Leoni da tastiera
Chi bazzica ultimamente sui social si sarà accorto che le biciclette sono diventate il bersaglio di chi considera solo la mobilità in auto privata ed imputa ai ciclisti i problemi di traffico delle città. Fateci caso: ogni volta che sui social viene presentato un articolo di cronaca riguardante l’investimento di un ciclista si moltiplicano commenti che trasudano livore e odio da parte di chi considera la vita di chi pedala meno di niente. Purtroppo, i mass media hanno sdoganato l’odio verso i ciclisti, dando all’opinione pubblica una visione parziale e distorta della realtà. La politica, ovviamente, non può stare in disparte e deve tradurre questa rabbia in consensi. Per questo motivo stanno sempre di più nascendo partiti dichiaratamente anticiclabili, ma soprattutto anticiclisti. Divieti assurdi, noncuranza e riduzione delle piste ciclabili sono le conseguenze tangibili di questo clima che incombe sulla mobilità sostenibile.
Nonostante certe dichiarazioni e atteggiamenti quotidiani sui social possano far cadere le braccia anche al più incallito sostenitore del bike to work, sono convinto che esista un rimedio per contrastare tutto ciò. Riflettiamoci, ormai l’internet raccoglie la cultura generale e per questo bisogna confrontarsi nello stesso campo. Inoltre, proprio perché le “cattive notizie” circolano più facilmente rispetto alle “buone”, dobbiamo prenderci tutti insieme un impegno giornaliero, convinti che ogni piccolo gesto valga: condividiamo e rilanciamo la cultura e la positività che la bici porta con sé al prossimo a partire dalle varie pagine di FIAB e delle associazioni nostre amiche!
(da Ruotalibera 164 – ottobre-dicembre 2019)
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