cronaca rosa del gruppo, consultando le nostre osservatrici Grimilde e
Grimelda (le sorelle Grimm). Ragioni editoriali ci hanno però impedito di pubblicare,
sullargomento, lapposita rubrica "Intime di Carinzia". A Villach, prima di prendere possesso
dellalbergo, è dobbligo una puntata al lago. Lindomani ripartiamo sotto la pioggia, dopo
aver imbarcato sul treno i pochi che hanno qualche problema. Il maltempo ci accompagna fino
a Tarvisio. Pranziamo di nuovo sul patrio suolo con non poca soddisfazione e poi, a tempo di
record, carichiamo le nostre bici sul treno e ci imbarchiamo per il ritorno.
Vecchio Aceto
NDR: Sulla ciclopista della Drava, vedi anche la descrizione del percorso (nelle pagine degli itinerari,contenute nella sezione "bicicletta e tempo libero").