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Itinerario italiano 1

LOMBARDIA
L'Adda e i navigli

di Vecchio Aceto

Cassano d’Adda è la base operativa del nostro tour cicloturistico. Gomme gonfiate, borse agganciate, borracce riempite, consultate le cartine cominciamo a pedalare alla volta di Vaprio d’Adda.

Il percorso si snoda in parte lungo l’alzaia del Naviglio Martesana su una lingua di terreno delimitata dall’altro lato dal corso dell’Adda e coperta di vegetazione rigogliosa che offre un prezioso riparo dal sole.

Naviglio Martesana: km. 38,7 di lunghezza, il Naviglio è stato fatto costruire da Francesco Sforza nel 1460, prolungato fino alle porte di Milano nel 1496 da Ludovico il Moro, che il 10 Ottobre di quell’anno firmò il decreto relativo al congiungimento del canale alla cerchia dei Navigli di Milano e alla realizzazione del grande bacino artificiale detto tunbùn de san Marc.La conca di S. Marco veniva utilizzata, sino ai primi decenni di questo secolo, per il carico e lo scarico delle merci dai barconi che percorrevano i Navigli milanesi.

Nei tratti che attraversano gli abitati, le rive sono spesso impreziosite da balaustre in pietra che aprono la vista su giardini curatissimi, degne pertinenze di ville d’epoca, palazzotti signorili ed anche edifici moderni, ma non per questo meno piacevoli. Notiamo anche alcuni bellissimi lavatoi con i banchi in pietra chiara e la tettoia a due falde con copertura in coppi picchettata di muschi, sostenuta da eleganti colonnine pure in pietra bianca.
Nei pressi di Vaprio visitiamo il villaggio operaio di
Crespi d’Adda.

Crespi d’Adda: abbiamo qui un esempio delle realizzazioni del capitalismo lombardo “illuminato” della fine del secolo scorso (il villaggio fu fondato nel 1878 da C. Beniamino Crispi, capostipite dell’omonima dinastia di industriali, poi anche proprietari del Corriere della Sera). Vicino alla fabbrica (cotonificio, in origine) le cui severe architetture di richiamo chiesastico non possono non evocare il paragone vincente con gli squallidi capannoni d’oggi, in un’area quietamente attraversata da viali e vialetti alberati, furono edificate le abitazioni per le maestranze: piccole palazzine ognuna con giardino recintato da bianche steccati. Un insediamento questo che all’atto della sua realizzazione costituiva da una parte un paternalistico ma innovativo contributo alla soluzione dei problemi abitativi degli operai e dall’altra istituzionalizzava lo sradicamento delle maestranze dalle aree rurali di provenienza, portando altresì al massimo grado il controllo esercitato dall’azienda sui dipendenti in ogni aspetto della vita. Un controllo che - visitando il cimitero del borgo - ci accorgiamo spingersi oltre la vita: nel cimitero, infatti, il mausoleo che ospita le tombe dei Crispi e una orgogliosa torre di guardia dalla quale anche da morto il padrone vigila sui suoi operai e sulle loro piccole lapide disseminate in un prato.Oggi comunque questo villaggio, almeno sotto il profilo urbanistico ed ambientale, vince sicuramente il confronto con le anonime periferie ed i cosiddetti quartieri residenziali dell’hinterland.

A Trezzo d’Adda visitiamo il bel Castello Visconteo e poi puntiamo su Paderno d’Adda, pedalando in mezzo alla campagna su ottime stradine asfaltate semideserte.
Arrivando nei pressi della cittadina, l’itinerario si riaccosta al corso dell’Adda che in quel tratto scorre incassato tra due sponde alte e sconnesse. Ammiriamo così il ponte in ferro costruito nel 1899 che, con un’unica ardita campata di quasi trecento metri, unisce le due sponde, con la sede stradale sovrapposta a quella ferroviaria.

Poco più a nord l’Adda offre un altro angolo stupendo, con il caratteristico traghetto a fune tra Imbersago e Villa d’Adda, ma noi non ci rechiamo per il poco tempo a disposizione.

Da questo punto prendiamo la via del ritorno e attraversato il famoso ponte, scendiamo alla riva dell’Adda. In questo tratto il percorso si snoda sulla stretta striscia di terreno compresa tra il fiume ed il naviglio Paderno; addirittura, in certi punti, solo l’alzaia separa i due corsi d’acqua: il naviglio con corrente veloce e senza intoppi come si conviene ad un canale artificiale, l’Adda tumultuoso e accidentato come un grosso torrente montano. Di qui fino a Trezzo si incontrano alcune monumentali centrali elettriche costruite alla fine del secolo scorso sulla spinta delle crescenti necessità energetiche della nuova industrializzazione della zona. Veramente suggestivo è il sistema di conche (alcune pare progettate da Leonardo e poi realizzate nel 1777 sotto il regno di Maria Teresa d’Austria), chiuse, derivazioni, briglie, canali scolmatori e prese; ammirevoli le architetture degli opifici e delle centrali stesse nelle quali la rispondenza alla funzione non ha soffocato la tensione al preziosismo estetico: i finestroni con arco a sesto acuto, le gronde a forma di testa di drago, la profusione di materiali nobili non stonerebbero nella fabbrica di una cattedrale.

A sera siamo di ritorno a Cassano dopo aver percorso 44 km.

Vedi la mappa (47 kb)

Note di Stefano Gerosa

Questo è certamente uno dei più affascinanti percorsi cicloturistici italiani.
Il tratto lungo il fiume Adda ed i Navigli è segnalato come percorso ciclabile ed è l'ideale per chi ama i percorsi lontani dal traffico, in particolare per le famiglie con bambini (anche se alla domenica è molto affollato, biciclette, pedoni ed, in alcuni tratti, motorini, ...poterci andare di giorno feriale!).
E' possibile pertanto, per chi lo preferisce, restare sempre sul percorso ciclabile, lontani dal traffico, percorrendo gli stupendi argini dei navigli o dell'Adda, sia in andata che in ritorno.
Si può partire da Cassano (o un po' più in su da Canonica d'Adda). Prima di Trezzo è possibile, attraversando un ponte di legno pedonale, fare una deviazione per raggiungere Crespi d'Adda (poi si deve tornare indietro per la stessa strada).
A Trezzo si sale in paese e si riprende subito il percorso scendendo verso l'argine del fiume. A Paderno d'Adda, dopo il passaggio sotto il magnifico ponte in ferro, è consigliabile proseguire fino ad Imbersago (traghetto in legno progettato da Leonardo da Vinci, ancora attivo) ed anche oltre fino a Brivio (il tratto tra Imbersago e Brivio è un sentiero sterrato a livello del fiume, affascinante dal punto di vista naturalistico... ma infangato in caso di pioggie o piene).

Se qualcuno pensa di percorrere il percorso ciclabile lungo gli argini solo una volta, gli consiglio allora di farlo da nord a sud, partendo cioè da Brivio: il percorso infatti è più gradevole e panoramico.... in discesa.

Il percorso ciclabile è sterrato e, per lo più, riservato a biciclette e pedoni; brevissimi i tratti condivisi con le auto, mentre in alcuni possono passare anche i motocicli.

Bibliografia:
- "L'Adda e il Bergamasco" - Touring Club Italiano (Mappe: itinerari di turismo in bicicletta)
- "Paesaggio d'acque" - Percorso in bicicletta lungo l'Adda descitto sulla rivista "Itinerari e Luoghi" n. 19 del 1993
- in "Itinerari cicloturistici nella bergamasca" di G.Colleoni e P.Parimbelli, ed. Juvenilia 1984; pag. 89-99 itinerari n.14 e n.15

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