El canton del Bepo

Verona park

La prossima Amministrazione comunale di Verona dovrà creare un nuovo Assessorato, quello all’Immobilità. Entrare in città, il sabato e la domenica, in questi tempi di banchetti, è quasi impossibile.

Nelle settimane di dicembre il traffico cittadino raggiunge il parossismo, ma negli altri periodi dell’anno la situazione non è molto migliore. Le rare volte che mi arrischio ad andare in città con l’automobile, vado dritto nei parcheggi coperti, con le conseguenze del caso. Cercare parcheggio lungo strada è un’impresa al limite della disperazione.

Qualche anno fa, una sera d’inverno, dovevo partecipare ad una riunione in sede. Dopo un quarto d’ora di inutili ricerche di un posto libero, ho rinunciato alla riunione e sono tornato a casa. Mi veniva letteralmente da piangere. Alla faccia della crisi, ci sono sempre più auto in circolazione e sempre più ingombranti.

Finiremo per buttare giù le case per fare parcheggi?

Una comunità normale dovrebbe porsi la domanda: è giusto, logico o funzionale questo modo di (non) muoversi? È corretto dedicare ogni spazio della città all’auto, in movimento o ferma? Noi pensiamo di no ma, evidentemente, la maggior parte dei cittadini non la pensa così.

Una ricerca dell’ISFORT, Istituto Superiore di Formazione e Ricerca per i Trasporti, calcola che gli spostamenti degli italiani in auto, nel 2023, sono stati per il 29,5% sotto i 2 chilometri e per il 44,9% fra i 2 e i 10 chilometri.
Tutti spostamenti che si devono fare assolutamente in auto? Secondo le mille e una scusa di cui ho già parlato, sì, secondo la realtà no. Ma anche se fossero spostamenti obbligati, sappiamo benissimo che fino a 2, 3 o 4 chilometri ci si può spostare a piedi e fino a 10 chilometri la bicicletta, in città, è il mezzo più veloce.

A piedi e in bicicletta, poi, si guadagna in salute, gratis.

(da Ruotalibera 181 – gennaio-marzo 2024)

Immagine in evidenza di shilin wang da Pixabay

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Bepo Merlin

Giuseppe Merlin, per tutti Bepo, ciclista urbano e appassionato cicloturista, va in bici da sempre, ma più convintamente da quando, a seguito del primo infarto, il medico gli ha detto di essere in debito della vita nei confronti della sua due ruote. Da allora si spende senza risparmio per la promozione della ciclabilità, in veste di socio-attivo e animatore di uscite e serate culturali. È stato anche Direttore di FIAB nazionale (succedendo all'indimenticato Gigi Riccardi e prima dell'attuale Francesco Baroncini), lasciando di sè un bellissimo ricordo in tutti coloro che hanno avuto il piacere di incontrarlo e conoscerlo, durante una delle sue molte "visite pastorali" in giro per le varie associazioni d'Italia. Tuttora collabora con FIAB Verona in mille forme e con mille strumenti, tra i quali spicca la penna, la sua "arma segreta", che Bepo maneggia con destrezza e rara efficacia. Chiunque legga i suoi scritti, infatti, non può non apprezzarne l'onestà intellettuale e la lucidità di analisi. Da tempo immemorabile tiene la sua personale rubrica "El cantòn del Bepo" nell'ultima pagina della rivista Ruotalibera, di cui è stato per anni capo redattore, riorganizzandola nella veste e nei contenuti così come la vediamo oggi. È stato anche tra i promotori e forti sostenitori della rivista nazionale BC, importante mezzo di comunicazione per le associazioni FIAB italiane e indispensabile organo di diffusione del miglior "ciclopensiero".
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