Riscaldamento globale: anche i Comuni possono fare qualcosa
Incontro con Daniele Pernigotti esperto di cambiamenti climatici
Qual è la posta in gioco del fenomeno del riscaldamento globale e quali sono gli ostacoli politici, economici e sociali che frenano la transizione verso un modello di sviluppo più sostenibile? Che cosa possiamo fare come singoli e come comunità?
Lo ha spiegato in modo chiaro e coinvolgente Daniele Pernigotti, amministratore delegato di Aequilibria nonché uno dei massimi esperti in tema di cambiamenti climatici lo scorso 17 settembre in sede FIAB, dove era di tappa con la sua “carovana” di biciclette che ogni anno intraprende un lungo viaggio da Venezia – simbolo della fragilità – verso una della tante capitali europee per portare messaggi e richieste di sostenibilità. Un’occasione di confronto che, malgrado alcuni imprevisti organizzativi (l’incontro pubblico si doveva tenere in Piazza San Zeno ma all’ultimo minuto si è rotto il generatore “a pedali” che fornisce energia a tutto l’impianto audio), avrebbe meritato una più larga partecipazione di pubblico, soprattutto in tempi di ripresa dei Fridays for Future.
Pernigotti ha spiegato che fenomeni calamitosi come inondazioni e siccità sono due facce della stessa medaglia, quella del riscaldamento globale che sta cambiando la geografia della Terra sciogliendo l’Artico e alzando il livello dei mari che si riversano inevitabilmente sulle coste. La correlazione di tali fenomeni con le attività umane produttrici di gas ad effetto serra (CO2 in primis) è nota da almeno 30 anni, fin dal Summit della Terra di Rio del 1992, soltanto che l’accordo tra le grandi potenze mondiali sulle misure da adottare è arrivato con gravissimo ritardo, non prima del 2005.
Nel frattempo i fenomeni di aumento delle temperature e di innalzamento del livello dei mari sono tali che più tempo si perde e più drastiche sono le misure da adottare per riuscire controllarli. Oggi tutte le potenze sfoggiano programmi ambiziosi: la Cina – che si è convertita al mercato delle energie pulite – prevede emissioni zero entro il 2060; gli Stati Uniti di Biden hanno annunciato un taglio del 52% delle emissioni di gas serra rientrando così negli obiettivi della Conferenza di Parigi da cui Trump li aveva portati fuori; l’Europa si pone un ambizioso -55% entro il 2030.
Fatto sta, comunque, che la più grossa riduzione nella storia delle emissioni di gas serra (-6%) è stata registrata nel 2020, anno della pandemia, ed è inequivocabilmente legata alla frenata delle attività economiche e del traffico. Un buon contributo lo ha dato l’Europa con l’introduzione del mercato delle quote di emissioni che coinvolge le principali aziende europee responsabili del 45% delle emissioni globali nel Vecchio Continente.
Un successo che si riflette nelle quotazioni della CO2, schizzata, da circa due anni a questa parte, dagli iniziali 3-4 euro per tonnellata fino a 50-60 euro a tonnellata. Pian piano, il criterio del “pago finché inquino”, si sta estendendo anche al traffico marittimo e aeroportuale, a testimoniare la possibilità che diventi una strategia globale. Ognuno di noi, nel suo piccolo, può sostenere questi processi globali facendo scelte responsabili nello spostarsi, privilegiando mezzi sostenibili; nell’abitare, investendo in efficientamento energetico; riducendo i rifiuti ma anche semplicemente mangiando un po’ meno carne.
Il tema dovrebbe investire più da vicino anche il dibattito pubblico cittadino e le amministrazioni comunali che con il Patto dei Sindaci sono diventate parte attiva nel processo di riduzione delle emissioni.
“In concreto – ha spiegato Pernigotti – una amministrazione comunale dovrebbe lavorare sullo sviluppo della mobilità sostenibile, aumentando gli spazi per le bici e la pedonalità. Cominciando proprio col lasciare fuori le automobili dai centri storici. Non vedo altra soluzione”.
(da Ruotalibera 172 – ottobre-dicembre 2021)
Immagine in evidenza: Daniele Pernigotti (seduto) con Corrado Marastoni, presidente FIAB Verona