Dal libro:itinerari IN BICICLETTA
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Si può sfuggire, complice qualche saliscendi, al traffico delle principali strade della Valpolicella scoprendo il piacere di imbattersi in autentici gioielli di architettura sacra e profana.
il percorso
Da Largo stazione Vecchia, a Parona, prendiamo una stradina a sinistra vicino alla galleria,
via del Monastero. Passiamo davanti alla chiesetta di S. Cristina dove vediamo un un lavatoio
e una fontana scavata in un grande blocco ammonitico. Proseguiamo tra due alti muri di cinta e
per un breve tratto su strada sterrata. Tornati sull'asfalto osserviamo sulla sinistra villa
Verità-Serego.
La costruzione è una tipica villa veronese del primo '500, le aperture rivolte verso l'interno
rafforzano l'aspetto di una corte rurale. Le sequenze di arcate sostenute da colonne in
pietra viva sono di notevole valore.
Oltrepassiamo altre antiche dimore signorili giungendo dopo una breve salita alla chiesa di
Arbizzano.Più avanti, nel parco della scuola Vernier, dimorano due grandi alberi: un leccio e
una sequoia. Scendiamo e procediamo diritti per via Montanari fino ad arrivare sulla
provinciale 11 dove in corrispondenza di un grande cipresso,
entriamo nell'antica tenuta di Novare. Dopo pochi metri la strada
si fa sterrata. Proseguiamo in questa bellissima conca fino a
giungere davanti a Villa Bertani.
Costruita nel '700 su progetto dell'architetto Adriano Cristofoli,
più che ad una villa veneta fa pensare ad un piccolo castello
rococò. L'edificio centrale, a tre piani, é ornato nella parte
superiore da una serie di statue. Nel cortile, chiuso tra le due
barchesse, vi sono alcuni obelischi, mentre dietro si apre un
ampio parco con laghetto, disposto in parte sulla collina. Nel
parco sono presenti alcuni alberi secolari di notevole valore
botanico tra cui alcuni cedri, olmi e un pioppo alti più di 25
metri.
Tornati sulla strada provinciale la attraversiamo e proseguiamo
per una stradina interna fino a giungere in via Comarelle.
Svoltiamo a destra e poco più avanti a sinistra per arrivare al santuario della Madonna del
Carmine.
La chiesa é del 1500 ed é dedicata a "S. Maria in progno" a ricordo del ritrovamento nel
vicino torrente di una statua raffigurante la Vergine. Questa si trova ora sull'altare
maggiore e la credenza popolare vuole che si trovi esattamente nello stesso punto in cui é
stata rinvenuta.
Prima di risalire in bici osserviamo una casetta abbandonata con una scritta sulla facciata
"Negrar": era una delle fermate della linea ferroviaria Verona-Caprino, il "trenin" che
collegava Verona al lago, con scarsa lungimiranza smantellato alla fine degli anni '50. Dietro il
santuario una breve salita ci porta in via dei Carmelitani che percorriamo fino alla prima
traversa a destra, via Roverina. Attraversiamo la strada provinciale e svoltiamo a sinistra
dopo pochi metri per immetterci su una strada parallela alla provinciale e pedalare tranquilli
fino a Pedemonte. In centro a Pedemonte svoltiamo a destra e proseguiamo su un tratto
ciclabile fino alla provinciale che riattraversiamo per raggiungere località Lenguin. Pedaliamo
fino a S. Floriano. Prima dello stop giriamo a sinistra e siamo alla Pieve (vedi notizie "Giù
dalla Bici").
Torniamo attraverso la stessa strada, ma appena fuori S.Floriano, in corrispondenza di un
bivio prima di un ponticello, giriamo a destra per sbucare dopo qualche centinaio di metri in
via Paolo VI, una strada che collega Pedemonte a S. Pietro Incariano. Qui svoltiamo a sinistra
in direzione di Pedemonte. Prima dello stop svoltiamo a destra in via Rosmini e poi in fondo a
destra per Cengia. Sullo sfondo appare il Colle di Castelrotto. Giunti a Cengia svoltiamo a
sinistra per Corrubio. Dopo poco la strada costeggia per un tratto il lungo muro di cinta della
villa Giona-Fagioli, un edificio elegante della fine del '400 in cui si legge lo stile del
Sammicheli. Più avanti attraversiamo la strada che porta nel centro di Corrubio e proseguiamo
diritti giù per la discesa al termine della quale, in prossimità di un incrocio, svoltiamo a
sinistra su una carrereccia sterrata. Trecento metri ancora e siamo al piccolo santuario della
Madonna della Neve.
La chiesa è dedicata a S. Maria Nuova: all'interno una tela del '700, opera attribuita al
Dalla Rosa, e una statua quattrocentesca in pietra che raffigura la Vergine col Bambino. A
caratterizzare la chiesetta sono le decine di meravigliosi reliquiari raccolti nel corso della
sua vita da don Giacomo Mayer.
Riprendiamo la bici per continuare sulla strada sterrata. Dopo essere passati davanti alla Villa
del Quar sbuchiamo su via Valpolicella. Svoltiamo a destra e puntiamo su Parona ove il nostro
giro ha termine.
giù dalla biciLA PIEVE DI SAN FLORIANOSenza dubbio una delle più belle chiese romaniche della nostra provincia, sorse nelle
vicinanze di un cimitero pagano utilizzando marmi e pietre romane. ben visibili sono ancora
oggi due cippi funebri di grandi dimensioni e altri resti di are funerarie che si vedono
allineati lungo il vialetto che costeggia l'edificio. |