CicloturismoRacconti di viaggio

Sardegna 2021

La Sardegna ha come peculiarità una scarsa antropizzazione da cui deriva una rete stradale poco trafficata, ideale per muoversi in bici. Il contesto paesaggistico è in buona parte spettacolare e alcune aree archeologiche rappresentano uno straordinario patrimonio da visitare.

Esclusa l’estate troppo calda per pedalare sotto il sole cocente, scegliamo l’inizio dell’autunno per iniziare il nostro giro, quando le meravigliose spiagge sono piacevoli e poco frequentate. Nel 2020 in quattro amici con e-bike, abbiamo attraversato la Sardegna da Arbatax alla costa verde finendo il tour a Cagliari. Il percorso di quest’anno, distribuito in venti giorni, è stato pensato per coniugare in ogni giornata qualche ora di bicicletta con del tempo passato in spiaggia o in visite ai borghi. Le strade del giro sono in prevalenza strade asfaltate, scelte tra le meno trafficate, in un percorso che ci porta a vedere le isole di Caprera, della Maddalena e dell’Asinara. Passando tra i borghi antichi di Bosa, Castelsardo, Posada ed Orgosolo e le aree archeologiche di Monte d’Accoddi, Biru e Concas, con visite ai musei di Laconi e Cabras.

L’itinerario è sempre collinare o montuoso, i dislivelli sono significativi, distribuiti nelle varie tappe tra i 500 metri e i 1.500 metri. Le tappe hanno una distanza tra 40 e 80 chilometri. Il bagaglio è stato suddiviso in cinque borse. La scelta degli alloggi è andata ai B&B e agli agriturismi contattati telefonicamente, scelti per avere un deposito per biciclette coperto e facilmente accessibile senza scale.

Il 19 settembre traghettiamo da Livorno al mattino, arriviamo in Sardegna ad Olbia nel pomeriggio.

San Pantaleo

Prima tappa dall’agriturismo di Olbia, posto sulle colline del Monti Tundu con un affaccio sul golfo di Olbia, gli altri ospiti sono cicloturisti americani e guide locali. Partiamo per la Maddalena puntando verso San Pantaleo. Pittoresco borgo gallurese arroccato sul massiccio granitico della Cugnana, paese di artisti e dei tipici stazzi, sosta nella piazza del paese, poi ripartiamo per le spiagge della costa Smeralda e ci imbarchiamo per la Maddalena. Posati i bagagli nel B&B, nel pomeriggio raggiungiamo Caprera e sostiamo nella Spiaggia del Relitto.

Maddalena Caprera

Soggiorniamo alla Maddalena, nostra seconda tappa, per tre notti, facendo delle escursioni sia alla Maddalena sia a Caprera. Le spiagge da visitare e poter sostare sono molte, su alcune spiagge incantevoli sostiamo qualche ora, poi prevale la voglia di vederne altre. Si viaggia tranquillamente in bicicletta, il traffico è minimale. A Caprera incontriamo lungo i sentieri dei piccoli di cinghiale e numerose capre selvatiche, mentre sulla spiaggia di Cala Garibaldi incontriamo un bell’esemplare di cinghiale adulto. Nell’ultimo pomeriggio nel parco nazionale della Maddalena raggiungiamo, nella spiaggia dello Spalmatore, sei amici veronesi in viaggio anche loro in e-bike nella Sardegna.

Terza tappa. Raggiungiamo Capo Testa in mattinata passando da Santa Teresa di Gallura e dal sito archeologico di Lu Brandali. Pomeriggio dedicato alla vicina spiaggia di Zia Colomba nella Baia di Santa Reparata, nota per la presenza, sulla battigia, di alcune colonne di epoca romana. Al tramonto, passeggiata fino al faro di Capo Testa, paesaggio granitico scolpito dal vento e dal mare, che lascia incantati.

Aggius

Quarta tappa. Tappa in salita. Raggiungiamo Aggius, 510 metri di altitudine nel primo pomeriggio. Aggius è un paese tipico gallurese, con una storia antica: repubblica per 48 ore, nel 1848, è incastonato sotto una cresta granitica. Epicentro del banditismo gallurese, fenomeno sociale molto esteso e storicamente radicato; da una vicissitudine legata a questo ambiente nasce il romanzo storico del “Muto di Gallura”. Nel pomeriggio visitiamo il museo del banditismo e il museo etnografico, poi passeggiata per il paese dove sono attivi ancora alcuni laboratori in cui si lavora la lana sarda con i tipici telai a mano.

Castelsardo

Quinta tappa. Raggiungiamo Castelsardo, passando dalla valle della luna di Aggius, sembra di viaggiare su un altro pianeta, le sculture di granito assumono forme straordinarie. Prima di Castelsardo breve sosta alla roccia dell’Elefante, un grosso masso di trachite color ruggine che ricorda l’aspetto di un elefante seduto, con due domus de janas del periodo pre-nuragico. Pomeriggio in spiaggia e cena con gli amici veronesi che ci hanno raggiunto dalla Maddalena. Passeggiata serale tra le suggestive stradine antiche di Castelsardo.

Sesta tappa a Porto Torres. In mattinata sosta in spiaggia lungo il percorso, poi prima di arrivare a Porto Torres facciamo una deviazione dal percorso, per portarci sul sito archeologico recentemente scoperto di Monte d’Accoddi. Un monumento unico nel bacino del Mediterraneo, massima espressione sacra della civiltà prenuragica datato al IV millennio a.C., una piramide altare o ziggurat unica in Europa che rimanda alle costruzioni similari della Mesopotamia. Nello stesso sito due enormi e suggestive pietre rotondeggianti, forse simbolo di Sole e Luna, un menhir e i resti di un villaggio. Arriviamo a Porto Torres su una ciclabile panoramica costiera.

Settima tappa, due notti. Ci imbarchiamo al mattino per l’Isola dell’Asinara dove resteremo due notti ospiti nell’ostello dell’isola, una vecchia caserma delle guardie penitenziarie. L’isola, parco nazionale con area marina protetta, è vietata al traffico a motore privato, è quindi un paradiso per ciclisti ed escursionisti. Passiamo il primo giorno ad esplorare la parte sud. Incontriamo spesso gli asinelli, i cavalli selvatici li troviamo nei pressi di Fornelli. Le spiagge hanno colori turchesi e le acque sono cristalline. Visitiamo uno dei tanti edifici carcerari. L’ostello è frequentato da cicloturisti ed escursionisti, noi abbiamo una camerata tutta per noi con vista sul mare. Il giorno successivo al mattino andiamo a piedi a Cala Serena, una spiaggia bianca in un’insenatura da sogno, siamo solo noi e i pesci. Nel primo pomeriggio ci raggiungono due amici veronesi in e-bike. L’unica strada dell’isola è lunga circa 25 chilometri e permette di osservare i diversi ambienti del parco.

Castelsardo

Ottava tappa. Ci imbarchiamo per Porto Torres e ci dirigiamo ad Alghero, che raggiungiamo nel primo pomeriggio, che dedichiamo alle passeggiate. Imperdibile il tramonto sul mare dalle mure difensive. Alghero è un’isola catalana, testimone rimasta dell’espansione catalana nel Mediterraneo.

Nona tappa. Da Alghero a Bosa sulla strada panoramica costiera. Tratto molto bello, con dislivello impegnativo, che si sviluppa tra le montagne vulcaniche e il mare. Uno dei tratti costieri più belli che abbiamo fatto quest’anno. Sopra di noi per un paio di chilometri hanno volteggiato tre grifoni. Lasciati i bagagli nel B&B abbiamo il tempo per la spiaggia, poi in bici visitiamo Bosa.

Decima tappa a Cabras. Lasciamo la coloratissima Bosa, in direzione di Cabras, passando nella devastazione lasciata recentemente dagli incendi che hanno interessato la regione del Montiferru. Ci fermiamo per una sosta a S`Archittu, una baia incantevole, con un vento di maestrale forte, che rende questo posto ancora più affascinante. A Cabras visitiamo il museo archeologico che custodisce alcune statue dei giganti del Mont’e Prama, il complesso di statue più antico d’Europa.

Museo dei menhir di Laconi

Undicesima tappa a Laconi, tappa in salita ma senza pendenze importanti. Visitiamo il parco Aymerich, il parco urbano più grande della Sardegna e poi nel palazzo Aymerich, il museo della statuaria preistorica, unico nel suo genere con una ricca collezione di menhir con figure antropomorfe del terzo millennio a.C.. Impressionante la “capacità artistica” di questi nostri antenati, che hanno scolpito, figure capovolte, a simboleggiare, il momento in cui l’anima, lascia il mondo dei vivi, e si ricongiunge alla madre terra.

Biru e Concas

Dodicesima tappa – Atzara. Percorso in Barbagia. Visitiamo il museo di arte moderna e contemporanea sorto a seguito delle vicende del primo novecento che videro giungere ad Atzara numerosi pittori attratti dalla cultura e dai costumi. Poi visitiamo il sito archeologico di Biru e Concas, dove c’è la maggiore concentrazione di menhir, circa duecento, del mediterraneo. Immerso in una sughereta secolare, ha trenta menhir allineati in doppia fila. Chiamato anche la “Stonehenge” sarda, lascia un forte senso di sacralità.

Tredicesima tappa – Orgosolo. Fantastico giro nei monti della Barbagia. Pedalando su strade statali senza traffico, raggiungiamo Orgosolo passando da Ovodda e Mamoiada. Immancabile il tour dei tanti murales, un museo a cielo aperto.

Quattordicesima tappa – Posada. Tappa in prevalente discesa: lasciando Orgosolo e il Supramonte, arriviamo a Posada con una giornata molto ventosa, visitiamo il borgo di Posada e la grande spiaggia dopo la laguna.

Qundicesima tappa, due notti a Porto san Paolo. Approfittando delle giornate ancora calde e del riparo offerto dall’isola della Tavolara, stiamo due giorni in relax sulle spiagge, l’ultimo bagno lo facciamo il 6 ottobre. Terminiamo questo viaggio pieno di emozioni, colori e paesaggi stupendi ad Olbia. Abbiamo percorso 1.009 chilometri e affrontato 15.000 metri di dislivello.

(da Ruotalibera 173 – gennaio-marzo 2022)

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Marco Tosi

Viandante in bicicletta, vegetariano e pacifista. Con FIAB da decenni, traccia ciclovie, organizza cicloescursioni, scrive articoli sui territori che attraversa pedalando.
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