Vita associativa

Traguardo volante

Nelda, decana dei soci FIAB Verona, compie 90 anni

Una decina di anni fa collaborai con Radio Popolare Verona, organizzando interviste a ciclisti veronesi degni di nota. Manco a dirlo uno di questi personaggi fu la Nelda, che aveva compiuto ottant’anni. Per ragioni “tecniche” avevo bisogno di realizzare l’intervista in un luogo insonorizzato. Finì che Nelda rispose alle mie domande seduta accanto a me all’interno della mia Agila parcheggiata vicino alla vecchia sede di Fiab Verona, in via Spagna. Fu lì che, oltre al suo amore per la bicicletta, conobbi anche la storia umana di Nelda, l’infanzia poverissima, orfana a due anni, e la frequenza dell’Asilo dei “Puoti”, il suo attaccamento alla Fiab e alle sue attività, fin dalla fondazione dell’associazione, negli anni ottanta.

Un paio di anni prima avevo organizzato la manifestazione regionale dell’Ostiglia day. Il programma prevedeva il tratto di ex ferrovia lungo la Riviera dei colli partendo da Vicenza. Nelda mi aveva detto che arrivati nei pressi di San Bonifacio si sarebbe staccata dal gruppo per andare a prendere il treno. Essendo in testa al gruppo, non avevo controllato chi ci fosse ancora dietro di me. Arrivati a San Michele Extra mi trovai Nelda al fianco. – «Ma non dovevi prendere il treno a San Bonifacio?» – «Sì, ma ho cambiato idea. Però sono un po’ stanca…» Io ero distrutto. Quel giorno percorremmo 98 Km.

Al ritorno da una gita nella Bassa, dietro l’ospedale di Borgo Roma, Nelda scivolò sull’asfalto reso scivoloso dalla pioggerellina e complice un piccolo gradino posto all’ingresso della ciclabile. Si ruppe un braccio. Due mesi dopo era di nuovo in sella imperterrita, ancora con il braccio storto.

Nel 2010 la festa della Fiab si tenne a Montorio e nell’ambito della stessa era prevista una breve gita, in salita, lungo la Valsquaranto. Nelda, che si era offerta di fare la cameriera, mi disse che avrebbe volentieri partecipato alla biciclettata, ma che temeva di non farcela, per via della salita. Ridendo, le dissi di andare pure. Finì che non solo fece la pedalata lungo la valle, ma poi si accodò al gruppetto di ardimentosi che allungarono la gita, raggiungendo San Rocco, a 750 m di altitudine.

A metà ottobre del 2015, organizzai una gita ai lavandari di Avesa e Montorio. Naturalmente Nelda si presentò alla partenza, confidandomi di avere qualche problema a causa di un recentissimo intervento agli occhi e chiedendomi di non percorrere sentieri sterrati. A pochi chilometri dalla partenza, ricevetti una telefonata dalla figlia, che mi chiese di parlare con la mamma. Non so cosa le avesse detto, so solo che Nelda, mortificata, fu costretta a tornare a casa. E gli occhi furono salvi.

Nelda (terza da sx, col gilet rosso) ad una gita a Valdagno, con Marco Passigato

 

Avrei un’infinità di aneddoti da raccontare su Nelda, ma credo che sia più giusto sentire quello che hanno da dire i tanti soci Fiab che l’hanno conosciuta in tutti questi anni:

Giorgio Migliorini, ex presidente Fiab Verona
Ho pedalato con Nelda in alcune gite ed in occasione del “pedala che ti passa” ed una sua frase tipica era: «Non preoccupatevi per me se resto indietro, conosco la strada, so tornare a casa da sola. Se ho problemi telefono a mio figlio». Nelda nel gruppo non creava mai problemi. La usavo anche come pietra di paragone quando Claudia, mia moglie, era titubante davanti ad una salita: «Non preoccuparti, Nelda l’ha fatta l’anno scorso!».

Bepo Merlin
Quando vedi la Nelda ti trovi davanti la personificazione degli effetti benefici della bicicletta. Da quando la conosco, ormai da più di vent’anni, è diventata il mio punto di riferimento quanto all’invecchiamento. Lei ha vent’anni più di me e le ho sempre detto che avrei tanto desiderato arrivare alla sua età con la sua stessa forma fisica e mentale.

Luigia Pignatti
Sempre entusiasta e immancabile alle gite e a tutti i cicloraduni nazionali; ha sempre visto attraverso le persone, non si è mai fermata all’apparenza. Mi piacerebbe partecipare alla sua festa dei 90 anni.

Marilena Tomè
Io e mio marito Roberto (Ferrari) abbiamo conosciuto Nelda alle piscine Santini. Portavamo nostra figlia Carlotta ai corsi di nuoto. Nelda accompagnava il nipote Paolo che frequentava, con mia figlia, la prima elementare alle scuole Solinas al Saval (era il 1996). Questa stupenda nonna ci raccontava delle belle iniziative che la Fiab organizzava in bicicletta. E’ scattata la scintilla: iscrizione alla Fiab, da quando la sede era a san Zeno vicino alla Basilica. Da allora non ci siamo persi più di vista con Nelda e con Fiab. Grazie Nelda!

Beppe Abbate
Nelda, nelle varie occasioni in cui l’ho incrociata, e le ho parlato, mi ha sempre dato una sensazione piacevole e di serenità. Poi trovare lei, più avanti con gli anni, alle biciclettate, ti dà più entusiasmo e ti incentiva ad imitarla.

Sandro Troiani
Quando andai a trovarla in ospedale dopo l’ultimo incidente (investita sulle strisce) mi pareva di vedere una mummia da come era ridotta. Lei mi vide turbato (dentro di me pensavo: come ti hanno ridotto! bici addio.) e mi disse: «Alessandro non ti preoccupare per come mi vedi ora. Guarirò e mi rivedrai in bici». Così è stato. Il fatto è avvenuto circa 15 anni fa. Più la mandi giù più lei si tira su.

(da Ruotalibera 166 – aprile-giugno 2020)

 

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Bepo Merlin

Giuseppe Merlin, per tutti Bepo, ciclista urbano e appassionato cicloturista, va in bici da sempre, ma più convintamente da quando, a seguito del primo infarto, il medico gli ha detto di essere in debito della vita nei confronti della sua due ruote. Da allora si spende senza risparmio per la promozione della ciclabilità, in veste di socio-attivo e animatore di uscite e serate culturali. È stato anche Direttore di FIAB nazionale (succedendo all'indimenticato Gigi Riccardi e prima di Francesco Baroncini), lasciando di sè un bellissimo ricordo in tutti coloro che hanno avuto il piacere di incontrarlo e conoscerlo, durante una delle sue molte "visite pastorali" in giro per le varie associazioni d'Italia. Tuttora collabora con FIAB Verona in mille forme e con mille strumenti, tra i quali spicca la penna, la sua "arma segreta", che Bepo maneggia con destrezza e rara efficacia. Chiunque legga i suoi scritti, infatti, non può non apprezzarne l'onestà intellettuale e la lucidità di analisi. Da tempo immemorabile tiene la sua personale rubrica "El cantòn del Bepo" nell'ultima pagina della rivista Ruotalibera, di cui è stato per anni capo redattore, riorganizzandola nella veste e nei contenuti così come la vediamo oggi. È stato anche tra i promotori e forti sostenitori della rivista nazionale BC, importante mezzo di comunicazione per le associazioni FIAB italiane e indispensabile organo di diffusione del miglior "ciclopensiero".
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