Per favore, un sorriso!
In attesa di veder progredire le giuste richieste per un piano della mobilità sostenibile, per percorsi ciclabili più sicuri, per una città più vivibile e meno inquinata, c’è qualcosa che ognuno di noi può fare per migliorare i rapporti umani in città e vivere più sereni.
In un mondo sempre più caratterizzato dalla prepotenza diffusa, dalla maleducazione, dalla prevenzione basata sul sospetto che vede nell’altro solo un potenziale nemico, sull’individualismo più bieco, si è creato un clima che vede tutti contro tutti.
L’automobilista se la prende con i ciclisti che occupano spazi che riteneva riservati in via esclusiva alle auto. I ciclisti inveiscono contro gli automobilisti comunque, accusandoli di inquinare e causare incidenti in cui pedoni e ciclisti hanno naturalmente la peggio. I pedoni se la prendono con auto, moto e biciclette anche se magari attraversano strade e incroci senza mai staccare lo sguardo dalla loro protesi telefonica e messaggistica irrinunciabile.
Non c’è niente da fare? Davvero deve andare sempre così o anche peggio?
In realtà la città (ma possiamo estendere il ragionamento a tutte le strade) è il luogo di incontro (e di conflitto) di diverse esigenze. Non sempre è possibile muoversi tutti a piedi o in bici: ci sono esigenze legate ai percorsi e alle funzioni da svolgere che possono aver bisogno di altre modalità. Conciliare le diverse esigenze per ottimizzare la mobilità, oltre all’aspetto normativo (codici e regolamenti) e all’aspetto strutturale (marciapiedi, piste ciclabili, corsie riservate, parcheggi, trasporto pubblico, ecc.), richiede anche il rispetto delle regole e delle esigenze degli altri.
L’intelligenza di una persona si vede più che dalle argomentazioni a favore del proprio punto di vista, dalla capacità di ragionare in termini complessivi, comprendendo le problematiche altrui.
Muovendosi lungo i percorsi che le nostre attività e nostri interessi ci portano a compiere soprattutto in città, entriamo in contatto con altri utenti della strada: una precedenza da dare, la segnalazione di una svolta, l’attraversamento di un pedone forzatamente lento, la coda ad un semaforo, e così via, sono tutte occasioni in cui entriamo in stretto contatto con gli altri, per non parlare di quanto avviene sui mezzi pubblici.
E allora non costa nulla smettere di vedere nell’altro un nemico, un concorrente cui contendere un pezzetto di spazio pubblico come se fosse questione di vita o di morte: gli spazi urbani sono limitati, non ci resta che condividerli con tutti. Non costa nulla sotterrare l’ascia di guerra, evitare di lasciarsi andare subito all’irritazione, al muso duro o all’insulto e fare la cosa più semplice e naturale per l’umanità. Essere educati e soprattutto fare un sorriso.
Vivremo meglio e ci sentiremo più sereni.
(da Ruotalibera 165 – gennaio-marzo 2020)
Immagine in evidenza: foto tratta dal servizio Shutterstock