Tour dei cento laghi: viaggio in bici tra cultura e natura
Che a Ferragosto potesse far caldo era prevedibile; forse non era immaginabile che sull’Italia arrivasse l’ondata di calore denominata “Lucifero”. Mentre tutti i telegiornali e le radio consigliavano ai cittadini di restare rigorosamente a casa nelle ore più calde, un gruppo di indomiti ciclisti della FIAB di Verona, partiva comunque per la ciclovacanza, dopo un anno di clausura a causa della pandemia.
La prima tappa, la più lunga e anche la più faticosa a causa dei 40 gradi di temperatura, ha avuto qualche “vittima”. Due cicloviaggiatrici, infatti hanno avuto bisogno di qualche aiuto supplementare: un po’ d’ombra, posizione antishock e barrette energetiche hanno risolto la situazione. Ma quando, nel corso del viaggio, difficoltà, pendenza o stanchezza si facevano sentire il gruppo aveva un’altra carta da svelare…. Natalino residente a Valdagno, ma iscritto alla FIAB di Verona, non dovendo più spingere la moglie, passata all’e-bike si è offerto con generosità di spingere i ciclisti un po’ stanchi. Se erano cicliste era meglio.
Ma tornando a noi, il tour dei 100 laghi organizzato dalla FIAB di Verona nella settimana di Ferragosto ha avuto come città di partenza la bella Verona ed ha attraversato 3 Regioni (Veneto, Lombardia e Piemonte) e toccato 8 laghi (Garda, Iseo, Como, Maggiore, Orta, Comabbio, Monate e Varese) ed alcune città importanti quali Brescia, Bergamo e Milano che viste nel periodo ferragostano sorprendono piacevolmente. Quando non eravamo sui laghi abbiamo percorso lunghi tratti lungo i fiumi Adda e Ticino, e poi ancora acqua ma stavolta imbrigliata dal genio umano: i Navigli della Martesana in entrata e il Naviglio grande in uscita da Milano.
Il gruppo iniziale di 36 ciclisti è diventato poi di 40 con l’adesione di quattro ciclisti della FIABdi Novara. Da registrare poi i piacevoli incontri con altri soci FIAB di Varese che con competenza ci hanno accompagnato in tratti da loro ben conosciuti. Alle guide, Marco e Fabrizia, è stato affidato il difficile compito di tenere unita la squadra e di soddisfare le diverse esigenze dei partecipanti che per lo più erano “diversamente giovani”, ed oserei aggiungere anche “diversamente ciclisti”, nel senso che bici a pedalata assistita hanno dovuto convivere con le velocità delle bici muscolari. Di grande aiuto per la gestione del gruppo sono stati due elementi: il fischietto della guida, che annunciava il ritorno in sella per il prosieguo del viaggio, e Riccardo, 20 anni “mascotte” del gruppo che si è fatto benvolere da tutti e che , purtroppo per lui, si è trovato in vacanza con un gruppo di diversamente giovani. È stato sicuramente di grande aiuto per le guide in quanto aggiornava costantemente il gruppo viaggiante, andando avanti e indietro per l’intera fila, comunicando con regolarità velocità media, temperatura, località attraversate, particolarità geografiche ed artistiche della zona e chilometri percorsi. Di qui il nuovo nome di WikiRicky.
Il fischietto, sicuramente utile per il ritorno in sella, creava un po’ di ansia durante le pause ristoratrici, di soli 15 minuti, che dovevano prevedere 40 caffè e una coda di 40 persone per poter usufruire dei servizi igienici; così a volte capitava che al suono del fischietto si dovesse rinunciare a bersi un caffè o a riempirsi d’acqua la borraccia, ma pazienza, prima o poi ci si riusciva! Il fischio comunque rappresentava sempre un momento di grande ansia specialmente per i “portatori di prostata”. Ancora qualche particolarità relativamente al gruppo dei diversamente giovani. All’interno del gruppo si notavano le magliette di FIAB Prato. Incuriosita dai quattro ciclisti, mi sono avvicinata per scoprire cosa organizzava la FIAB a Prato. Mi aspettavo di sentire un accento locale, ed invece sento un accento vagamente siculo, scoprendo così che dei 4 pratesi uno è di Enna, uno è di Catania, gli altri due sono toscani, ma nessuno di Prato, semplicemente abitano a Prato. L’Italia è bella perché varia.
Il tour è stato davvero indimenticabile. Oltre alla bellezza dei luoghi visitati ci sono state alcune perle che hanno reso il viaggio ancor più interessante, come la visita al villaggio operaio Crespi d’Adda, riconosciuto dall’Unesco come Patrimonio dell’umanità, sorto nel 1876 su di un territorio fino ad allora incolto in prossimità del fiume Adda. L’esperimento totale “crespese” durò cinquant’anni ed ebbe termine nel 1929 nel periodo della “Grande depressione” economica che alla fine degli anni Venti, colpì l’economia mondiale riducendo su scala globale produzione, occupazione, redditi, salari, consumi e risparmi. Oggi la fabbrica non è più in funzione mentre l’abitato ospita una comunità in gran parte discendente di coloro che vi vissero o lavorarono.
Altra visita guidata interessante è stata la città di Omegna, piccolo comune di 14.450 abitanti nella provincia di Verbania-Cusio-Ossola in Piemonte posto all’estrema propaggine settentrionale del lago d’Orta. Una particolarità del Lago d’Orta è la Nigoglia (con l’articolo determinativo rigorosamente femminile) l’unico emissario tra quelli dei grandi laghi prealpini che scorre verso Nord: “il fiume che va in su” secondo il detto popolare. Il fatto che il Lago d’Orta sia un po’ più alto del Lago Maggiore spiega la singolarità di tale fenomeno e da qui l’orgoglio degli omegnesi, chiamati “i lupi” (animale che campeggiava sull’antico stemma comunale), nel motto riportato sull’edificio del Comune di Omegna: “La Nigoeuja la va in su; e la legg la fèm nu!”, ovvero: “La Nigoglia scorre in su; e la legge la facciamo noi!”. Sempre ad Omegna è interessante la visita al Parco letterario e didattico della Fantasia per i bambini “Gianni Rodari” che mira a far conoscere lo scrittore Gianni Rodari, nato appunto ad Omegna, e il “suo metodo della fantasia” ai più giovani.
Dopo Omegna la visita è proseguita all’isola di San Giulio detta anche “l’isola del silenzio”, una sorta di luogo magico. Salite le scalinate si percorre una stradina ad anello, un vicolo del silenzio e della meditazione che percorre tutto il perimetro dell’isola. Al centro si può intravvedere l’Abbazia Benedettina Mater Ecclesiae, dove vivono le monache di clausura, mentre sul lato esterno si alternano palazzi ecclesiastici e case colorate abitate da poche persone. Lungo il percorso ci si può fermare a leggere e riflettere sugli aforismi scritti sui muri e ad ammirare il bellissimo panorama. Il tour dei 100 laghi è stato organizzato in modo eccellente, con spunti interessanti sia a livello culturale che naturalistico. Siamo ora tutti in attesa di conoscere quale sarà il tour proposto per il prossimo anno.
di Claudia Salvi
(da Ruotalibera 172 – ottobre-dicembre 2021)