Nuovo Sindaco, vecchi problemi
Alcune delle “pratiche” che attendono l’amministrazione Tommasi
Le urne hanno dato il loro responso: Damiano Tommasi è il nuovo Sindaco di Verona.
La “forza tranquilla” di Tommasi, ex calciatore del Verona e della Roma, ed ex presidente dell’Associazione nazionale calciatori, ha sconfitto la concorrenza del centrodestra costringendo il Sindaco uscente Federico Sboarina a farsi da parte assieme ai volti più noti della sua ormai ex maggioranza e della sua giunta. Assisteremo dunque ad un ricambio di persone e di personale politico e amministrativo. Il nuovo Sindaco è sostenuto dai principali partiti ed esponenti del centrosinistra scaligero che in questi ultimi 15 anni hanno svolto una serrata opposizione a Tosi prima e a Sboarina poi. Ciò presumibilmente assicurerà loro un ruolo importante nella nuova amministrazione, ma Tommasi ha dato prova, prima e durante la campagna elettorale, di saper ragionare anche al di fuori degli schemi della politica tradizionale.
In attesa di conoscere le prime mosse della nuova amministrazione comunale del capoluogo scaligero, come FIAB Verona continueremo a svolgere il nostro solito ruolo propositivo di stimolo e anche di pungolo a favore della mobilità sostenibile e della bicicletta in particolare, portando avanti i temi che in buona parte sono già stati introdotti nella “Pedala con Noi” del 6 giugno scorso, il giro in bicicletta con tutti i principali candidati Sindaco.
A nostro modo di vedere, la pietra angolare e il punto di svolta delle politiche della mobilità dei prossimi anni non starà tanto (o soltanto) nella promozione della mobilità attiva, che è divenuta – pur con accenti e risultati diversi – patrimonio comune di ogni forza politica, ma in una politica che sappia allo stesso tempo anche disincentivare il traffico motorizzato privato.
Le misure più immediate e ovvie in questa direzione attengono all’allargamento della ZTL (Zona a traffico limitato) alle mura magistrali; alla creazione in centro storico e nei quartieri di Zone 30 che siano effettive, cioè accompagnate da interventi stradali tesi a limitare la velocità delle auto e non soltanto dichiarate da segnaletica verticale; la creazione di una rete di collegamenti sicuri tra i vari quartieri, anche i più periferici, il centro storico e i principali attrattori. L’applicazione delle novità introdotte nel Codice della Strada nel 2020, a partire dal doppio senso ciclabile, possono aiutare a rendere la città più permeabile alle biciclette. Allo stesso scopo, le biciclette dovrebbero essere ammesse a percorrere alcune corsie preferenziali, come quella di via Diaz.
C’è poi da migliorare, e di tanto, la comunicazione, la quale non può risolversi negli slogan che appaiono sui tabelloni luminosi posizionati sulle strade di ingresso della città. Verona non ha mai conosciuto una vera e propria campagna a favore del bike-to-work e del bike-to-school. Anche in tema di sicurezza, di educazione stradale e rispetto del Codice della Strada (ad esempio l’uso corretto delle luci in orario serale) l’iniziativa è sempre stata a carico della nostra associazione. Per chi parla di cambiamento, di standard europei e della necessità di rimettersi in sintonia con la città, questi aspetti possono rappresentare un interessante banco di prova.
Due misure semplici ma dal forte valore simbolico potrebbero essere la chiusura di Piazza Bra al traffico motorizzato privato e una modifica al regolamento edilizio – sul modello di quanto già fatto dal Comune di Milano – per far decadere i divieti di parcheggiare le biciclette all’interno degli spazi comuni dei condomini. L’approccio stesso alle questioni della mobilità sostenibile e dolce richiede un ripensamento dei metodi con i quali vengono prese le decisioni. Confidiamo quindi nell’attivazione di una Consulta della Mobilità Sostenibile nell’ambito della quale mettere a confronto tutti i portatori di interessi, dalle associazioni dei ciclisti urbani come la nostra alle aziende del trasporto pubblico.
C’è poi da affrontare la partita dei cantieri da rilanciare o da portare a termine. Il completamento della ciclabile della Valpantena attende ancora l’ultimo tratto di collegamento con la ciclabile di Via Betteoloni. Il collegamento Parona–Ponte Garibaldi attende una soluzione per la strettoia del Cesiolo. Altri interventi significativi in quanto potrebbero rendere più facile la vita ai ciclisti urbani, ma di facile realizzazione, possono riguardare ad esempio la regolazione dei tempi semaforici in alcuni incroci cittadini. Si riporta ad esempio il caso dell’incrocio di via Battisti frequentato da molti studenti. Sempre in tema di scuole, è tempo di regolare la sosta selvaggia all’ingresso e all’uscita di molti istituti pubblici e privati. Va operata una scelta strategica e culturale: rendere gli studenti autonomi, in grado di andare a scuola da soli usando mezzi sostenibili.
E ancora: quando partiranno i lavori della Boscomantico – Stazione Porta Nuova nell’ambito dei quali è prevista anche una soluzione conveniente e sicura per il collegamento tra il quartiere Stadio e il centro storico? A quando la messa in sicurezza di via Archimede e via Pitagora su cui pende una petizione FIAB? E il completamento dell’ultimo tratto della ciclabile Saval – San Zeno da viale Colombo a Porta San Zeno? E i collegamenti con i poli universitari? Il rilancio del bicipark della Stazione di Porta Nuova e il riordino del piazzale? La sistemazione di Lungadige Attiraglio? Il miglioramento dell’angusta ciclabile di Corso Milano? Sotto il profilo del cicloturismo sono da seguire partite importanti, dalle grandi ciclovie nazionali alla proposta FIAB di Ecomuseo dell’Energia Pulita.
Come si vede, per un’amministrazione che sia motivata a fare, gli argomenti non mancano. Una prima vetrina per l’annunciato cambiamento potrebbe essere la Settimana della Mobilità Sostenibile del 16-22 Settembre.
(da Ruotalibera 175 – luglio-settembre 2022)