Il “tappo urbano” e i progressi in Provincia e in Regione
Nell’ultimo Punto avevamo espresso l’auspicio che la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale agli inizi di ottobre del PGMC (Piano Generale della Mobilità Ciclistica) avrebbe convinto gli uffici tecnici comunali ad applicare – pur nelle more dell’apparizione di alcuni regolamenti attuativi – le novità normative introdotte nel Codice della Strada a settembre 2020 di cui la mobilità cittadina ha un grande bisogno per andare verso un futuro più sostenibile: pensiamo alle case avanzate, alle strade scolastiche ma soprattutto a quella che più di tutte farebbe fare un salto di qualità all’uso urbano della bicicletta, il doppio senso ciclabile.
La situazione invece è ancora di stasi, non solo a Verona ma in buona parte delle città italiane. Per queste novità bisognerà continuare a lavorare sulle perplessità delle amministrazioni ma anche del cittadino medio, che reagiscono con diffidenza a una questione che nonostante il pluridecennale esempio internazionale ancora non capiscono. Di fronte a questo “tappo urbano”, per cercare qualche buona notizia stavolta è meglio pensare a varie novità che stanno maturando attorno a noi, in Provincia e in Regione: eccone alcune.
San Bonifacio, Soave e Monteforte d’Alpone: la nascita di una rete. Tre comuni vicini ma lontani, un paio di km l’uno dall’altro ma in mezzo l’autostrada e la statale. Finalmente però tra essi sta prendendo forma la rete di itinerari ciclopedonali ipotizzata già 15 anni fa lungo i fiumi e i binari dismessi: così tra Soave e San Bonifacio apparirà tra circa un anno una pista sull’argine del Tramigna, mentre tra Monteforte e San Bonifacio si sta puntando sia a una messa in sicurezza della SP17 che al recupero del sedime dismesso della ex tramvia. In vista anche una sistemazione arginale del Chiampo per congiungersi con la splendida pista ciclabile realizzata l’anno scorso dal comune vicentino di Gambellara fino al confine provinciale.
Verona e San Martino Buon Albergo: finalmente un collegamento ciclabile. Ne parliamo nell’articolo all’interno: grazie al prossimo completamento dei lavori nella proprietà dell’azienda AIA e a fianco della ex SS11 a cura del comune di San Martino, sarà presto disponibile un percorso ciclopedonale in sicurezza tra i due comuni utile per la mobilità quotidiana e non solo.
La ex ferrovia Treviso-Ostiglia entra in territorio veronese. Con una cerimonia alla vecchia stazione di Sossano sono partiti in novembre i lavori di recupero del sedime della celebre ex ferrovia nel lungo tratto tra Montegaldella e Cologna Veneta: salvo imprevisti, dunque, entro il 2023 la pista dell’”Ostiglia” arriverà a Cologna. Inoltre, poiché anche il restante tratto veronese fino a Casaleone e il breve tratto lombardo sono già stati finanziati, è ipotizzabile che entro il 2024 il recupero sarà completo e si potrà pedalare in sicurezza e agio fino a Ostiglia.
La ciclovia della Destra Adige avanza anche in provincia di Rovigo. Chi conosce la Destra Adige sa che la bella pista ciclabile asfaltata del tratto veronese termina bruscamente al confine provinciale di Castagnaro, diventando una carrareccia di campagna: ebbene, non è più così. Sono finalmente iniziati nei mesi scorsi i lavori di sistemazione della pista anche in provincia di Rovigo, con cantieri attualmente attivi nei comuni di Badia Polesine e Rovigo ma presto anche negli altri fino a San Martino di Venezze, circa 10 km dopo il capoluogo e 40 km prima della foce di Rosolina Mare.
(da Ruotalibera 177 – gennaio-marzo 2023)