Portando tutto a casa…
Grazie a tutti ai sostenitori della raccolta fondi per AIDA: ce l'abbiamo fatta assieme!
Difficile cominciare quando si ha così tanto da dire. Parto dalla domanda che mi sono fatto leggendo “La Mattina dopo”, il più recente libro di Mario Calabresi, assolutamente consigliato: quando la raccolta fondi sarà conclusa, come passerò la mia prima giornata “senza Aida”?
Non dovrò più selezionare mentre mi lavo i denti una canzone per Radio Aida; o ricordarmi di rispondere a quel cicloturista olandese che mi chiede informazioni. Ma soprattutto non farò più “refresh” di pagina in maniera compulsiva sulla piattaforma Eppela. Mi sforzerò di liberarmi di questi tic che mi accompagnano da parecchie settimane. Sarò più libero, ma anche disorientato.
Devo dire che una raccolta fondi è davvero un distillato di emozioni assurde: gratitudine, inadeguatezza, senso di onnipotenza, bluff… ma soprattutto meraviglia. Meraviglia perché ti guardi alle spalle, quando sei arrivato in cima a quello strappo vertiginoso, e non ricordi quante volte hai digrignato i denti mentre arrancavi: c’è solo il panorama, e la sensazione di avercela fatta.
Ma procediamo con ordine, iniziamo con un piccolo sommario: la Ciclovia AIDA – Alta Italia da Attraversare è una ciclovia di 920km che collega il confine francese presso il Colle del Moncenisio a Trieste, attraversando la maggior parte delle città del Nord Italia: Susa, Torino, Vercelli, Novara, Milano, Brescia, Verona, Vicenza, Padova, Venezia, Treviso, Pordenone,Udine e Trieste. L’abbiamo sognata e poi pazientemente tracciata e testata chilometro dopo chilometro sul terreno io e Corrado Marastoni, il presidente di FIAB Verona. Il percorso è una vera sinfonia di paesaggi e località dell’alta Italia: dalle Alpi Cozie e Graie al Carso, dal lago di Garda alla costiera triestina, passando per le pianure risicole piemontesi e per i vigneti lombardo-veneti. Innumerevoli borghi, castelli, cascine, ville di delizia, canali; per non parlare di ben otto siti Unesco collegati o avvicinati.
Ora che abbiamo fatto gli onori di casa, torniamo a concentrarci sul perché di una raccolta fondi, quando avremmo potuto abbastanza agilmente “auto-tassarci” di 1€ a socio a livello nazionale, per raggiungere la base della cifra necessaria. Perché non abbiamo preso la scorciatoia, e abbiamo invece inforcato i tornanti? Il perché noi cicloturisti lo sappiamo bene: è il gesto stesso del pedalare che cattura i panorami, gli sguardi, le risate, gli imprevisti e li trasforma in viaggio. Non certo il fatto che il nostro corpo arrivi in quel determinato punto spazio-temporale, giusto? Bene, qualcosa di simile era scritto tra le righe della nostra raccolta fondi: oltre a darci un obiettivo progettuale e finanziario, sapevamo che solo “mettendosi sulla strada” AIDA avrebbe preso vita, perché avrebbe potuto sfiorare la vita di molti. È quindi mia intenzione raccontarvi brevemente le tappe di questa epifania “on the road”.
Subito dopo la Bicistaffetta del 2018, tra noi del Comitato AIDA serpeggiava la domanda: quale sarà la prossima mossa? O meglio: cosa dobbiamo inventarci ancora per far sì che il nostro sogno diventi un po’ alla volta realtà, senza dimenticare che siamo tutti volontari? Avevamo già raggiunto un grande sviluppo fra le mura della nostra associazione, eppure sapevamo che solo un rilancio in grande stile avrebbe potuto fare breccia fuori dal recinto FIAB. E proprio da fuori FIAB abbiamo preso spunto: a Febbraio 2016 l’associazione Slow Travel Network aveva lanciato e concluso con successo una raccolta fondi del tutto simile, finalizzata a stampare e affiggere i segnavia della Via Francigena By Bike. I primi mesi del 2019 sono stati consacrati a raccogliere informazioni in tal senso: sulla piattaforma Eppela, sui costi dell’operazione, su primi controlli relativi a ripetere l’operazione in casa FIAB. Arrivati all’assemblea dei soci di Aprile 2019, è bastato chiacchierare velocemente con tutti i membri del Comitato (mai sottovalutare il potere delle chiacchiere nei coffee break) per capire che le energie c’erano, e le gambe erano calde. Così, il primo maggio 2019 una mail a tutti i membri del Comitato spiccò il volo, contenente il piano d’azione per orchestrare tutta la raccolta fondi, comprensivo dei costi di massima e del cronoprogramma… senza questi piccoli documenti e questi primi gesti pubblici di impegno, non saremmo minimamente riusciti ad arrivare fino in fondo!
Iniziava un lungo tour de force, dapprima a intensità ridotta e poi sostenuta, dedicato a predisporre strategia e materiali per la campagna: mi piace ricordare un incontro molto prezioso all’Università di Verona ad Agosto con le professoresse Francesca Simeoni e Veronica De Crescenzo, che in qualità di esperte seppero darci alcuni preziosi consigli riguardo alla campagna.
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Una volta affinato il piano, c’era da prendersi cura di due aspetti: i materiali comunicativi, ossia video, sito internet e una piccola “campagna social”; e la definizione delle ricompense. Mi dilungherei troppo a raccontarvi tutti gli incastri fortuiti che ci hanno portato a realizzare il video: da un lato grazie a professionisti valorosi (su tutti, il nostro regista Paolo Concari) e soprattutto a comparse entusiaste (da Diego Vezza alle guide FalabrakTrips, dai Triestini al mitico Giovanni Storti, senza contare i miei poveri amici di ciclo-vacanza, ossia Gio, Guru e Darione, costretti a perdere il treno di rientro per “sfruttare la luce giusta” in quel di Verona). Ma è stata davvero una grande galoppata, contando che la versione definitiva è stata consegnata a due giorni dall’inizio della campagna!
Non posso poi non citare la disponibilità delle Cicliste per Caso, che hanno accettato l’invito al tour di AIDA Est a pochi giorni dalla partenza, finendo per essere stregate dalla ospitalità delle varie FIAB locali!
Un capitolo a parte è riservato a tutte le triangolazioni per le ricompense, soprattutto con il nostro paziente direttore generale Francesco Baroncini: per citarvi un esempio, non è stato facile convincere 20 Albergabici a donare 35 voucher di pernotti gratuiti, ma AIDA ha fatto breccia! Ormai tutto era pronto per il 6 Novembre, compreso il beneplacito del consiglio di Presidenza nazionale, a garanzia di trasparenza sull’operazione e in particolare del nostro presidente Alessandro Tursi.
Una grande lezione imparata è che i piani sono utili per improvvisare con efficacia: man a mano che i giorni di raccolta passavano, capivamo “ad orecchio” quali passi sarebbero stati importanti. Sia a livello stampa (ringrazio Paola Piacentini & Giorgia Battocchio di RadioPopolare, Manuel Massimo di BikeItalia, Alessandra Schepisi di Radio24 e Paola D’Amico di Corriere Buone Notizie, per non parlare del grande lavoro del nostro ufficio stampa e della rivista BC), che a livello istituzionale (e qui ringrazio Elena Rivoltella e Piero Nigrelli di ANCMA) e soprattutto a livello locale (come non pensare a tutte le feste delle FIAB Locali, tra cui la bella serata ad Upcycle con tutti gli attivisti della scena milanese?). Personalmente, ho potuto incontrare più di 500 persone tra soci, ciclo-attivisti e presidenti, ed ogni volta è stato un bagno di affetto e un grande piacere di stare insieme!
Poi ci sono anche i colpi di fortuna o di Provvidenza, e qui cito nuovamente Mario Calabresi che ha avuto la sensibilità e la gentilezza di selezionare AIDA tra centinaia di storie che quotidianamente bussano alla sua porta… vi lascio immaginare la mia emozione quando ho avuto l’onore di “correggere le bozze” del suo post. Insomma, come potete vedere la lista dei ringraziamenti è davvero lunga, e non posso riportare qui tutte le persone che hanno fatto gesti straordinari: ma a tutti loro un grandissimo grazie. Non solo a chi ha contribuito attivamente, ma anche a molti dei miei familiari, amici e colleghi che hanno subito la mia distrazione: anche a loro andrebbe un meritato applauso!
Tirando le fila, siamo arrivati al 20 Dicembre, e abbiamo superato la barriera dei 40.000€. La salita che faceva tanta paura, è solo un ricordo di panorami stupendi. Così la nostra avventura per AIDA ha modo di proseguire: prima mantenendo le promesse, e poi spingendo l’asticella un po’ più lontano. Le stelle si fanno più chiare, fiutiamo il vento per capire dove dirigerci. Ma non abbiamo fretta: i sogni più belli sono sempre un dono a chi verrà dopo di noi. E così facendo, rimaniamo in sella!
di Michele Cremonesi
Coordinatore del Comitato AIDA per FIAB Onlus
(da Ruotalibera 165 – gennaio-marzo 2020)