| ALEATICO E
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Biciclette di tutti i tipi, lustre e incrostate di fango, olandesine e Specialized; alcune non
ricordano altro olio dopo quello che le camicie nere somministravano agli umani.
Apocalittiche le operazioni di carico in Piazza S. Zeno semibuia:... via le ruote anteriori!...
Qui il portapacchi ingombra, questo cestino fa troppa resistenza all'aria!
... togliete le pompe e le borracce ! ... "Come farò a distinguere la mia ruota?" Si preoccupa
una fanciulla in fuseaux. Poi tutto o quasi si sistema: il pulmino così detto "degli Albanesi"
(per la sua lussuosità esagerata) con venti bici sul tetto sembra in prestito dal Giro d'Italia del
'65; il carrello del SASS sembra un'attrezzatura da mattatoio: quattro file di cavalli d'acciaio
appesi ai ganci come quarti animali e attorno si affannano loschi figuri sporchi di grasso scuro.
Appuntamento alle tre (si, di notte), occhi pesti e dichiarazioni eroiche del genere: "io non
sono nemmeno andato a letto" o "vengo direttamente dalla pizzeria". Sul pullman (quello dei
ricchi) il bravo S. (si scrive Sebastiano e si pronuncia sadico) manovra perversamente lo
stereo e annuncia severe restrizioni per le soste urinarie: il panico dilaga tra donne e
prostatici. Qualche casalinga, felice che la sveglia notturna non sia dipesa dai soliti capriccetti
del marito panzone, gracchia in continuazione: nessuna speranza di recuperare il sonno
perduto; tanto vale partecipare alla conversazione.
Emozione all'imbarco. Traversata tranquilla. Un po' di agitazione quando trapelano le prime
notizie sugli abbinamenti per le camere d'albergo: sarà seguito il solito criterio parrocchiale o
si avrà presente il preoccupante calo demografico nazionale? Si fanno discrete indagini sul
conto altrui: -russa?-, -si lava i piedi?-, -soffre di meteorismo?- ed anche sofferti autoesami:
-Mi puzzerà il fiato?-, -dovrò ridimensionare le mie amate sedute di mezz'ora al cesso col
giornale? Sbarco tra la curiosità della folla e sistemazione negli alberghi in allegra confusione,
ma sempre sotto vigile controllo degli organizzatori. Si parte per il primo itinerario; qualche
problema meccanico evidenzia il numero delle bici riesumate dalle cantine il giorno prima
della partenza.
Sudore, gola secca, respiri asmatici da impiegati del catasto catapultati al Vigorelli, ma anche
negli occhi magnifici scorci di mare e di costa. Si rientra: assalto alle docce ed è subito
esaurita la provvista idrica settimanale. L'appuntamento per la cena è per le otto meno un
quarto, ma già alle sette e venti molti sono già seduti a tavola e guardano torvi i piatti vuoti,
agitando nervosamente posate e tovaglioli; pane e grissini spariscono in pochi istanti: se il
Governo vuole giocarsi la fiducia si provi a ripristinare adesso la tassa sul macinato. Arrivano
le cameriere; volteggiano i vassoi di maccheroni alla panna con cozze e vongole, oppure al
pomodoro sempre con vongole e cozze; spazzolata generale; c'è chi arriva all'overdose. Poi
verdura fresca, cotolette e frutta. Dopo cena si avverte il peso della levataccia e del viaggio e
allora un breve giretto digestivo e poi a letto.
Anche la prima colazione registra l'indomani una insospettata presenza quasi totalitaria di
prim'ora. Sotto un cielo abbastanza nuvoloso ma con una temperatura assai mite si parte per il
secondo tour; pedaliamo con gusto e respiriamo aria balsamica. Nel pomeriggio incidente ad
una ragazza che si procura cadendo una profonda ferita al ginocchio: per fortuna il furgone non
è distante e il trasporto all'ospedale è così risolto.
Prima di cena c'è il tempo di fare qualche spesuccia e per qualcuno di visitare qualche osteria:
l'aleatico fa proseliti. L'ora prevista per la cena ci vede già da tempo seduti ai tavoli più
affamati che mai. Volteggiano i vassoi fumanti, si appuntano gli sguardi...ed ecco la pasta alla
panna con vongole e cozze, oppure al pomodoro sempre con cozze e vongole; mistero nella
delusione: dove saranno finiti i molluschi che mancano dalle centinaia di gusci che nereggiano
nei piatti? Davvero la percentuale di gusci sfitti è così alta in natura? Come secondo, tanto per
non suscitare rumorose manifestazioni di giubilo, ancora cotolette. Dopo cena grande lotteria
con i premi offerti dagli sponsor e poi in passeggiata. Si va anche a visitare un battello
riproducente un'antica nave a remi greca; l'equipaggio è russo.
Con la complicità della serata mediterranea si registrano fatti da far gemere i torchi della
cronaca rosa; sapendo che la Direzione del periodico che ci ospita applica la più rigida
autocensura ci limiteremo a riferire di un incontro interprovinciale Trento-Verona, pare finito
sullo O a O.
Domenica, ultimo giorno, una pioggerella noiosa ci costringe a ridimensionare il programma e
poi, un tantino infangati, provvediamo a ricaricare le bici sui nostri potenti mezzi. All'ultimo
pranzo in albergo abbiamo invitato anche i due russi della famosa nave a remi che, poveretti,
ci hanno confessato di aver solo maccheroni da mangiare per tutto l'inverno. Per fortuna loro il
menù questa volta prevede risotto alla pescatora (con qualche cozzina, per non perdere le
buone abitudini). Il ritorno non fa storia se non per le lunghe code in autostrada: solo verso le
due di notte posso pedalare verso casa, passando in rivista le "signorine" al lavoro sulle
circonvallazioni.
VECCHIO ACETO