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CIAO
OTELLO
Il 13 giugno 2006 Otello ci ha lasciati.
Gli dedichiamo un ricordo su queste pagine, foto e
pensieri di alcuni di noi. |
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Cicloinvernale 2003. Foto
di Massimo Muzzolon
Accompagnatore
Otello Bassi, accidenti, cos'hai combinato?
Proprio adesso che siamo in tanti e avevamo più
bisogno di te, ci hai lasciato senza preavviso.
Proprio adesso che stava per venire il bello e
stavi per raccogliere i frutti del tuo lungo
impegno in Associazione. Sei andato via in
silenzio.
O forse no. Forse tornando da Legnago hai
tentato di dirmelo, ma io ero troppo occupato a
discutere di politica. Avrei dovuto capire che
eri più stanco del solito e, quando ti ho
aiutato a risalire in bici, dopo la stupida
caduta nelle campagne di Tarmassia, avrei potuto
immaginare. Non ho capito nemmeno quando mi
parlavi del tuo vecchio e delle delusioni che
avevi avuto nella tua vita. Avrei dovuto capire
soprattutto quando, arrivati da soli in borgo
Roma, seduto sul muretto in attesa della truppa,
saputo che avrei deviato verso Montorio con mia
moglie mi dicesti, smarrito: "Come, non
vieni fino in sede?".
Mi sentii in colpa allora, caro Otello e ancora
di più mi sento in colpa oggi.
L'unica cosa che avevo capito era che in quel
momento avevi bisogno di amicizia, magari di un
rompiballe come me che ti aveva tormentato per
due ore con stupide polemiche politiche. E tu
avevi capito che anch'io stavo volentieri con
te, vecchio accompagnatore Otello Bassi.
Mi mancherai, accidenti a te e a queste
stupidissime lacrime che mi impediscono di
continuare a scrivere. Ciao.
Bepo Merlin |

Cicloinvernale 2003. Foto
di Massimo Muzzolon
La
figura di Otello e' legata a quasi tutte le gite
a cui ho partecipato con gli AdB di Verona. La
sua allegria, il suo entusiasmo erano contagiosi
e davano forza a tutti noi. Entusiasmo e gioia
per la vita in tutti i suoi aspetti.
Ma poi ognuno porta un ricordo particolare, che,
per cosi' dire, si attacca
senza motivo apparente alla figura di chi ci
lascia. Il mio ricordo e' quello di un ritorno,
insieme a lui, da Peschiera a Verona, mentre,
alla fine di una gita, lasciavamo
anticipatamente il gruppo per tornare a casa
prima. Una lunga corsa da soli, con la gioia di
"tirare" e di darsi il cambio, il
piacere di sentirsi, per una volta
"corridori", tagliando l'aria con
forti pedalate. Il piacere di sentirsi uniti
durante quella mezz'ora di corsa e poi di
tagliare un immaginario traguardo, sentendosi
vincitori, anche senza premi o medaglie.
Non so perche' sia questo il ricordo di Otello,
tra i tanti che avrebbero potuto affiorare:
forse perche' l'ho condiviso solo con lui, forse
perche' vorrei sentire ancora quella sensazione
di vicinanza e di sforzo condiviso e gioioso.
Renato Fianco
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Con
Otello ho trascorso diverse gite ed escursioni
accompagnate talvolta a pranzi e cene tutte
indimenticabili.
Queste purtroppo mancheranno non solo a me ma
anche a molti altri, tralasciando i nomi per non
dimenticare nessuno.
CIAO OTELLO NON TI DIMENTICHERO' MAI.
Con affetto,
Renzo Gaule |

Al Cicloraduno di Venezia
(2004). Foto di Jean Luis Antolini
Otello
era pure un bravo gioielliere. A me ha fatto un
paio di orecchini idealizzati da lui. Sono per
me un ulteriore ricordo oltre alla sua simpatia
incondizionata che trasmetteva a tutti che lo
incontravamo in bici, s'intende
Marta Bellotti |

Torbole 2003. Foto di
Massimo Muzzolon

Torbole 2003. Foto di
Massimo Muzzolon

Banchetto in piazza Bra -
Foto di Stefano Gerosa
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Al Cicloraduno di Venezia
(2004). Foto di Massimo Muzzolon

Al Cicloraduno di Venezia
(2004). Foto di Massimo Muzzolon
Conobbi
Otello nel 1988. Fu quello l'anno del viaggio
sulle piste ciclabili d'Olanda: in tre poco meno
che trentenni e Otello, unico
cinquantacinquenne. Tutti ci eravamo incontrati
negli Amici della Bicicletta. Ricordo che,
nonostante la differenza d'età, lo spirito
giovanile di Otello lo poneva assolutamente sul
nostro stesso piano. Per questo alla visita a
musei e monumenti del passato egli preferiva il
contatto diretto con il presente. La sua
curiosità e l'amore per la vita lo portavano
più a girare per le strade e le piazze, a
entrare nei supermercati, a chiacchierare con la
gente da cui - anche senza padroneggiare lingue
straniere - si faceva intendere spontaneamente.
Vennero poi gli anni dell'impegno
nell'associazione, delle "biciclettate
delle ciliegie", dei ritrovi nella casa di
Tregnago, delle pedalate e delle salite con
Mario, Luciano e altri, dei primi cicloraduni
nazionali. Succedeva spesso che chi proveniva da
altre città domandasse a noi di Verona:
"C'è anche Otello con voi?". Infatti,
pur annoverando la nostra associazione
personaggi stimati della Fiab, teorici della
mobilità ciclistica, ingegneri e progettisti,
era proprio la simpatia di Otello che la gente
comune cercava. E la riconosceva anche da
lontano, grazie al suo cappellino con l'elica
colorata. Per tutti Otello era "quello di
Verona, quello che nella borraccia invece
dell'acqua ci mette il vinello fresco".
Ho visto pedalare Otello per l'ultima volta
durante la biciclettata cittadina del 25 aprile.
Io stavo in coda al gruppo e ricordo la sua
sofferenza nell'affrontare la pur modestissima
salita di via Scalzi. "Sta uscendo ora
dalla convalescenza" pensavo, "prima o
poi rivedremo il vecchio Otello".
Sono bastati meno di due mesi a farmi capire che
purtroppo mi sbagliavo. Non era affatto così,
accidenti!
Massimo Muzzolon |

Valle della Mur (Austria)
- 2003 - Foto di Massimo Muzzolon
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Capogita Fiab - Foto
di Stefano Gerosa

1997 - Vestito da Babbo
Natale (con Santa Lucia)
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ciao
"nono"
Forse non tutti lo sanno, ma nei primi anni
di vita gli AdB erano un'associazione
prevalentemente giovanile, visto che l'età
media si aggirava sui 25 anni.
Otello fu allora uno dei primi
"senior" ad inserirsi attivamente
nell'associazione. Non che fosse vecchio (solo 5
o 6 anni di più dei miei 45 di oggi!!) …. ma,
cosa volete, tutto è relativo. Quando, anni
più tardi, nacque il suo primo nipote …
qualcuno cominciò a chiamarlo scherzosamente
"nono" (nonno in dialetto, con una
enne sola), e ci sembrò più che naturale
chiamarlo così. Era lui il "nono"
degli AdB (anche se nel frattempo erano ormai
entrate persone molto più anziane).
Già
dalle prime gite ci contagiò con la sua
allegria. Molti soci lo ricorderanno per le sue
battute simpatiche e il suo spirito (tutto
veronese) presente in tutte le occasioni,
specialmente in quelle più conviviali. Il suo
tono scanzonato ed autoironico, quel berrettino
con l'elica.
E le sue magnifiche torte? Impareggiabili!
Il
"nono" aveva molto a cuore
l'associazione. Quelli tra di noi più attivi lo
ricorderanno anche per la sua pluriennale
partecipazione al Direttivo e per la sua grande
disponibilità per ogni iniziativa: sempre in
prima linea, specialmente quando c'era da stare
tra la gente: banchetti, manifestazioni, feste.
A volte lui stesso se ne faceva
"promotore": ad esempio il banchetto
in piazza per la festa del "ciclista
urbano" .... con il vin brulè.
Ricordo anche che un anno vinse la gara per chi
tesserava più soci.
Per gli AdB accettò addirittura (credo
divertendosi un mondo!) di andare vestito da
Babbo Natale dall'Assessore al Traffico per
donargli un segnale di "strada
residenziale".
Da
parte mia provo oggi un sentimento di
gratitudine e di malinconia.
I primi anni di vita degli AdB, le prime gite in
allegra compagnia, i primi cicloviaggi, sono un
ricordo di momenti irripetibili, che non
ritornano. E di quei primi anni Otello è una
presenza fondamentale.
Mi ritrovo ora a pensare che la sua allegria e
socialità hanno fatto spesso da grande
contrappeso ad alcuni miei "difetti"
(seriosità, troppa enfatizzazione del
regolamento, ecc.), hanno sdrammatizzato, hanno
favorito legami e amicizia.
Gli Amici della Bicicletta erano importanti per
lui ma non come "ente" astratto,
soprattutto come persone. Ci voleva bene, con i
nostri pregi e con i nostri difetti.
Ad ogni castagnata mi chiamava regolarmente in
disparte, insieme ai pochi più intimi: si
lavora per tutti, ok, ma la bottiglia buona è
per noi!!
E
adesso chi farà la battuta scherzosa, chi
prenderà in giro il Presidente o il Segretario,
chi tratterrà grazie alla sua simpatia tante
persone ai nostri banchetti in piazza?
Tutti noi adesso, Otello, dobbiamo onorarti
cercando di far sempre vivere nell'associazione
quel tuo spirito e quella tua allegria.
Grazie,
non ti dimenticheremo mai.
Segnalo
su queste pagine 2 presenze di Otello:
Siena
che bella città e che belle ragazze -
Otello ci racconta in modo simpatico quanto si
è divertito al Cicloraduno FIAB
Buon
Natale Assessore - Otello interpreta per gli
AdB, Babbo Natale
Stefano
Gerosa |
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Ricordo
di "nonno" Otello e di una
ventennale amicizia
Era
settembre dell'86 quando ci siamo incontrati
per la prima volta in bici in una
"città/campagna" a San Giovanni
Lupatoto.
Durante i nostri dialoghi, strada facendo, era
emerso che, ancora prima, le nostre strade si
erano in qualche modo incrociate avendo in
comune varie amicizie.
Da subito il nostro approccio si rivelo'
cordiale e scherzoso, come quando ti offrii il
caffè e tu porgendomelo mi dissi: (per la
prima volta) "vuoi che te lo …."
questo è stato il nostro inizio.
Proseguì poi in tante altre biciclettate fino
al ciclo raduno da noi organizzato nel '90.
Nel '92 ci siamo ritrovati a Trento, assieme
al nostro amico di Albenga, Stefano (deceduto
anche lui 15 giorni dopo di te), e
nell'occasione abbiamo condiviso la stanza da
letto dove di notte sembravi uno
"stantuffo" a forza di ronfare.
Ricordando ora questo episodio mi viene un
nodo alla gola pensando al tuo modo sempre
gentile nel chiedermi se avevo bisogno di
questo o di quest'altro, per non farmi mai
sentire a disagio.
Ho sempre saputo che mi volevi bene
(ricambiato) e oltre che essere un amico
sincero eri anche un ottimo
"attendente"!!!
Proseguirono altre gite come la due giorni di
Thiene... ricordi..... poi in toscana con
Marco dai miei amici di S. gusmè a bere il
vino santo e da Sergio a mangiare i fichi
sulle Crete Senesi a mangiare l'uva.
Tra noi mai un diverbio, una parola fuori
posto, forse (anche) per la tua bontà e per
il tuo spirito di sopportazione.....
Inoltre i nostri immancabili appuntamenti con
le "sagre" di campagna. festa del
riso a Isola della Scala, della fragola a
caselle, del melone a Erbè, degli asparagi a
Rivoli, della polenta a Vigasio e tante altre.
Per ultimo ricordo la tua contentezza alla
"Porcolonga" di Soragna (PR), dove
tra "culatello/prosciutto/grana" e
Fortana del Taro, la giornata poi in riva al
Po' è stata per tutti noi indimenticabile....
ma il ricordo più struggente è legato
all'ultima festa dei "Bisi" di
Colognola ai Colli.
Erano cinque anni di fila che andavamo e
c'eravamo promessi che anche quest'anno
avremmo partecipato.
Purtroppo in aprile (viste le tue condizioni),
mi feci capire che saresti venuto sù in
macchina con Sara.
Il giorno prima della festa, ti chiamai per
sentirti e tu con una voce stanca mi dissi che
preferivi riposarti......
Ci sarebbero ancora centinaia di episodi da
raccontare …. ma ora che tutti gli affanni
della vita terrena per te non esistono più
… ti immagino tranquillo e beato, come
sempre, nella dimora celeste in attesa del
fatidico giorno per l'incontro
definitivo......
ciao caro Otello
Mario |
Chissà
come Otello
arrivò
ad incontrarci
Chissà
come Otello arrivò ad incontrarci. Forse
avrà percepito nel cicaleccio di
giornali e TV locali dell’esistenza
degli AdB di Verona e lui, senza
auto e senza patente, si sarà
sentito chiamato
in causa.
Scoprì allora un gruppo di ragazzi tra i 20 e
i 30 anni, cresciuti a pane ed ecologismo, che
vedevano nella bici un
mezzo per limitare i
consumi, per
migliorare la città,
per cambiare la società.
Incazzati con un’amministrazione cittadina
corrotta, che proprio
non li voleva ascoltare e che sarebbe stata
spazzata via dallo tsunami Tangentopoli.
Noi, i "ragazzi", avevamo davanti
una vita da costruire, il lavoro da cercare o
da cambiare, la morosa da trovare o da
gestire, l’università, forse, da finire.
Lui, Otello, che era ben oltre i 50 e con tre
figlie già grandi, buona parte della sua vita
d’artigiano l’aveva ormai alle spalle.
Fu un amore a prima vista e ci venne così
naturale chiamarlo "nono",
"nono Otelo", ancora prima che nonno
lo diventasse davvero.
Divenne ben presto una colonna degli AdB.
Sempre presente, sempre disponibile per l’associazione,
sempre pronto ad entrare nei cuori di chi lo
conosceva per la prima volta. Organizzò
biciclettate con l’amico d’allora Mario,
si spese nei noiosi turni in sede, si dedicò
con energia ai banchetti nelle piazze del
centro dove sapeva sfruttare al meglio la sua
naturale simpatia. La castagnata di fine
stagione è come l’avesse inventata lui,
visto che ne era sempre il principale
protagonista; dirigeva la preparazione delle
caldarroste, procurava il vino, quello buono,
e, soprattutto, ci estasiava con le sue
meravigliose torte che preparava con sapienza
e dedizione.
Otello è stata una presenza costante e
preziosa negli AdB per quasi due decenni. Lui
ci ha visto crescere, noi l’abbiamo visto
invecchiare.
Molti l’hanno incontrato l’ultima volta a
Bimbimbici la scorsa primavera. Otello era
magro, troppo magro a causa della malattia che
lo consumava da qualche anno e che lui aveva
nascosto a quasi tutti.
E poi, il 13 giugno, Otello se ne è andato in
fuga. Facendo il vuoto alle sue spalle e
lasciando un gran vuoto in tutti noi.
Ma a noi piace pensarlo come lo abbiamo sempre
conosciuto. In una limpida giornata di
primavera alzarsi da una grande tavolata all’aperto
di un agriturismo, una locanda o una trattoria
della provincia profonda. Lo vediamo proprio
ora inforcare la sua bici e lo sentiamo
salutare e ringraziare il gestore del locale
ed ecco che, con la sua voce possente, nel suo
dialetto sanzenate, spinge il gregge di noi
ciclisti a partire.
E.G. |
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