Dal libro: itinerari IN BICICLETTA
Verona e dintorni

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Itinerario 8 - Le risorgive di Povegliano (km. 32)

Si punta verso Sud, pedalando per più di trenta chilometri alla caccia di macchie di verde che donano frescura nelle afose giornate estive all'accaldato ciclista.

Vedi la mappa (57 kb)

 il percorso

Iniziamo il nostro percorso da via Tevere 38, sede circoscrizionale, puntiamo verso Santa Lucia, giriamo prima a sinistra in via Velino, e poi in via Gernnania. Al bivio con via Porsche svoltiamo a destra, poi allo stop a sinistra per via Torricelli che percorrianno per circa 200 metri per svoltare poi a destra in via Chioda. Seguiamo questa strada, passiamo sotto l'autostrada Serenissinna, allo stop in fondo svoltiamo a destra sulla strada dell'Alpo e, dopo 900 metri, prendiamo la sinistra per via Ca' Brusà.
In corrispondenza di una curva a sinistra noi giriamo a destra su una strada sterrata, ci lasciamo a lato
corte Contina e giunti allo stop proseguiamo dritti in via Ognissanti entrando nell'omonima località. Passiamo accanto al campo sportivo, giriamo a sinistra all'altezza della cabina Enel, prendianno una stradina in fondo alla quale, giunti ad un bivio, svoltiamo a destra attraversando la ferrovia Dossobuono-lsola della Scala, ora soppressa.
Percorriamo un cavalcavia e quindi giriamo a destra ritornando sullo sterrato. Affianchiamo un campo di volo per aeromodelli, e al bivio con la strada per Povegliano seguiamo le indicazioni fino al Santuario della
Madonna dell'Uva secca.
La chiesa sorge vicino all'antica "via secca", una strada cioè che correva "all'asciutto" su un dosso sabbioso che emergeva dal terreno paludoso, a pochi passi dalla risorgiva Calfura. Fu costruita nel 1600 sui resti di una preesistente basilica ancora oggi visibile grazie alla creazione di un pavimento "galleggiante". Si ritiene addirittura che nell'area sorgesse un tempietto o un cippo di epoca romana legato al culto della Madre Terra.
Nella zona del Santuario, oggi restaurato e degno di una visita - da osservare senz'altro l'altare con i dipinti trecenteschi, in particolare "la Morte della Vergine" - sono stati trovati reperti celtici, romani e una imponente necropoli longobarda, notevoli testimonianze dell'insediamento di popoli diversi in un luogo che diventa così suggestivamente "segnato " dalla storia.
Tornati sulla strada principale alla nostra sinistra notiamo dopo un'ampia curva un boschetto all'interno del quale è possibile ammirare la risorgiva della
Calfura, sicuramente degna di nota per il notevole pregio di essere circondata da una vegetazione ben conservata. Siamo sempre sulla strada principale e dopo circa mezzo chilometro giriamo a sinistra sulla via sterrata che ci conduce alla risorgiva Giona ben ripulita e con gli argini picchettati da bastoni in legno. Ora torniamo indietro, ci dirigiamo sulla provinciale per Villafranca, arrivati al primo bivio giriamo a destra e poi subito a sinistra e quindi ancora immediatamente a sinistra, raggiungendo così via Torneghiso.
Qui, una in fila all'altra, sorgono diverse risorgive (vedi notizie "Giù dalla bici"). Ritorniamo ora sui nostri passi, attraversiamo la strada principale in direzione Verona, entriamo nel centro di Povegliano e velocemente raggiungiamo
villa Balladoro.
Iniziata intorno al 1600, completata nel secolo successivo, fu acquistata dai Balladoro, una famiglia di mercanti arricchitisi con il commercio della seta, che aveva acquisito insieme terre e lo stemma e il titolo nobiliare di conti.
Residenza di campagna, la villa rappresenta il tipico insediamento rurale, erede della "villa " romana e dello "curtis" medioevale, con al centro l'abitazione del signore, di lati le case del gastaldo e dei contadini, le barchesse e i portici.
Da alcuni anni la parte centrale‚ è stata acquistata insieme al parco, un giardino all'italiana, dal Comune di Povegliano che vi ha collocato la Biblioteca e il Museo Archeologico che conserva importanti reperti di varie epoche. Anche il bellissimo parco merita una visita.
Ci dirigiamo ora verso la nostra ultima tappa, le sorgenti del Tartaro. Ci arriviamo seguendo la strada per Villafranca.
Giunti in località Dosso Poli svoltiamo a destra su una strada sterrata dove, avanti alcune centinaia di metri, possiamo osservare sulla destra, in mezzo ai campi, un'oasi verde vicino ad una casa cadente: è la sorgente del Tartaro. La sorgente è stata oggetto di una importante opera di manutenzione, esesuita con la tecnica tradizionale della bordatura con paletti in legno, la più significativa.
Per il ritorno proseguiamo sulla strada sterrata costeggiata da un canale, dopo circa due chilometri torniamo sull'asfalto e alla nostra sinistra ci gustiamo la vista di
corte Fornaci. In corrispondenza di una secca curva a sinistra riprendiamo lo sterrato e proseguiamo diritti. Superiamo l'autostrada e, all'inizio di Dossobuono, giriamo a sinistra ed entriamo in paese. Vicino al passaggio a livello proseguiamo a destra in via Centurare, poi per via Chioda seguendo il percorso dell'andata.

giù dalla bici

LE RISORGIVE

Le risorgive - dette anche fontanili o fontanazzi, in dialetto veronese "gorghi" - sono tra gli elementi più caratteristici della pianura veronese.
Si tratta di conche, il cui aspetto attuale è frutto di uno scavo artificiale attuato nei secoli per bonificare il terreno e prepararlo all'uso agricolo, nelle quali l'acqua dalle falde sotterranee, incontrando banchi di argilla, viene alla superficie in una fascia compresa tra i 30 e i 40 metri sul livello del mare.
Povegliano è senza dubbio uno dei punti di maggior concentrazione di questi ambienti che ricordano con le loro caratteristiche floristiche e faunistiche l'antico ecosistema naturale della pianura, di cui rappresentano gli ultimi preziosi frammenti. Se ne contano oggi circa una trentina. La più importante è quella che dà origine al fiume Tartaro, singolare oasi verde in una campagna sempre più piatta e degradata.

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