Lo scorso anno scolastico siamo entrati come "AdB - Città Possibile" in alcune scuole
medie della nostra città. Assieme a un veterano degli AdB, il caro e buon Enrico Girardi,
c'ero anch'io, che certamente veterana non sono.
In convenzione con il Comune di Verona, nell'ambito delle iniziative proposte dal Settore
Ecologia raggruppate ne "I ragazzi alla scoperta di Verona - 1995/96", ci siamo occupati della
"Sicurezza del percorso casa - scuola" proponendo un progetto pensato ad hoc. Come sempre,
il centro di riflessione e di indagine è stato l'ambiente-città.
Abbiamo cercato di migliorare l'ambiente urbano attraverso l'educazione alla socialità e la
partecipazione diretta di cittadini assai speciali: i ragazzi.
Di cosa si è trattato? Prendendo in considerazione situazioni concrete, legate all'esperienza
personale di vita nel quartiere, assieme ai ragazzi abbiamo individuato e analizzato i punti
pericolosi nel tragitto che ogni giorno loro percorrono d casa a scuola. Abbiamo chiacchierato
di disagio e di limitazione di movimento per la strada, di veri e propri impedimenti causati dal
traffico, di semafori mal sincronizzati, di "zebre" invisibili, di auto parcheggiate sui
marciapiedi, di scarse o insicure "piste ciclabili", di ... E poi abbiamo anche proposto
soluzioni, spiate qua e là tra diapositive e immagini di nazioni estere, in cui la vita del pedone
e del ciclista sembra veramente paradisiaca.
Al Sindaco di Verona e al Presidente delle diverse circoscrizioni, abbiamo scritto lettere
accorate lamentandoci, ma anche suggerendo, piano piano e a bassa voce, la soluzione dei
nostri problemi; se non proprio di tutti almeno di quelli più urgenti, di quelli che coinvolgono
il maggior numero di persone, di quelli più semplici.
La visita del Sindaco di Verona, a conclusione di un ciclo di interventi in una classe prima, ci
ha lusingato e ha sviluppato forti aspettative (deluse? Soddisfatte? Chi vivrà
...). Ormai
famosi in tutta la scuola, abbiamo allestito una mostra fotografica in cui i ragazzi, suddivisi per
gruppi, si sono occupati in modo specifico di un punto di pericolo (un incrocio, una via, ...) e,
attraverso foto, didascalie e commenti, hanno realizzato cartelloni espositivi dei problemi
osservati.
SICUREZZA DEL PERCORSO CASA-SCUOLA
La proposta si è realizzala in cinque scuole pubbliche, situate in diverse circoscrizioni del
Comune di Verona, per 7 interventi complessivi in 6 classi diverse. Il numero totale degli
alunni coinvolti è stato di 118, di cui 63 di classe prima e 55 di seconda.
Ogni intervento si è strutturato in 4 incontri in classe di 2 ore ciascuno, con cadenza
settimanale.
Ad essi sono seguite 3 semplici attività infrasettimanali da svolgere a casa o in classe.
Il lavoro ha previsto la realizzazione di un fascicolo personale formato dalle schede proposte,
raccolte di volta in volta e completate con i dati e i contenuti osservati e analizzati.
Obiettivi didattici legati all'attività
Gli alunni dovevano:
- saper interpretare una carta topografica
- produrre e interpretare istogrammi
- sviluppare la capacità di osservazione dell'ambiente circostante
- conoscere le competenze degli enti locali
Obiettivi specifici dell'attività.
Gli Alunni dovevano:
- riflettere su come è cambiato il modo di muoversi dei ragazzi negli ultimi decenni
- riconoscere punti di pericolo o di disagio per pedoni e ciclisti
- riflettere sull'assetto urbanistico del quartiere in cui vivono
- conoscere soluzioni urbanistiche inedite
- proporre soluzioni a situazioni problematiche rilevate
Mezzi e strumenti.
"Fantastorie": brevi testi narrativi di introduzione all'attività; Carta topografica del quartiere della scuola;" Tempesta di idee" / "Ragnatela delle cause": grafi ad albero; Questionario "Come arrivavi a scuola?", per la raccolta delle informazioni; Grafici di analisi dei dati raccolti: tabelle ed istogrammi; Diapositive che mostrano situazioni di pericolo; Diapositive con soluzioni urbanistiche; Schema degli organi delle circoscrizioni e loro competenze; Lettera alla circoscrizione.
Analisi dell'attività: metodo e contenuti
I primi due incontri erano di "avvicinamento" al tema della presunta pericolosità degli spazi urbani nei confronti dei "soggetti deboli" (pedoni, bambini, ciclisti, anziani, disabili, ecc... ). Successivamente, la realtà del proprio quartiere veniva osservata e analizzala nello specifico.
I dati in sintesi
I dati raccolti dagli alunni (785 persone intervistate) costituiscono un primo, importante patrimonio di informazioni disponibili per un'eventuale ricerca sul mutamento delle abitudini di spostamento nel percorso casa - scuola. Per quanto riguarda le modalità di accesso il 45% di essi va a scuola a piedi, il 24% in auto, il 16% in bicicletta ed il 15% con il bus. Ma il dati più rilevante riguarda l'autonomia di movimento dei ragazzi. Oggi, il 61% va a scuola da solo ed il rimanente 39% accompagnato da adulti. In passato invece, negli anni '70-'80) ad esempio, ben il 92% andava a scuola da solo. La grossa differenza legata all'aumento vertiginoso del traffico automobilistico e alla sempre maggior pericolosità delle nostre strade. Tale condizione pregiudica quindi anche l'autonomia di movimento e la socializzazione dei ragazzi che vengono accompagnati a scuola "sicuri" e "tranquilli", "in solitaria" nella loro bella "scatolona di metallo" e provocano proprio quegli ingorghi dai quali vogliono a tutti i costi sfuggire. Come evitare questo ironico circolo vizioso?
Valutazione
Gli interventi realizzati hanno consentilo il raggiungimenti di alcuni obiettivi importanti quali,
primariamente quello di aiutare i ragazzi ad affinare le loro capacità di osservazione
dell'ambiente che li circonda. Infatti, se ad un iniziale, veloce sondaggio in classe pochi
rilevavano situazioni di disagio, poi, già a partire dal 2° incontro, multi, spesso anche i ragazzi
accompagnati a scuola in auto o in bus, notavano come fossero costretti a scendere o a fermarsi
in posti "non proprio comodi" per evitare gravi situazioni di pericolo: attraversamenti
avventurosi, mancanza di marciapiedi, sosta selvaggia di auto, ... Inoltre, molti hanno, per la
prima volta, identificato una controparte istituzionale alla quale rivolgere le proprie istanze: il
Comune è diventato un interlocutore al quale parlare. E' nato così nei ragazzi il concetto di
appartenenza alla comunità, requisito fondamentale per la formazione del cittadino attivo,
responsabile e propositivo. Le osservazioni, le riflessioni e i commenti personali dei ragazzi,
hanno testimoniato una buona conoscenza della viabilità di quartiere e dei suoi problemi. Se
opportunamente e costantemente interpellati, i ragazzi sanno essere dei validi interlocutori che
hanno solo bisogno di strutturare meglio loro idee e le loro proposte.
Questo è il compito, difficile ma necessario, che ci spetta se vogliamo progettare una città
veramente a misura di tutti.
Donatella Tarozzi