Periodico degli Amici della Bicicletta

RISPETTARE LE REGOLE OGGI PER NON LAMENTARSI DELLA PERDITA DEI DIRITTI DOMANI

articolo del n.40/1993

Già con la diffusione dell’utilizzo delle mountain-bike (MTB), la nostra associazione si è fatta promotrice di un CODICE DI AUTODISCIPLINA per gli amanti della bici da montagna. Ritenevamo importante sensibilizzare i ciclisti al rispetto dell’ambiente e degli escursionisti a piedi per poter così permettere alle MTB di circolare ovunque e senza divieti.
"Dalla responsabilità dei ciclisti dipenderà la loro libertà di movimento"
Ed abbiamo avuto ragione. Fino ad oggi non ci sono stati particolari limiti alla pratica della MTB, nonostante alcuni "scavezzacolli e rovina prati" imperversino ancora.
Con lo stesso spirito abbiamo lanciato un APPELLO AI CICLISTI URBANI. Perchè come dimostrano le esperienze di altre città, pedoni e ciclisti possono convivere, ma il ciclista che circola nelle zone pedonali deve procedere a velocità moderata.
Innanzitutto è una questione di civiltà, di rispetto verso i diritti dell’utente della strada più indifeso (lo stesso che chiediamo agli automobilisti nei nostri confronti). Inoltre è un obbligo prescritto dalla legge. Nella circolare ministeriale del 31.3.93 n.432 è scritto: "Nel caso in cui la circolazione ciclistica sia consentita in promiscuo con i pedoni (...) i ciclisti debbono procedere ad una velocità tale da evitare situazioni di pericolo (non superiore a 10 km/h)". Ai nostri soci, durante gite e raduni, rivolgiamo spesso appelli di buona educazione stradale.
Non tutti purtroppo la pensano come noi e, anche quando pedalano, si comportano secondo il modello di prevaricazione che hanno appreso al volante dell’auto.
Non riteniamo giusto però che, per pochi indisciplinati, i ciclisti vengano additati da qualcuno come un pericolo; quelli che "sgarrano" devono essere semplicemente fermati e redarguiti dai tutori dell’ordine pubblico, senza fare di tutt’erba un fascio.
Infine va ricordato che i provvedimenti recentemente approvati consentono la circolazione solo alle biciclette. E’ necessario quindi prendere provvedimenti per impedire ai ciclomotori di accedere nelle zone ciclo-pedonali e sulle corsie preferenziali, loro proibite, ad una velocità che crea pericolo per pedoni e ciclisti, per non parlare del disturbo arrecato a chi passeggia dal rumore e dai gas di scarico.
Non vorremmo che la nostra apparisse come una richiesta "corporativa", ma ci sembra che i motivi da noi esposti siano condivisibili da tutti gli utenti della strada, (a tale riguardo consigliamo di leggere la lettera inviataci dal nostro socio prof. Dino Poli, pubblicata in questa pagina).

al Presidente degli AMICI DELLA BICICLETTA - VERONA

LETTERA APERTA: BICICLETTA O CICLOMOTORE ?
La recente regolazione al traffico di alcune vie ha evidenziato nel comportamento dei vigili delle ambiguità in relazione al modo di considerare le biciclette ed i ciclomotori che vorrei ora richiamare e se possibile correggere.
Bici e motocicli sono mezzi di trasporto molto diversi, e se una qualche considerazione di favore va fatta, questa deve essere a favore del mezzo senza motore.
Ci sono tutta una serie di ragioni a sostegno della mia asserzione, anche in vista di eventuali (sospirate) piste ciclabili, che porterebbero finalmente Verona a livello europeo anche nel traffico urbano. Ne proporrò ora alcune legate soprattutto alla sicurezza. I motocicli sono mezzi alquanto più pericolosi delle biciclette: sono più ingombranti, molto più pesanti (almeno 60 chili contro una decina) e viaggiano a velocita molto più elevata (40 o 50 chilometri all’ora rispetto ai 15-20 di una bicicletta): l’urto con un motociclo è enormemente più pericoloso di un urto contro un ciclista !
Inoltre in caso di pericolo un motociclista difficilmente sa intervenire con efficacia per frenare: quasi sempre cerca di scartare e scansare l’ostacolo, e ciò è sempre molto pericoloso, mentre un ciclista in difficoltà "toglie gas" automaticamente, cioè non dà più forza ai pedali. Un motorino è un mezzo a motore, ed è sempre inquinante, sia dal punto di vista degli scarichi sia per il rumore. La miscela produce fumi più dannosi della benzina e del diesel, perchè contiene olio; e di certo molti motocicli non hanno il motore in regola, lasciando nuvole di fumo azzurrino e pestifero dopo il loro passaggio. Per il rumore credo non occorra spendere tante parole, perchè tutti conoscono il fastidio insopportabile di motorini fracassoni nelle vie di Verona; ed anche i motorini più silenziosi a piena velocità (e ci vanno sempre!) fanno un bel rumore.
Un altro argomento a favore della bicicletta che contribuisce a migliorare la salute della gente, perchè muove i muscoli e fa faticare. Se ci fossero percorsi protetti la gente che usa la bicicletta aumenterebbe almeno di tre volte, snellendo ancor più il traffico.
In bici si fa fatica e in motorino no, per cui i percorsi più brevi vanno riservati alle bici e non ai mezzi a motore; non c’è ragione per lasciare che anche i motorini percorrano vie riservate, perchè senza sforzo possono fare il percorso più lungo previsto per le vetture. Ciò significa, per rimanere a via San Paolo, che i motorini possono benissimo non essere fatti passare per tale via, a differenza dei ciclisti, per i quali la deviazione significa un notevole aggravio di strada e di fatica. Un qualsiasi motorino costa almeno 1 milione e mezzo, a fronte di un 200-300 mila lire di una bici, quindi chi va in motorino non è mai senza mezzi e deve essere chiamato a rispondere di tutti questi piccoli reati, perchè il pericolo al traffico, come ho detto sopra, è pur sempre molto più grave da parte dei mezzi a motore anche piccoli rispetto alla bicicletta.
Spero che nella considerazione dei tutori dei traffico venga sempre più apprezzato questo mezzo a due ruore, silenzioso, non inquinante, a misura d’uomo e di città, e che si moltiplichino le soluzioni che previlegiano la sua circolazione. Sono certo che il vantaggio che ne deriverà sarà notevole per tutta la città e per i cittadini; e si allevierà anche il lavoro dei vigili, ora così pesante e poco apprezzato.
Cordialmente, Dino Poli

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