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Quando la passione diventa un lavoro

Intervista a Fabio Boeti

All’inizio di ogni passione c’è sempre un mito. Quella di Fabio Boeti per la bicicletta nasce dalle imprese di Marco Pantani al Giro d’Italia e al Tour de France. Correvano gli anni Novanta e Fabio, appena dodicenne, ancora non poteva sapere che quella passione lo avrebbe portato da Aprilia, la sua cittadina d’origine fin sulle sponde del Lago di Garda dove ha fondato una delle primissime attività legate al turismo esperienziale.

Fabio Boeti

– Dunque la tua passione è nata dalla bici sportiva?

Sì, avevo 12-13 anni e con gli amici seguivamo in tv le imprese di Pantani. Poi correvamo a replicarle in strada lanciandoci a bomba giù dalle discese, inventandoci epiche crono scalate e quant’altro. Fino ai 14 anni la bici era questo per me, poi ebbi un incidente in cui persi la milza e per un poco mi allontanai dalla bici. Verso i 18 anni salii di nuovo in sella, questa volta al seguito di una associazione che organizzava escursioni domenicali.

– Come sei capitato a Verona?

Per lavoro a seguito di un trasferimento dalla filiale della ditta per cui lavoravo come termotecnico alla sede centrale, che era appunto a Verona. Parliamo di 13-14 anni fa; in seguito ho lavorato, sempre come termotecnico, per altre aziende del settore, Daikin ad esempio. L’ultima è stata una azienda di Bovolone che produceva pannelli solari, venni assunto nel 2008.

– E il Lago di Garda?

Quello mi è sempre piaciuto, l’ho girato in lungo e in largo, assieme al Baldo, alla Valpolicella e alla Lessinia. Con un gruppo di Caselle di Sommacampagna facevamo i passi dolomitici.

– E poi che è successo?

È arrivata la crisi edilizia e la cassa integrazione. Cominciavo già ad accarezzare l’idea di svoltare e aprire un negozio di biciclette. Poi nel 2013, per caso, sfogliando il giornale locale, mi sono imbattuto nel Corso universitario di Esperto promotore della mobilità ciclistica, che allora era alla sua prima edizione. Mi sono sono iscritto e da lì mi si è aperto un mondo: ho conosciuto Marco Passigato (coordinatore didattico del corso nonché storico dirigente FIAB ndr), la FIAB, Girolibero, i viaggi in bicicletta. Da lì ho veramente capito che la bici non è solo bici da corsa o mountain bike, ma scoperta ed emozione, promozione del territorio, slow tourism che permette di assaporare bellezze e bontà.

– Finito il corso vi siete dati subito da fare…

Sì, abbiamo aperto l’associazione Ciclone Ads proprio per cercare di capire come sviluppare le attività legate alla promozione del territorio, dalla progettazione dei percorsi all’organizzazione delle escursioni. Con Marco Passigato e FIAB abbiamo completato i percorsi cicloturistici delle Terre del Custoza che abbiamo inaugurato il 24 maggio 2014. Poi il Comune di Sommacampagna ci ha dato l’incarico di gestire la presenza ad una fiera dedicata all’agriturismo ad Arezzo. Nel 2015 ho gestito un piccolo noleggio bici in cima alla funivia di Malcesine.

– E Bike Experience quando nasce?

Dopo la cassa integrazione, nel 2015, sono stato lasciato a casa. Già ricco di tutte queste esperienze, ho cominciato a buttar giù il business plan della mia attività. Da subito sono partito con l’idea che l’attività avrebbe dovuto incentrarsi sulla promozione del territorio e sul supporto alle strutture ricettive, aiutandole a diventare più bike friendly. Ma doveva partire da loro.

– È stato difficile ottenere finanziamenti?

In realtà non li ho chiesti, ho fatto tutto con le mie forze comprando otto biciclette e cominciando a svolgere servizi di accompagnamento per escursioni di un giorno. La forza della proposta stava nelle modalità di scoperta del territorio: visita alle cantine, degustazione di prodotti tipici, contribuendo anche alla crescita del territorio stesso.

– Come è stata accolta la tua proposta?

Rispetto al 2015 sono cambiate molte cose. All’inizio non c’era tutta la sensibilità che c’è oggi. Molte cantine mi dicevano che non gli interessava. Col tempo però le cose sono via via migliorate, fino ad arrivare a stringere, proprio pochi mesi fa, una partnership con Federalberghi Garda. Sono soddisfatto per quello che riesco a fare con i turisti e con il territorio. E nel frattempo altri percorsi sono stati messi a sistema oltre alle Terre del Custoza.

– E i turisti?

Prediligo lavorare con piccoli gruppi da minimo 2 a massimo 10 persone perché si riesce ad interagire bene. Faccio anche eventi più grandi da 30-50 persone ma in questi caso ho bisogno di collaboratori. Diciamo che lavorando molto con nordeuropei, di solito ci si intende subito perché tedeschi, inglesi ma anche americani danno valore aggiunto all’accompagnatore che li porta fuori dalle strade principali. La prima domanda che fanno non è quanto dura il giro o a quanto ammonta il dislivello, vogliono sapere le tappe e verificano che ci siano le “classiche” come Borghetto sul Mincio e Custoza. Gli italiani mostrano invece di prediligere i percorsi protetti su pista ciclabile, ma quando scoprono che ci si muove benissimo anche in strade secondarie a bassa percorrenza restano letteralmente a bocca aperta.

Se vuoi saperne di più: www.bikeexperience.net.
Se vuoi contattare Fabio: fboeti81@gmail.com – tel: 349 6632013.

(da Ruotalibera 163 – luglio-settembre 2019)

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Michele Marcolongo

Michele Marcolongo è nato il 5 novembre 1975 a Verona, la città dove vive. Laureato in Scienze Politiche all’Università di Padova con il massimo dei voti, dal 2005 svolge attività giornalistica e di comunicazione collaborando con quotidiani, riviste e come addetto stampa di associazioni ed esponenti politici. Nel campo della comunicazione per la mobilità sostenibile dall’ottobre 2010 collabora con il trimestrale BC (la rivista di FIAB nazionale) mentre è da ben più tempo addetto stampa di FIAB Verona e capo redattore della rivista Ruotalibera.
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