Gli Amici della Bicicletta hanno avuto nei confronti dellattuale Amministrazione comunale unatteggiamento di critica costruttiva. Lingegner Passigato ha svolto un pregevole lavoro con lelaborazione di un piano comunale di piste ciclabili (vedi Ruotalibera n. 54 di marzo 1997) individuando anche le priorità dintervento e il costo necessario da inserire nel bilancio annuale. Oggi il Comune di Verona possiede gli strumenti per intervenire, anche con opere parziali ma inserite allinterno di un disegno complessivo. Ciò che lAmministrazione comunale ha fallito totalmente sono i fatti. Ricostruiamo due storie esemplari di piste ciclabili mancate.
PISTA CICLABILE DIGA (CHIEVO) PONTE CATENA
1989- Gli Amici
della Bicicletta lanciano una petizione Quattro ciclopiste
per i mondiali e raccolgono oltre 6.000 firme. Le proposte
sono:
1. Radiale est (B. Venezia) progettata e non realizzata;
2. Viale Piave (B. Roma) progettata e realizzata in parte e senza
collegamenti;
3. Canale Camuzzoni (B. Milano) non progettata ma che potrebbe
essere realizzata grazie ad un provvedimento della Giunta Regione
Veneto n. 1903 dell11.4.1995 che stanzia 662.232.812 su un
preventivo di spesa di 955.000.000 per il tratto dalla Stazione
di Porta Nuova e il Chievo;
4. Lungo lAdige da Ponte Catena alla Diga.Le firme vengono
consegnate al sindaco e le proposte creano intresse nella città
Non rappresentano un piano completo, ma un primo passo per
avviare un politica a favore dei ciclisti. Con lapporto di
alcuni consiglieri comunali, che incalzano
lamministrazione, alcune delibere vengono approvate.
Vediamo ora la storia della ciclopiste Chievo - Ponte Catena.
1993 - Il 25.5 di quellanno
con la Del. del Consiglio Comunale n. 51 viene approvato il
progetto per la realizzazione della pista ciclabile Chievo-Ponte
Catena. Viene previsto il piano di esproprio, la variante al
Piano Regolatore e stanziati 623.019.000 utilizzando i fondi a
destinazione vincolata provenienti dal reinvestimento dei
proventi della Legge 28.1.88 n. 10.
1994 - Con delibera n. 3503 del 27.7
la Giunta Regione Veneto, visti la pubblicazione ed il deposito
della documentazione, accertato che non sono pervenute
osservazioni, ha approvato la variante n. 145 al P.R.G.,
cocernente il recepimento del progetto.
Tutta la documentazione è pronta compresa la variante al P.R.G..
E da allora, invece di dar avvio alla gara di appalto per i
lavori, il Comune di Verona dorme... Con la scusa che sono
arrivate osservazioni (in ritardo e fuori tempo massimo) da
alcuni proprietari terrieri, il Comune decide di non decidere.
Difronte ad una richiesta di chiarimenti (aprile 1996) sulle
procedure da seguire inviata dal Settore Strade al Sindaco ed
agli Assessori competenti, questultimi non inviano alcuna
risposta. Auguri ciclisti veronesi!!! Quella che poteva diventare
una pista ciclabile progettata, finanziata e con tutti i pareri
in regola, non viene realizzata solo per non scontentare qualche
proprietario terriero. Il Comune ha calato le braghe!!
- così ha commentato il segretario AdB.
PISTA CICLABILE
in via CRISTOFORO COLOMBO
tra Ponte Catena e Corso Milano
Questa pista ciclabile non è mai stata richiesta
dagli Amici della Bicicletta in quanto scorre lungo la
circonvallazione cittadina. Gli AdB richiedevano che fossero
individuate soluzioni alternative in zone meno inquinate. Il
Comune invece ha voluto progettare questa pista. Ma non si farà.
1993- con Delibera n. 1565 del 28.6
la Giunta comunale ha approvato il progetto dei lavori di
realizzazione di una pista ciclabile in via Cristoforo Colombo
tra Ponte Catena e Corso Milano e tra Ponte Aleardi e Porta
Vescovo per un importo di £. 795.000.000 + IVA
1994- con provvedimento del
dirigente del Settore Strade n. 42 dell8.11 le opere sono
state affidate ad una impresa che ha vinto lappalto con un
ribasso del 19%
Successivamente, prima di dare il via ai lavori, gli Uffici
comunali accertano che il sedime in cui insiste la pista
ciclabile in parte non è di proprietà del Comune di Verona ma
del Demanio (Dipartimento Trentino, Veneto, Friuli). Il Comune
invia una richiesta di autorizzazione ad occupare i tratti
demaniali, ma il Demanio risponde. A questo punto il Comune
invece di farsi carico di richiedere un chiarimento ufficiale
(Sindaco ed Assessori dormono ancora) e far avviare i lavori,
pensano di rescindere il contratto di appalto.
1996 con delibera n. 916 del 4.6 la
Giunta comunale risolve il contratto con la ditta che ha vinto
lappalto e paga una penale di 8.772.905 + IVA. Ancora una
volta i ciclisti devono aspettare e tutti i cittadini pagare.
I progetti, seppur validi, restano sulla carta. Il Comune di
Verona in quattro anni ha messo in cantiere solo una pista
ciclabile(viale Piave) e lha realizzata a singhiozzo e
senza collegamenti con il resto della città Aveva progetti e
finanziamenti a disposizione per le due ciclopiste citate e ha
fatto marcia indietro. Per i ciclisti veronesi una vera
delusione!!
Lucio Garonzi