Risorgive: non solo ciclabile
Dal 2017 abbiamo a disposizione una bella ciclabile, chiamata ciclabile delle Risorgive, che attraversando la pianura veronese collega il fiume Mincio al fiume Adige: un progetto che ha vissuto un iter particolarmente travagliato visto che ad un certo punto l’opera era uscita dall’elenco delle opere finanziate dalla Regione Veneto e quindi sembrava dovesse rimanere un sogno. Dopo uno stop di qualche mese però la situazione è tornata sotto controllo e la pista è stata realizzata anche con il contributo parziale dei singoli Comuni coinvolti e grazie all’impegno importantissimo del Consorzio di Bonifica proprietario del canale raccoglitore.
Un collegamento importante perchè, oltre essere una lunga ciclovia (circa 35 km), mette in comunicazione tutti i paesi attraversati (Buttapietra, Castel d’Azzano, Povegliano, Valeggio sul Mincio, Vigasio, Villafranca, San Giovanni Lupatoto e Zevio) e quelli limitrofi (ad esempio Mozzecane). Ma perchè si chiama così? Effettivamente lungo il percorso è difficile scorgerle e per vederle a volte sono necessarie delle brevi deviazioni, ma è importante sapere che lungo questa nuova ciclovia sono presenti moltissime risorgive, addirittura più di 100. Alcune delle più importanti e conosciute sono: Fossa Leona, Fossa Giona, la sorgente del Fiume Tartaro, Fossa Morandina, Fossa Bora, Fontanin, Fossa Crear.
Ma che cos’è esattamente una risorgiva?
È una sorgente d’acqua dolce di origine naturale, il cui affioramento è determinato dalla diversa permeabilità dei sedimenti del terreno sottostante. La risorgiva rappresenta un microambiente fragile, da salvaguardare per le sue caratteristiche molto particolari sia dal punto di vista della flora che della fauna. Le acque di risorgiva sono ad un temperatura quasi costante e sono quindi calde d’inverno e fresche d’estate influenzando quindi il microclima dell’ambiente circorstante. Il livello dell’acqua non è sempre costante e può variare da pochi centimetri fino a due metri. Da sempre si è cercato di sfruttare questa risorsa sia come approvvigionamento idrico sia come fonte da impiegare nella coltivazione dei campi. La risorgiva è quindi un elemento importante del nostro territorio ed andrebbe studiato, spiegato e soprattutto vissuto.
Se vogliamo essere critici, proprio questa è una pecca della ciclabile: non disporre di segnali che indichino la posizione delle risorgive, oltre che di altri punti di interesse, ad esempio punti di ristoro, costruzioni interessanti e il centro dei paesi stessi, sempre utili in caso di necessità o per recuperare cibo e acqua. A colmare parzialmente questa lacuna c’è la recente guida “Alla riscoperta delle Risorgive Veronesi” pubblicata di recente da tre architetti di Mozzecane (Simone Mantovani, Federico Faccioli e Francesco Sposito) su commissione del “Consorzio Pro Loco Le Risorgive della Pianura”, nella quale tutte le risorgive sono state singolarmente schedate con una serie di informazioni importanti: posizione GPS, accessibilità, tipo di ambiente, comune di appartenenza, ecc. Un particolare molto interessante è dato dal fatto che la posizione di ciascuna singola risorgiva è raggiungibile attraverso un QR code: un codice di accesso rapido che attraverso la lettura dal cellulare conduce direttamente alla relativa pagina web. Inoltre la singola risorgiva è stata “mappata” su openstreetmap, la cartografia libera per eccellenza e quindi facilmente visualizzabile se, quando utilizziamo il nostro navigatore, utilizziamo questa cartografia come mappa base.
Quindi le risorgive non sono semplicemente una ciclabile, ma una zona naturalistica molto interessante della bassa veronese che ora possiamo visitare anche in bicicletta, il nostro caro mezzo ecologico per eccellenza.
di Alberto Bottacini
(da Ruotalibera 162 – aprile-giugno 2019)