Dal libro: itinerari IN BICICLETTA
Verona e dintorni

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Itinerario 14 - Le basse di San Michele (km. 15,5)

Breve pedalata nel ricordo di un recente passato agreste nella pianura che veniva inondata dall'Adige ad ogni piena.

Vedi la mappa (87 kb)

il percorso

Il nostro itinerario ha inizio a San Michele Extra, dalla chiesa di Madonna di Campagna.
Opera dell'architetto Sammicheli, la chiesa venne progettata nel 1559 per custodire un affresco medioevale, particolarmente venerato e caro alla popolazione, che si trovava in una chiesa abbattuta per realizzare la spianata davanti alle mure cittadine.
L'edificio ha pianta circolare all'esterno ed ottagonale all'interno mentre tutto intorno corre un peristilio dorico con sopra un cilindro con arcatelle ad una cupola con lanterna. La cupola si appoggia sul perimetro ottagonale dei muri interni per diventare sferica in sommità.
Dalla chiesa prendiamo a sud per via Sogari, poi a destra per via Paquara e via Ruberio; svoltiamo a sinistra in via Davila e allo stop giriamo a destra e ci immettiamo in via Bernini Buri che, superato l'abitato di Molini, porta dove sorge l'omonima villa (vedi notizie "Giù dalla Bici").
Costeggiamo il lungo muro di villa Buri, per via Bosco, via Matozze e poi svoltiamo a sinistra per via Brazze, in un percorso che ci porta a lambire corti e recenti aziende agricole.
Passiamo sotto l'autostrada Serenissima in prossimità della riva del fiume, che possiamo anche raggiungere risalendo la scarpata.
Il nostro tragitto continua fino a giungere ad un nuovo passaggio sopra l'autostrada che superiamo. Costeggiamo quindi la Corte Bassana di sopra fino ad incontrare sulla destra via Croce del Gal che conduce alla località
Castiglione.
Qui troviamo un'imponente chiesa, una scuola, numerose residenze recenti e una grande villa antica che fu dei conti Serenelli. Proseguiamo verso nord e, giunti in località Sasse giriamo a destra, passiamo località Casotti e proseguiamo quindi diritti fino a superare per la terza volta l'autostrada.
A destra‚ visibile la grande Corte di Ca' del Bue e un po' più in là l'impianto di smaltimento rifiuti
Corte Ca' del Bue è un complesso di notevole effetto scenico, senza dubbio tra le strutture più complete e meglio conservate del veronese. Alla fine del XVII secolo la corte era di proprietà di Lonardo Pellegrini. L'elemento che più si nota dell'intero complesso è la chiesa di Sant'Anna affiancata dal suo caratteristico campanile.
Proseguiamo ora diritti per una strada cieca lunga circa un chilometro, tra la suggestiva distesa di campi e lungo il corso di un grosso canale, fino all'ingresso caratteristico del
casino Gemma.
Torniamo ora nuovamente indietro e, ritornati a nord dell'autostrada, andiamo a destra per via Pontara Sandri che, con una breve salita, si alza sulla balconata fluviale e consente di vedere dall'alto i territori attraversati, quelli che comunemente sono conosciute come le
basse di San Michele.
In questo modo vengono chiamati i terreni che comprendono il vecchio alveo dell'Adige, quando ancora non erano stati costruiti gli argini attuali e, con le piene, il fiume si allargava ed occupava tutta la zona che risulta una decina di metri più bassa dell'area ad est, quella dove oggi si trova il casello autostradale.
Dopo aver visto dall'alto alcune vasche per l'allevamento di pesci, teniamo la sinistra all'incrocio e proseguiamo sempre diritti lungo la balconata fluviale fino a giungere nell'abitato di San Michele. Un sottopassaggio della ferrovia solo per biciclette e pedoni ci permette di giunsere in via Salieri, dove svoltiamo a sinistra. Prosesuiamo fino all'incrocio con via Sogari che prendiamo sulla nostra destra, giunsendo così al termine del nostro tragitto.

giù dalla bici

VILLA BERNINI BURI

Costruita agli inizi del '700, la villa‚ un edificio barocco discreto ed elegante disegnato molto probabilmente da Domenico Brugnoli, nipote del Sammicheli, e commissionato dal conte Buri, proprietario allora di molti ettari di terreno nella zona. Qualche decennio dopo, nel 1776, le venne progettato intorno il parco, mentre fu nel 1880 che assunse anche il nome di Bernini, dal cognome del genero dell'ultimo dei Buri rimasti. L'epoca d'oro parco e villa la conobbero intorno agli anni trenta, quando, si racconta, c'erano ben sei persone addette al parco che ospitava addirittura una famiglia di daini.
La seconda guerra mondiale portò sventura alla villa: i conti furono costretti a lasciarla in mano ai nazisti che ne fecero una loro base operativa. Alla fine del conflitto fu saccheggiata: furono sottratti 180 dipinti, vennero bruciati tutti i mobili e venne distrutta la grande biblioteca.
Successivamente fu venduta ai "Fratelli della Sacra Famiglia" che ne fecero una scuola e vendettero porte del parco al Comune.
Costituita da due piani, con la veranda esposta a sud e con 1interno ricco di affreschi, la villa è certamente la parte più interessante del complesso. La affianca la casa della servitù che si prolunga in un lungo porticato che arriva fino al cortile della interessante casa colonica che mostra, ben conservata, sullo facciata una serie di affreschi.

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