Il cicloturismo è fonte di introiti
per le regioni

Abbiamo ricevuto un fascicolo che illustra gli itinerari ciclabili della Svizzera; otto percorsi nazionali, accuratamente segnalati, promossi da una Fondazione che unisce operatori turistici e ciclisti (con il patrocinio delle autorità governative).
In Svizzera, come in altri paesi europei, ci si è accorti che il cicloturismo può diventare un
vero e proprio "businnes". Quando maturerà questa consapevolezza anche in Italia?
Nella speranza di dare un contributo in questa direzione riprendiamo di seguito alcune pagine, tratte dalla parte introduttiva del fascicolo, dove si parla appunto dei benefici economici del cicloturismo. Per comodità abbiamo tradotto le cifre riportate in lire italiane (tutti i dati riportati sono tratti da documenti ufficiali citati in calce al fascicolo).

Austria
Nel 1991, Ernst Miegelbauer ha condotto un'inchiesta sul'itinerario ciclabile del Danubio (320 km), interrogando ospiti ed esercenti. Nel 1991 circa 100.000 ciclisti e cicliste hanno speso circa 57 miliardi di lire. In media, i cicloturisti sono stati in viaggio nove giorni e hanno speso attorno alle 63.000 lire al giorno. Attualmente, l'Austria dispone di nove itinerari ciclabili autonomi segnalati (con lunghezze che variano dai 110 ai 340 km), che non sono tuttavia collegati fra di loro. Da un'altra indagine si apprende che il 20% dei turisti che soggiornano in Austria usa la bicicletta durante le vacanze.

Paesi Bassi
Nel 1987, la Fondazione "Landelijke Fietsplatform" ha messo in cantiere una rete nazionale di itinerari ciclabili, realizzando fino ad oggi sei cosidetti itinerari LF (Landelijke Fietsrouten) con lunghezze che variano dai 200 ai 360 km. Alla cura e alla manutenzione degli itinerari provvede la Fondazione stessa. Dall'apertura del primo percorso LF nel 1988, sono state vendute complessivamente oltre 100.000 guide (64 pagine). La Fondazione "Landelijke Fietsplatform" dispone di dati completi sulla capacità del cicloturismo di creare valore aggiunto. Nel 1993, 500.000 olandesi hanno trascorso le vacanze pedalando nel proprio paese (con più di due pernottamenti). Un'indagine condotta nel 1993 ha fornito i dati sugli effetti del cicloturismo a livello nazionale. I pernottamenti annui sono stimati a 246.000. Secondo questi calcoli, il cicloturismo fa confluire ogni anno nelle casse nazionali ben 19 miliardi di lire.

Danimarca
La completa rete di itinerari ciclabili danese è stata inaugurata nel 1993. E' composta da dieci percorsi estesi a tutto il paese e segnalati in forma unitaria. Il primo passo è stato fatto già nel 1989 con la realizzazione del percorso "Heerweg", del quale sono state vendute fino ad oggi ben 45.000 cartine. Nel 1995, la pubblicazione nazionale "Vacanze in bicicletta in Danimarca 1995" è stata redatta in cinque lingue, con una tiratura complessiva di oltre 5 milioni di esemplari. In un'inchiesta condotta presso gli ospiti di campeggi e di bungalow l'ente turismo nazionale ha appurato che i cicloturisti spendono più dei turisti motorizzati. Da un'indagine condotta nella provincia di Fünen si apprende che, in media, i cicloturisti spendono ogni giorno attorno alle 84.000 lire.

Gran Bretagna
In Scozia, nel 1991, l'ente turistico scozzese ha valutato gli effetti economici del cicloturismo a 76,5 miliardi di lire circa. Nella Contea del Somerset, in un indagine sul cicloturismo condotta nel 1994, si è calcolato che investendo nel ciclismo da 0,5 a 1,5 milioni di sterline all'anno (da 1 miliardo a 4 miliardi di lire circa), il ritorno annuo si situa fra i 4 e gli 8 milioni di sterline (fra i 10 miliardi e i 20 miliardi di lire circa).

Germania
Attualmente la Germania dispone di circa 120 singoli itinerari a lunga distanza, ossia di percorsi interregionali segnalati. Nell'ambito di un'indagine condotta dall'Università di Trier si è appreso che il 96% degli interrogati che aveva percorso la valle della Mosella di propria iniziativa aveva intenzione di ripetere l'esperienza. Oltre a queste promettenti intenzioni, anche il comportamento dei cicloturisti conferma che la domanda potenziale è molto allettante. Conformemente all'indagine sopraccitata, i cicloturisti spendono lungo la Mosella e la Saar circa 100.000 lire al giorno (vitto e alloggio incluso, ma senza viaggio di arrivo e partenza). I cicloturisti non sono dei turisti "poveri". Il 53% di coloro che si recano nel Münstelrland ha un reddito familiare netto di oltre 4 milioni di lire al mese. Da un'indagine condotta nel 1989 presso i turisti nell'Altmühltal si apprende che, in seguito all'approntamento di itinerari ciclabili, la richiesta di opuscoli da parte degli ospiti è aumentata drasticamente, passando da 929 esemplari nel 1980 ai 21.779 esemplari nel 1990. Una crescita analoga si è verificata nei pernottamenti, che dal 1980 al 1989 sono passati da 0,82 milioni ai 1,83 milioni.
Nel Münstelrland, un terzo dei pernottamenti - pari a 1 milione - va sul conto del cicloturismo.
Da 10 a 15 milioni di cicloturisti percorrono ogni anno gli itinerari del Münstelrland, producendo un fatturato di circa 300 miliardi di lire.
Nello Schleswig-Holstein, il fatturato annuo realizzato con il turismo ammonta a quasi 3500 miliardi di lire. Secondo una stima particolarmente cauta, oltre un terzo di questo fatturato è da ascrivere al cicloturismo.

Conclusione
I risultati provenienti da questi paesi confermano chiaramente che il cicloturismo ha effetti estremamente positivi sull'economia. Tuttavia, dimostrano anche che è indispensabile offrire una scelta di qualità di percorsi ben segnalati.
Naturalmente, non si possono applicare direttamente alla Svizzera le cifre rilevate negli altri paesi. Ma malgrado la grande differenza delle premesse dei singoli paesi, un fatto è certo: il cicloturismo assicura ovunque un'importante creazione di valore aggiunto. I soldi investiti negli itinerari ciclabili svizzeri si riveleranno un investimento estremamente redditizio per l'economia pubblica e turistica del nostro paese.

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