Via Monte Comun per pedoni e bici
Finalmente via Monte Comun, un’arteria molto importante della zona industriale di San Giovanni Lupatoto, è stata riaperta al traffico dopo parecchi mesi di chiusura. Purtroppo i lavori sono stati caratterizzati da dei ritardi, ma l’aspetto importante è che la via, prima impossibile da percorrere in bici e a piedi, ora sia diventata un esempio di strada che attraversa una zona trafficata anche da mezzi pesanti: una sede stradale sufficientemente larga con una pista ciclabile bidirezionale (prima addirittura inesistente) in sede propria, un marciapiede, parecchi attraversamenti pedonali (ne conta ben otto!) e anche un “banchettone” che, con opportuna segnaletica, costringe i mezzi a rallentare nell’intersezione con via Monte Purga. Da evidenziare anche il cambio obbligato degli alberi da 82 Celtis Australis (detti anche Bagolari o Spaccasassi) che presentavano appunto una radicazione superficiale e una chioma troppo grande, ad altri 85 alberi più consoni alla via, come per esempio i Liquidambar.
L’inaugurazione si è svolta il 7 dicembre e ha riportato proprio a ridosso delle festività un po’ di normalità alla viabilità automobilistica poiché la strada viene utilizzata anche dai mezzi che provengono dal centro del paese per raggiungere direttamente l’imbocco della tangenziale oppure la zona del centro commerciale e quindi la chiusura aveva spostato su via Garofoli tanti mezzi che spesso creavano antipatiche code.
Da notare che la ciclabile lungo via Monte Comun può essere considerata come parte integrante del collegamento diretto tra il comune lupatotino e il centro di Verona, passando da Borgo Roma e quindi per raggiungere importanti attrattori quali il polo scientifico dell’Università, l’ospedale, la Fiera, alcuni poli scolastici quali gli istituti Galilei ed Einaudi, tutta la zona industriale e quindi un potenziale richiamo per chi vuole raggiungere in modo ecologico il lavoro o la scuola.
Nell’iter della realizzazione e soprattutto nelle fasi finali dei lavori, giravano alcuni commenti negativi che confermano una mentalità ancora bloccata e “autocentrica” di alcuni residenti. Per esempio: “Una ciclabile in quella zona non serve a nulla”. Oppure: “Il rialzamento dell’incrocio è pericoloso”. O ancora peggio: “A cosa servono gli attraversamenti pedonali?”. Commenti a cui siamo purtroppo abituati ma ai quali bisogna avere la forza e la costanza di rispondere sempre: “La ciclabile serve a chi va al lavoro in bici e quindi non inquina”, “Il rialzamento serve a far rallentare le auto in un punto pericoloso quale l’incrocio”, e “Gli attraversamenti pedonali servono proprio in quel tipo di strada”. In ogni caso, per il momento nessun grosso problema, nessun incidente e soprattutto nessuna coppa dell’olio rotta superando il dosso, aspettando la primavera per verificare se ci sarà qualche persona in più che vorrà sperimentare il bike2work.
Sicuramente c’è ancora molto da fare ma sembra che la direzione giusta sia stata presa: dare la possibilità di muoversi in bici oltre che per piacere (hobby, turismo e sport) anche per dovere (lavoro e scuola) cercando di risolvere alla radice i problemi di traffico e smog.
(da Ruotalibera 181 – gennaio-marzo 2024)