El canton del Bepo

Manutenché?

El canton del Bepo - Ruotalibera 154

La vita materiale è migliorata notevolmente dagli anni in cui sono nato io, che pure non ho vissuto le miserie della guerra. Ma ci sono dei buchi neri nell’organizzazione sociale che proprio non riesco a sopportare.

Un giorno di luglio, dovendo andare a Bovolone, ho pensato bene di percorrere la strada provinciale, anziché la Superstrada. Pensavo di rinverdire i ricordi della mia giovinezza, quando ero capace di fare anche due volte in un giorno Cerea-Verona e ritorno, con la vecchia cinquecento “La celestina”. Macché rinverdire il passato! Intanto la strada è irriconoscibile, tranne un brevissimo tratto, e poi mi è stato impossibile guardarmi attorno, a causa dello stato pietoso del manto stradale. E chiamarlo manto è veramente una parola grossa, dal momento che assomiglia più ad uno striminzito bikini traforato a caso.

Ormai tanti anni fa, quando andavo al lavoro in bicicletta, scrissi una lettera al quotidiano locale in cui elencavo le oltre duecento buche che dovevo affrontare tutti i giorni in otto chilometri. Adesso non sarei più in grado di farlo: la provinciale per la Bassa è un susseguirsi ininterrotto di “taconi” e di buche per chilometri e chilometri. E nello stesso stato o molto simile (buche, taconi, rami sporgenti, tombini dissestati, segnali storti o ribaltati) si trovano tante altre strutture viarie (piste ciclabili comprese) ed edifici pubblici. È solo una questione di soldi? No. Il fatto è che noi italiani abbiamo un male endemico che, nel caso dei preti, viene detto “mal de la piera”.

È notorio che tutti, o quasi, i parroci tendono a realizzare opere faraoniche, indebitando le parrocchie. Sindaco Sboarina, le do un consiglio gratuito: non faccia come i parroci, dedichi almeno metà del suo tempo alla manutenzione ordinaria. Sarà ricordato come un ottimo sindaco e mi adopererò personalmente perché sia eretta una statua in suo onore.

(da Ruotalibera 154 – agosto/ottobre 2017)

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Bepo Merlin

Giuseppe Merlin, per tutti Bepo, ciclista urbano e appassionato cicloturista, va in bici da sempre, ma più convintamente da quando, a seguito del primo infarto, il medico gli ha detto di essere in debito della vita nei confronti della sua due ruote. Da allora si spende senza risparmio per la promozione della ciclabilità, in veste di socio-attivo e animatore di uscite e serate culturali. È stato anche Direttore di FIAB nazionale (succedendo all'indimenticato Gigi Riccardi e prima dell'attuale Francesco Baroncini), lasciando di sè un bellissimo ricordo in tutti coloro che hanno avuto il piacere di incontrarlo e conoscerlo, durante una delle sue molte "visite pastorali" in giro per le varie associazioni d'Italia. Tuttora collabora con FIAB Verona in mille forme e con mille strumenti, tra i quali spicca la penna, la sua "arma segreta", che Bepo maneggia con destrezza e rara efficacia. Chiunque legga i suoi scritti, infatti, non può non apprezzarne l'onestà intellettuale e la lucidità di analisi. Da tempo immemorabile tiene la sua personale rubrica "El cantòn del Bepo" nell'ultima pagina della rivista Ruotalibera, di cui è stato per anni capo redattore, riorganizzandola nella veste e nei contenuti così come la vediamo oggi. È stato anche tra i promotori e forti sostenitori della rivista nazionale BC, importante mezzo di comunicazione per le associazioni FIAB italiane e indispensabile organo di diffusione del miglior "ciclopensiero".
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