Egr. Assessore al Traffico - Dott. F. Girondini
Egr. Capo Settore Strade - Ing. G. Zanoni
Ritenendo poco produttivi gli scambi di opinione a mezzo stampa, come avvenuto nei giorni scorsi [ nota: si
veda novembre 1996: Viale Piave - Dovè finita la striscia gialla? ], Vi inviamo questa nostra con lo scopo di
chiarire la posizione dell'Associazione "Amici della Bicicletta" e di non guastare i buoni rapporti da tempo
instaurati con gli uffici tecnici e con questa Amministrazione Comunale.
Per noi Viale Piave, punto di passaggio obbligato fra i quartieri Sud e il resto della città, è sempre stato il
simbolo della scarsa "ciclabilità" delle strade veronesi. L'eliminazione della corsia ciclabile, a seguito dei
lavori recentemente effettuati, ha scatenato in alcuni di noi una comprensibile reazione (che voleva inoltre
interpretare le proteste di molti ciclisti pervenuteci).
Questo episodio non cancella ciò che di positivo questa Amministrazione ha avviato, tuttavia indica la
necessità di una maggior sensibilità ed attenzione per i problemi da noi sollevati.
Diamo atto a questa Amministrazione di aver fatto un bel passo in avanti con l'incarico di revisione del piano di
rete ciclabile affidato all'Ing. Marco Passigato.
Positive anche altre iniziative, che hanno visto il nostro pieno coinvolgimento, quali la pubblicizzazione di
brevi itinerari ciclo-turistici, la redazione del P.U.T. che riprende alcune delle nostre proposte, ecc.
Abbiamo molto gradito, inoltre, la partecipazione dell'Assessore al Traffico al convegno "Cities for Cyclist" e,
più recentemente, di due tecnici comunali ad un corso professionale specifico sulle strutture ciclabili.
L'esistenza di una buona rete di piste ciclabili, quando mai venisse realizzata interamente, darebbe un
contributo determinante alla circolabilità delle biciclette e, di riflesso, alla qualità della vita in generale.
Tuttavia se, da un lato, va perseguito con convinzione questo obiettivo, dall'altro occorre tener presente
l'esistenza dei ciclisti e dei pedoni in ogni occasione, anche nella realizzazione della viabilità ordinaria.
Tralasciando perciò le prospettive future, nell'immediato non vediamo segnali positivi in questo senso; le
nuove realizzazioni o le ristrutturazioni stradali non tengono minimamente conto della sicurezza di ciclisti e
pedoni, con il risultato di scoraggiare ulteriormente la mobilità "non motorizzata" e di aumentare
l'inquinamento.
Il caso di Viale Piave non è che uno dei tanti esempi della filosofia che ispira chi opera nella progettazione
stradale in questa città: garantire velocità e scorrevolezza al traffico motorizzato; il resto (marciapiedi, piste
ciclabili, ecc.) è considerato di contorno. Il risultato sono percorsi pedonali discontinui, marciapiedi non
protetti dal parcheggio selvaggio, piste ciclabili poco funzionali e quindi "a rischio", nessun ostacolo alla
velocità delle automobili.
Non più di due mesi fa, con la manifestazione "Le dodici fatiche di Ercole ciclista", abbiamo evidenziato ben
dodici "punti neri" della viabilità ciclistica in Viale Piave. Per brevità citeremo solo il n. 1: all'altezza del ponte
sul Canale Camuzzoni, nel tratto fra la stazione Porta Nuova e i sottopassaggi della ferrovia, esiste un
attraversamento pedonale; manca però il corrispondente scivolo di accesso al marciapiede. Eppure i lavori di
rifacimento del cordolo risalgono a pochi mesi fa (Ecofin) e, fatto ancora più grave, quello è anche l'unico
punto di accesso da nord della pista ciclabile.
La recente riasfaltatura e la ridefinizione delle corsie di Viale Piave poteva essere l'occasione per migliorare
anche la sicurezza dei ciclisti, eliminando almeno alcuni dei punti da noi individuati.
Allo scopo di evitare ulteriori penalizzazioni per ciclisti e pedoni auspichiamo per il futuro, a prescindere dal
piano delle piste ciclabili, una maggiore attenzione.
La "politica" per favorire ed incentivare l'uso della bicicletta dovrebbe diventare anche a Verona, come in altre
città europee, qualcosa di meno "marginale", parte del "bagaglio tecnico" di chiunque sia preposto alla
progettazione stradale e viabilistica. Questo, d'altra parte, sarebbe il presupposto fondamentale anche per
realizzare la rete ciclabile.
Non nascondiamo infatti un certo timore che, per quanto ben progettato (dall'Ing. Passigato e dai tecnici
comunali), il "piano di rete" venga un domani continuamente "azzoppato" per la scarsa volontà politica di
risolvere alcuni problemi (ad es. la continuità di fronte ad accessi carrabili, la necessità di procedere ad
espropri, abolire zone di sosta auto, ecc.). Alcuni episodi del genere si sono già realizzati a Verona (ciclopista
di Viale Piave, ciclopista Ponte Catena-Chievo, ecc.) o in altri Comuni (ad es. San Giovanni Lupatoto).
Inoltre, che senso avrebbe realizzare piste ciclabili se poi, in occasione dei primi lavori in corso, ne venissero
eliminati per distrazione o disinteresse alcuni tratti, gli accessi, ecc ??
Le precedenti considerazioni ci portano ad auspicare un maggior dialogo fra Amministrazione, tecnici,
cittadini ed associazioni.
Chiediamo pertanto un incontro con il Vostro Assessorato per verificare la volontà di questa Amministrazione
Comunale di garantire ai cittadini ciclisti e pedoni il diritto alla mobilità e alla sicurezza sulle strade.
Ringraziando per la cortese attenzione, Vi porgiamo distinti saluti.
Verona, 02/12/96
per gli Amici della Bicicletta
Il Presidente, Massimo Muzzolon
Il Segretario, Dott. Stefano Gerosa