Cicloturismo, cicloescursionismo e politiche per la loro promozione

LA BICICLETTA PER TUTTI

La FIAB promuove l'uso della bicicletta come normale mezzo di trasporto e, distinguendosi nettamente dalle federazioni ciclistiche sportive, si ritiene più propriamente un'associazione ambientalista.
Cerca cioè di rappresentare le idee e le esigenze sia dei "ciclisti urbani" (coloro che usano la bicicletta per i propri spostamenti quotidiani), sia dei "cicloescursionisti" e dei "cicloturisti" (che usano la bicicletta nel tempo libero, in maniera "non sportiva").

CICLOESCURSIONISMO

Passeggiando in bicicletta
La bicicletta sta vivendo, in molte regioni d'Italia, una seconda giovinezza.
Ogni anno in primavera, con il primo tepore, alla domenica le strade di campagna si riempiono di ciclisti: giovani con il rampichino, famiglie con bambini sul sellino o al seguito sulle loro biciclettine, signori attempati in tute sgargianti.... la scoperta o la moda, se volete, del cicloescursionismo è ormai una realtà sempre più diffusa...
Muovendosi in bici si fanno delle tranquille passeggiate; non ci sono più solo i ciclisti sportivi (che corrono o fanno molta strada), ma anche quelli che pedalano tranquillamente, fermandosi spesso per una visita o per una sosta.
La bicicletta diventa così un mezzo per scoprire la natura, il profumo dell'aria pulita, il silenzio, il vento tra i capelli, il gusto di sentire il nostro corpo muoversi e funzionare alla perfezione.....
Contemporaneamente si riscopre il nostro territorio che, se visitato muovendosi a ritmi più lenti, nasconde tanti tesori, piccoli ma interessanti particolari storici, naturalistici, ecc.

I problemi
Il problema è che questa riscoperta, questo entusiasmo collettivo per la bicicletta, che contagia sempre più persone, rischia di scontrarsi con una dura realtà: il traffico automobilistico spesso caotico, veloce e pericoloso rende impraticabili per i cicloescursionisti le strade principali, quelle che la maggior parte della gente conosce....
In Italia non è come nel nord Europa, a parte rare eccezioni, non esistono nella campagna piste ciclabili o almeno una segnaletica che indichi le strade secondarie, quelle meno trafficate e più amene.
Da noi la segnaletica è pensata esclusivamente per le auto; se devi andare in un certo paese in bicicletta, nonostante esista una piacevole stradella sconosciuta agli automobilisti, seguendo le indicazioni stradali ti troverai inesorabilmente su una superstrada, tra le auto che ti sfrecciano a "pelo" e che ti suonano prepotentemente il clacson, facendoti sobbalzare dallo spavento.
Quindi chi prende in mano la bicicletta per la prima volta, non conoscendo bene il territorio, rischia di ritrovarsi in mezzo al traffico e, dopo una o due gite ciclistiche poco piacevoli..... andare in bicicletta non sembra poi così bello!!

L'attività promozionale delle associazioni FIAB
Eppure l'Italia è ricca di strade e stradine secondarie, poco frequentate dalle auto... un vero paradiso per i ciclisti.
Nasce così, da parte delle associazioni ciclo-ambientaliste della FIAB, la documentazione di tutta una serie di itinerari e l'organizzazione di ciclo-gite "sociali" (di grande successo). Tutto ciò per favorire un'attività che mette a contatto con la natura, un tipo di turismo che ha un'impatto ambientale uguale a zero....

Una politica per il ciclo-escursionismo
A questo punto però la FIAB si rivolge alle Amministrazioni Pubbliche. Si chiede di riconoscere che il cicloescursionismo e il cicloturismo, che stanno vivendo in questi ultimi anni un vero e proprio boom, sono attività da favorire ed incentivare, per ragioni ecologiche, di promozione dell'attività motoria e di forme alternative di turismo.
- Allora innanzitutto si deve fare in modo che la conoscenza del territorio, di questi percorsi alternativi non resti nell'ambito di pochi appassionati "specialisti" (o comunque di chi risiede nei luoghi), ma un patrimonio di tutti...
Occorre favorire la pubblicazione di mappe e percorsi ciclabili. Interessante è, per esempio, il lavoro che sta facendo la Regione Veneto, con la collaborazione delle associazioni ciclo-ecologiste, ciclo-sportive e di mountain-bikers, di censimento di tutti i percorsi esistenti nella regione per realizzare una vera e propria cartografia ciclistica...
- Un secondo passo dovrebbe essere quello di segnalare questi itinerari, come accade all'estero ma anche in Italia (per es. nel Mantovano...).
- In terzo luogo, specialmente in quei tratti dove non esistono strade secondarie alternative, si dovrebbero realizzare vere e proprie piste ciclabili. Si tratta di stradine, in genere asfaltate (ma non necessariamente, se il fondo stradale è buono), riservate solo alle biciclette.
Quelle realizzate per svago o turismo non sono, in genere, a fianco delle strade per auto, ma totalmente indipendenti in percorsi lontani dal traffico motorizzato spesso immersi nel verde e nella natura. Nel nord-europa ce ne sono molte, mentre in Italia si contano ancora sulle dita. Quel poco che si è fatto, però, ha già riscosso grande successo. Per esempio la pista ciclabile dell'Adige da Trento a Rovereto o la Ciclo-pedonale del Mincio (Mantova-Peschiera, vera e propria pista ciclabile solo da Mantova a Goito, strade secondarie segnalate da Goito a Peschiera). Nella bella stagione il sabato e la domenica sono letteralmente affollate di ciclo-escursionisti.

CICLO-TURISMO

Viaggi in bicicletta
In bicicletta è possibile anche compiere anche lunghi viaggi.
Dove andare? L'Italia, come ben noto, dal punto di vista cicloturistico, non è uno dei paesi più attrezzati d'Europa. Tuttavia, se si programma accuratamente l'itinerario, cercando sulle mappe le strade secondarie, il nostro paese offre molte possibilità.
E in Europa? Olanda, Danimarca, Germania e Austria offrono al cicloturista percorsi attrezzati, con chilometri di piste ciclabili e strade secondarie segnalate.
Anche la Francia e l'Irlanda sono mete classiche, grazie all'infinità di stradine secondarie e poco trafficate che le percorrono.
Comunque tutti i paesi d'Europa possono essere visitati in bici, tutto sta nel programmare accuratamente il viaggio....

Il cicloturismo in Europa
- Il viaggio "cicloturistico", che in Italia è visto quasi sempre come un'impresa, in molti paesi d'Europa è invece considerato come uno dei tanti modi per passare le proprie ferie, simpatico ma non particolarmente eroico e tantomeno "super-sportivo".
In Austria o in Olanda durante l'estate si incontrano facilmente gruppi cicloturistici formati da intere famiglie, da anziani, da giovani con carrelli al seguito ricolmi di bagagli, ecc.
Ogni viaggiatore adatta le proprie tappe, i percorsi e l'andatura alla propria situazione soggettiva.

Itinerari ciclo-turistici europei
- La creazione in zone extra-urbane di piste ciclabili o di più semplici percorsi segnalati ha favorito in alcuni paesi europei lo sviluppo di un'attività "a portata di famiglia", sia ciclo-escursionistica (a breve raggio).
Pensando al ciclo-turismo di più ampia portata sono stati creati anche degli itinerari di interesse nazionale (realizzandoli appositamente o collegandone vari di esistenti).
Ne citiamo alcuni (quelli che ci sono noti).
Austria: Ciclopista del Danubio (Donau Radweg: Passau-Vienna), Ciclopista del Tauern (Tauern-Radweg: Krimml - Salzburg - Passau), Ciclopista dell'Inn (Inn-Radweg: Innsbruck-Passau), Ciclopista della Drava (Sillian-Dravograd).
Germania: Ciclopista del Danubio (Donau-Radweg: Donaueschingen-Passau), Romantische Strasse, Ciclo-itinerario del Reno.
Svizzera e Germania: Ciclopiste attorno al Lago di Costanza (Bodensee).
Danimarca: nel 1993 sono stati creati 10 percorsi nazionali, tutti segnalati che percorrono l'intero Paese. La più nota è la Haervejen, l'antica strada militare. Altre seguono in prevalenza le coste.
Olanda: la fitta rete di piste e percorsi ciclabili che attraversa tutto il Paese permette ai cicloturisti di inventarsi, a piacere, qualsiasi percorso....
- Alcuni di questi percorsi (ad esempio la Ciclopista del Danubio in Austria) attirano da tutta Europa, durante la stagione estiva, un notevole flusso turistico, con la valorizzazione di zone altrimenti marginali e con positive ricadute sull'economia locale (alberghi, ristoranti, "bed and breakfast", campeggi, ecc.).

I vantaggi "sociali" del ciclo-turismo
Mentre il turista in auto si sposta velocemente da un luogo di grande importanza ad un altro, il cicloturista approfondisce la conoscenza del territorio chilometro per chilometro, riscoprendo e valorizzando luoghi di importanza secondaria, fermandosi a mangiare e dormire in paesi spesso tagliati fuori dalle "migrazioni" turistiche di massa...
E' naturale quindi che un percorso ciclo-turistico ben realizzato e "reclamizzato" non porta vantaggi solo agli appassionati, ma favorisce attorno ad esso la nascita di iniziative imprenditoriali turistiche.
In secondo luogo va considerato lo scarso impatto ambientale di questa forma di turismo rispetto a quello motorizzato, o comunque di massa, che contribuisce durante la stagione estiva a rendere invivibili le città monumentali più famose, a danneggiare gli ambienti naturali delle località più note, a soffocare in ingorghi d'auto e calche umane gli stessi turisti.....

Una politica italiana per il cicloturismo?
Stupisce quindi la totale mancanza di una politica italiana per favorire il cicloturismo, il che è assurdo e stupido in un paese a vocazione turistica come il nostro e che, per il clima e le attrazioni storico-culturali e naturalistiche diffuse su tutto il territorio, sarebbe molto più appetibile delle classiche mete del cicloturismo europeo.
Noi della FIAB siamo convinti che anche l'Italia dovrebbe puntare su questo tipo di turismo. Nel nostro Paese non esiste un itinerario di interesse nazionale, per questo stiamo lavorando ad un progetto: la "ciclopista del sole", un itinerario ciclabile che attraversa la penisola dal Brennero fino a Napoli (vedi ciclopista del sole, nelle pagine FIAB).
Il percorso dovrebbe svolgersi, ove possibile, su strade secondarie con scarso traffico automobilistico o, dove esistono, su vere e proprie piste ciclabili.
In parte, fino agli Appennini, l'itinerario è già schedato e collaudato e, al massimo entro un anno, la FIAB pubblicherà le prime schede...
Seguirà la richiesta alle Amministrazioni Pubbliche di dotare il percorso di apposita segnaletica.
Lungo l'Adige da Bolzano fino al confine con il Veneto e in Lombardia, lungo il Mincio, da Peschiera fino a Mantova la Ciclopista del Sole è prevista su degli itinerari e delle Piste ciclabili già realizzate e segnalate (o in fase di realizzazione).
Quindi basterebbe un piccolo impegno, la semplice segnaletica da parte della Provincia di Verona nel territorio di sua competenza e un grande tratto, da Bolzano fino a Mantova, sarebbe già realizzato e segnalato..... 

Torna alla pagina principale torna alla pagina precedente