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Lettere alla redazione |
SEMAFORI KILLER
Vorrei portare allattenzione il problema dei
semafori killer.
Chiunque si muove spesso in città con la bicicletta ha forse
già capito di cosa si tratta, ma per spiegarlo in parole
semplici a tutti si tratta di quei semafori o gruppi di semafori
installati normalmente su vasti incroci.
Fin qui nulla di strano, soprattutto se si attraversano in auto o
in motorino, ma provate qualche volta ad attraversarli in
bicicletta o a piedi, magari passando con il verde pieno e un
attimo dopo, a vostra insaputa, scatta larancio e poi il
rosso.
Succederà probabilmente che, visto la vastità
dellincrocio vi troverete a metà strada investiti da un
flusso di auto opposto al vostro che, se sarete fortunati, vi
accoglierà con delle sonore dimostranze. Il fatto potrà
sorprendervi in quanto vi siete comportati secondo il Codice
della Strada, ma se per caso tutto questo accade in una nebbiosa
serata invernale o in una afosa giornata estiva dove i riflessi
sono allentati, la sorpresa può trasformarsi in tragedia. Ecco
spiegata dunque la denominazione di semafori killer.
A Verona normalmente tutti i semafori che regolano incroci di
grandi dimensioni hanno questa caratteristica lugubre e
pericolosa e ciò è dovuto ad un fatto molto semplice: il tempo
dei flussi di traffico è regolato in base alla velocità delle
automobili. Tutto ciò che attraversa a velocità diversa, e mi
riferisco soprattutto a biciclette e pedoni, rischia ad ogni
attraversamento.
Se provate a servirvi del parcheggio sito nelle vicinanze della
stazione di Porta Nuova in via Città di Nimes, vi accorgerete
senza difficoltà di come funziona un semaforo
killer. Provate ad attraversare a piedi lincrocio che
delimita i due sottopassi e vedrete!
Verona è disseminata di semafori killer, oltre al
già citato abbiamo anche lincrocio di Via Basso Acquar,
Porta Vescovo, Porta Palio, via Pallone.
Sarebbe opportuno che tutti quelli esistenti venissero segnalati
agli Amici della Bicicletta per avviare una prima mappatura e poi
una protesta al Comune. Nel frattempo buona pedalata e
occhio al verde.
Roberto Mirti
PATTINARE IN CITTA
Carissimi amici soci, lanno scorso ho fatto un corso di
pattinaggio. Avevo comprato i pattini tradizionali parecchi anni
fa in Danimarca a Copenaghen entusiasmato dai cittadini
pattinatori su ruote e avevo sempre desiderato imparare a
pattinare con un po di sicurezza.
Alcuni anni fa a New York a Central Park ho provato i pattini in
linea e li ho trovati estremamente piacevoli ed esaltanti
soprattutto per un appassionato sciatore come il sottoscritto.
Linverno scorso finalmente ho trovato loccasione di
dedicarmi a questo sport e mi sono molto divertito. Ho iniziato
con i pattini tradizionali facendo i salti, le inversioni le
piroett ... e le cadute tipiche del pattinaggio artistico (non è
pericoloso perchè si va piano e il pavimento della palestra è
liscio), poi sono passato ai pattini in linea e la cosa cambia.
In molte città europee e del nord America i pattini hanno
acquistato la dignità di altri mezzi di trasporto alternativi
silenziosi ed ecologici come la bicicletta e utilizzano le
medesime piste ciclabili, senza disdegnare per altro tram,
metropolitane e relative scale mobili.
In Italia e a Verona (in particolare per il pessimo stato delle
pavimentazioni delle strade e dei marciapiedi e per il traffico
selvaggio) la situazione non è facile anche perchè il codice
della strada sembra che ne vieti luso su strade pubbliche.
Per ora gli appassionati si possono divertire in strada solo la
domenica su Lungadige Attiraglio oppure nelle varie piccole piste
dei giardini di quartiere, nellapposita pista vicino alla
Piscina comunale sulla circonvallazione oppure nella magnifica
pista del Dopolavoro Ferroviario La Pineta.
Marco Passigato