Da qualche anno con Claudia passiamo una parte dell’inverno in un territorio con un clima migliore della pianura padana. Dopo aver sperimentato Tunisia e Canarie sono ricaduto nella, per me solita, Cina. Ho individuato nel Guanxi, la regione più a sud confinante con il Vietnam il luogo più adatto, zona non inquinata, clima mite, scarsa piovosità invernale, territorio abbastanza pianeggiante, sbocco sul mare. Il periodo scelto è stato da metà dicembre a metà gennaio per rientrare in Italia prima del capodanno cinese in cui muoversi ed alloggiare sembra sia difficilissimo. A posteriori la scelta si è rivelata felice perché abbiamo preceduto di pochi giorni gli effetti del Coronavirus (comunque eravamo ben distanti da Wuhan).
La programmazione è stata questa: primi giorni a Yangshuo nella zona di Guilin famosissima per i paesaggi spettacolari lungo il fiume Li. Trasferimento con treno veloce a Nanning, capitale della regione. Da qui in bici fino a Beihai, famosa località turistica sul mare. Successivamente trasferimento auto con bici al seguito a Chongzuo da cui in bici saremmo rientrati a Nanning. Sostanzialmente un programma molto tranquillo con permanenza da 4 a 6 giorni in ogni località, possibili escursioni a margherita, shopping, cazzeggio…
Come è andata?
Atterriamo all’aeroporto di Guilin con clima semiestivo ma nel giro di 24 ore arrivano nuvole stabili, qualche goccia di pioggia e temperature padane 10°C di giorno e 8°C di notte. Alla faccia delle previsioni! Non sarà questo a fermarci, noleggiamo a giorni alterni bici tipo olandesina, tanto non ci sono salite, e uno scooterino elettrico, qui sono diffusissimi. Utilizziamo anche gli autobus locali per arrivare al fiume Li e fare una escursione in battello. Si capisce subito che la zona è estremamente turistica ma siamo nel mese meno battuto dell’anno e quindi nessun problema.
Con le nostre olandesine risaliamo il fiume Yulong lungo una bellissima ciclopedonale praticamente deserta. Lungo il fiume scendono numerose zattere un tempo in bambù, oggi in finto bambù però con autentici “gondolieri” locali che remano a palo e con una tecnica particolare superano piccoli salti d’acqua a scendere. Trasferimento a Nanning in comodissimo treno veloce, poco più di tre ore per quasi 500 km. Nanning è una città di circa 2 milioni di abitanti attraversata dal fiume Yong. Nel pomeriggio siamo già alla ricerca delle bici. Preventivamente su Baiduditu, il Google maps cinese, avevo individuato i negozi di bici. Siamo fortunati ed al primo negozio troviamo ciò che ci serve, una bici è disponibile subito, l’altra arriverà il giorno dopo. Orario negozio 9-22 sette giorni su sette!
Nanning ci sorprende per la densità di scooterini tutti elettrici, diciamo dieci scooter per ogni auto, cento scooter per ogni bici. Attorno al nostro hotel di 30 piani che è vicino ad un centro commerciale ce ne sono almeno 2.000 parcheggiati come sardine. In bici si gira facile, solo le distanze sono notevoli. Abbastanza usato il bike sharing anche elettrico. Lungo il fiume Yong hanno fatto delle bellissime ciclabili di cui parlerò dopo. Alberi di natale e luminarie varie abbondano anche se Natale qui non è festivo, è più che altro un evento commerciale e un’occasione per cenare assieme.
Il giorno 26 comincia il trasferimento in bici verso Beihai: sono circa 250 km che copriamo in 4 giorni di cui uno in autobus perché un tratto di strada è completamente dissestato. Percorso senza particolari cose da segnalare.
Beihai ci accoglie con sole, caldo, centinaia di condomini da 30 piani, un mare piatto e una grande spiaggia sabbiosa non particolarmente belli, delle ottime focaccine per pranzo. Giriamo rilassati fra il caos del centro e la tranquillità delle zone più periferiche visitando i luoghi più interessanti, spiaggia d’argento, bosco di mangrovie, acquario. L’atmosfera, come anche a Nanning, è quella del sud con molti locali aperti fino a tardi e tanti ragazzi, più coppie che gruppi, che si divertono, niente prosecco ma thè, spremute, frullati, cibo locale.
La sera del 31 ceniamo tranquillamente a tarda ora davanti alla spiaggia: a mezzanotte più che di fuochi artificiali il cielo si riempie di lanterne. Anche noi andiamo in spiaggia, affollatissima, ne acquistiamo una e la facciamo volare. L’atmosfera è insolita e suggestiva, davvero un capodanno indimenticabile. Rientriamo con le nostre bici in hotel alle 2 percorrendo lentamente i grandi viali della città. Per il trasferimento in auto, con una tecnica ormai consolidata dai precedenti viaggi, nei pressi della stazione ferroviaria assoldiamo un autista con Suv sufficientemente grande per portare noi due, bici e bagagli a Chongzuo, circa 250 km a nord ovest di Beihai. L’appuntamento è alle 9 ma come sempre con i cinesi l’autista arriva in leggero anticipo. Viaggio confortevolissimo su autostrada deserta in cui curiosamente molti veicoli lenti stanno al centro e si sorpassa prevalentemente a destra!
In Cina è pieno di telecamere di sorveglianza, limiti di velocità e semafori rossi sono molto rispettati dalle auto, sulle strisce pedonali con nostra sorpresa qualche auto si ferma. Non dare mai la precedenza a nessuno è invece un’abitudine che tutti applicano dal pedone al camion. Gli elettroscooterini si guidano con la mano destra sull’acceleratore mentre con la sinistra si smanetta con lo smartphone. I più bravi fumano anche… Comunque tutte le strade di scorrimento per ogni senso di marcia hanno una corsia fisicamente separata larga almeno 3 metri per i veicoli a 2/3 ruote e bici, quindi si circola bene.
Da Chongzuo rientriamo a Nanning in tre giorni che si rivelano i migliori per la bici. Dopo una superstrada a 3+3 corsie senza traffico deviamo su una stretta strada secondaria di campagna, fondo in cemento perfetto senza buche, qualche saliscendi. Tanti contadini intenti a tagliare la canna da zucchero. Troviamo alloggio nell’unico albergo di un paesino vicino a un lago.
Pochi minuti dopo di noi arriva un gruppo della FIAB Nanning, ovviamente pensionati in ciclovacanza. Grande reciproca sorpresa! Alcuni li ritroviamo casualmente il giorno dopo in un’altra città! Il terzo giorno aiutati da alcuni cartelli stradali e una gentile signora che ci fa strada con il suo elettroscooter ritroviamo la ciclabile lungo il fiume Yong che ci riporta in centro a Nanning. Anche qui conosciamo cicloturisti locali che ci scortano offrendoci persino il biglietto per il traghetto sul fiume.
Passiamo gli ultimi giorni a Nanning dedicandoci allo shopping in indescrivibili mercatini dove vendono di tutto.
La principale novità di questo viaggio è che che nel giro di poco tempo in Cina quasi tutto il commercio al minuto non usa più moneta. Dall’hotel al supermercato alla vecchietta che vende verdure sulla strada tutti hanno esposto un QR Code con cui si paga tramite lo smartphone: noi con la nostra moneta cartacea facciamo la figura dei trogloditi! Poi si percepisce la diversità nord-sud, fisicamente qui sono più piccoli e minuti e non sempre parlano “mandarino” (in cinese si dice putonghua) per cui la comunicazione talvolta è difficile. Si percepisce maggiore vita notturna, molti locali chiudono tardi, probabilmente il clima mite invita a godersi di più il tempo libero.
Anche il contrasto moderno/tradizionale colpisce sempre. Dietro ai nuovi palazzoni di 30 piani ed ai moderni centri commerciali vive in perenne movimento un universo di attività sempre aperte dalla mattina presto alla sera tardi sette giorni su sette. In strada potete trovare venditori di ogni cosa, ristorazione, sarte e ciabattini, parrucchieri ed estetiste, dentisti e massaggiatori, meccanici che riparano tutto, ecc… .
Il viaggio si conclude il 14 gennaio. All’aeroporto conosciamo casualmente una giovane coppia e passiamo diverse ore a chiacchierare: sono sposati da poco, lei di Varese, lui cinese semi-italianizzato. È un incontro piacevole che ci conferma quanto il mondo si vada globalizzando e culture molto diverse si armonizzano.
Immagine in evidenza: La ciclabile lungo il fiume Yong
(da Ruotalibera 166 – aprile-giugno 2020)