Stamattina a poche centinaia di metri da casa, pedalando sulla ciclabile di Via Fornace, ho incontrato un giovane cicloviaggiatore. Abbiamo incrociato gli sguardi e, istintivamente, ci siamo fermati entrambi. L’ho salutato e gli ho chiesto da dove provenisse e il percorso del suo viaggio. Il giovane ragazzo era tedesco e, dopo aver attraversato le Alpi, attraversato Friuli e Veneto era poi giunto in Romagna. Era diretto verso Lugo, le colline riolesi e casolane e poi l’Appennino per raggiungere la Toscana Mi ha chiesto dove poteva trovare una fontana e un po’ di consigli sul percorso. L’ho poi salutato augurandogli buona strada e buon viaggio, e lui ha risposto con un grazie e un sorriso che solo chi viaggia in bici e incontra persone del luogo, disposte a scambiare due chiacchiere, può capire.
È stato un incontro veramente piacevole, per me è stato come tornare indietro di qualche settimana, quando ero io ad essere al posto del giovane ciclista tedesco, quando ero io, in giro per l’Europa a trovare nelle soste a bordo strada, nei piccoli paesi, fuori dai supermercati o nei campeggi, persone disposte a scambiare due chiacchiere con me.
In un viaggio questi momenti risultano essere tra i più importanti, danno morale e rimarranno tra i ricordi più significativi. Un viaggio in solitaria paradossalmente è il modo migliore per conoscere altre persone e, questi incontri, spesso anche molto brevi, sono in realtà il vero valore aggiunto di un lungo viaggio in bici.
Incontri particolari e significativi in un viaggio come il mio, durato 106 giorni e lungo oltre 10.000 chilometri, sono stati davvero innumerevoli. Come quel pomeriggio a Bergsjo, in Svezia, quando mi fermai a bordo strada a consultare la carta stradale per cercare un posto dove trascorrere la notte in tenda, una delle 80 notti trascorse in tenda durante il viaggio. Mentre consultavo la cartina, mi avvicinò un signore che mi salutò e mi chiese quale fosse la mia meta, o almeno questo fu quello che intuìi in quanto si rivolse a me in svedese. Gli risposi in inglese dicendo a lui che non conoscevo lo svedese. Lui iniziò a parlare in svedese e io, dopo un po’, tornai a dirgli che lo svedese non lo capivo e non lo parlavo, ma lui, con un sorriso e una pacca sulla spalla, continuò il suo monologo in lingua madre. Lo ascoltai per diversi minuti e, pur essendo una situazione piuttosto surreale, fu una occasione molto simpatica, che ancora oggi ricordo molto volentieri ridendoci su. O come quando in un campeggio sperduto sulle vette delle montagne nei pressi di Dombas in Norvegia conobbi una famiglia norvegese che alloggiava in un bungalow: il signore più anziano, incuriosito dalla mia bici e dalla mia piccola tenda, mi offrì una birra e iniziò a farmi molte domande sul viaggio. Lui era un ex militare graduato d’istanza a Lakselv, nel Finnmark, regione all’estremo nord della Norvegia a poche centinaia di chilometri da Nordkapp. Quando gli dissi che ero passato da Lakselv e gli descrissi il mio passaggio davanti alla “sua” caserma, ricordandolo nel dettaglio, a lui vennero gli occhi lucidi e fu stupito dai dettagli che ricordavo del mio viaggio.
Incontri che lasciano il segno, e occhi lucidi che più di una volta sono venuti anche a me. Sicuramente come quella sera nel campeggio di Eschwege in Germania, al ritorno, dopo oltre 3 mesi di viaggio. Dopo una doccia rientrai in tenda e vidi arrivare due ragazzine con il padre (una famiglia di camperisti tedeschi piazzati vicino alla mia tenda) che mi portavano un piatto di pasta, offrendomi di fatto la cena ma, in realtà, quella sera quel piccolo ma prezioso gesto fu molto più di un pasto, offerto da persone veramente speciali. Quel gesto tanto semplice, quanto prezioso, gli occhi lucidi non c’è dubbio me li fece proprio venire.
Potrei continuare, perché ogni giorno ho avuto la fortuna di incontrare persone, di trovare solidarietà e disponibilità e a volte conforto.
E, tornando all’incontro di questa mattina, credo di aver lasciato anch’io un piccolo segno nella vita di quel ragazzo.
Io, per un attimo, mi sono sentito di nuovo viaggiatore. Anche per me sarà un incontro che ricorderò con piacere seppur a poche centinaia di metri da casa. Il bello della bici e del viaggiare in solitaria, è anche e soprattutto questo.
Viaggiare in bici regala emozioni ogni giorno, anche quando pedali nel quotidiano per andare al lavoro o per andare in centro a fare spesa, perché in fondo chi pedala ogni giorno non smette mai di viaggiare e di sognare.
di Mirko “Ganz” Caravita
(foto in evidenza: Trondheim – Norvegia)
(da Ruotalibera 165 – gennaio-marzo 2020)
IL PERSONAGGIO
Mirko, romagnolo di Fusignano (RA) ha 42 anni e lavora in un supermercato della sua zona. Scoperta la bicicletta fin da ragazzino, come era facile che accadesse, in una regione dove la bicicletta non è mai stata abbandonata, se ne è innamorato a tal punto da farla diventare il suo unico mezzo di trasporto. Va da sé che della bicicletta è diventato un grande sostenitore, tanto da diventare l’apostolo della mobilità sostenibile a Fusignano e da fondare una associazione “Ruota libera Fusignano”. Come è accaduto a molti di noi, dalla pratica quotidiana al cicloturismo il passo è stato inevitabile. Ma Mirko non è un uomo qualsiasi, e se io ho iniziato i miei viaggi in bici andando a Roma in compagnia, lui ha pensato bene di cominciare con l’andata e ritorno da Fusignano a Capo Nord in solitaria. Ho avuto l’onore e il piacere di seguirlo, lo scorso anno, grazie ai post quotidiani che scriveva sul suo profilo Facebook a commento di splendide foto. Ho avuto anche l’onore di finire sul manifesto con le foto di tutti i suoi sostenitori, regalatogli da una amica al termine dell’impresa. Un’impresa di cui potete leggere i numeri nel riquadro nella pagina accanto. Se, poi, vorrete saperne di più, potrete rivivere la sua avventura sulla pagina Facebook Dalla-Romagna-a-Capo-Nord-e-ritorno, mentre se siete interessati di più a Mirko ciclista quotidiano e ai suoi gustosi post, li potrete leggere sempre su Facebook sul suo profilo personale Mirko Ganz Caravita.
di Bepo Merlin
Fusignano – Nordkapp – Fusignano
UN PO’ DI NUMERI
- 9718 chilometri totali percorsi
- 106 giorni totali di viaggio
- 95 giornate pedalate
- 11 giornate di riposo
- 79 notti in tenda
- 151 chilometri la tappa più lunga
- 102,29 media chilometri al giorno
- 3 forature
- 4713 chilometri percorsi all’andata
- 5005 chilometri percorsi al ritorno
- 3 capitali attraversate e visitate: Copenhagen, Stoccolma, Oslo.
- 8 nazioni toccate: Italia, Austria, Germania, Danimarca, Svezia, Finlandia, Norvegia, Svizzera (10 km)
- infinite le emozioni che ho provato…