Il risveglio di questa domenica 10 febbraio è decisamente uggioso. Lasciamo perdere l’idea di una lunga pedalata o di una camminata in montagna. Però possiamo almeno tener fede all’impegno di votare per il carnevale a San Zeno! Se ci andiamo in bici sul lungadige chiuso al traffico (tanto più che oggi è uno dei Mobility Day) potremmo pure assumere la nostra dose minima quotidiana di sport raccomandata dall’Oms. E se poi ci andassimo mascherati con il gruppo degli adibì si potrebbe anche risollevare l’umore della giornata. Si accende un dibattito interiore e un profondo dialogo di coppia: “Ma dai, io sono una persona seria”. “Ma su, è carnevale, che te ne importa?”. “Sì, ma un po’ mi vergogno, e poi cosa ci mettiamo?”. “Troveremo pur qualcosa nello scatolone “travestimenti” delle figlie!” “Vabbè, vediamo…”. Saltano fuori un costume da strega e uno da lupo metallaro. Li proviamo, ma non c’è più tempo per le indecisioni, bisogna correre, perché gli adibì sono maledettamente puntuali! Così alle 10 in punto, ansimanti, siamo davanti alla sede. Inizia a piovigginare ma un pazzo con uno scolapasta in testa accompagnato da gentil signora in maschera stile veneziano (entrambi con casacca FIAB d’ordinanza e mega scarpe da clown) stanno già attaccando le vele FIAB alla bici. Dietro c’è Zorro. Alle 10,30 in piazza Bra la pioggia è più forte ma non trattiene altri coraggiosi, tra cui una donna polinesiana, un pierrot rosso e una carcerata con classica divisa a righe, che oggi deve avere avuto un permesso speciale per portare in bici i suoi due bellissimi bambini.
Si parte: giriamo per la città strappando il sorriso dei passanti. In attesa del Suo arrivo ci ripariamo mezz’ora in Arsenale, al Centro del Riuso. E alle 11,30… eccolo, è proprio Lui, e in bici! Non possiamo resistere alla tentazione di farci una serie di foto accanto al Papà del Gnoco anche se possiamo intuire che sia stremato dalle tante uscite (circa 400 quest’anno!) e dalle migliaia di scatti in posa fra sconosciuti: forse non vedrà l’ora di lasciare forchettone e gnoco in pugno a qualcun altro. Già, ma a chi? Quest’anno la competizione è particolarmente accesa e stampa locale e social ne hanno parlato a lungo: la contesa fra Franz e Fox si è riempita di significati ben più profondi del solito, quasi fosse davvero una battaglia tra difesa della tradizione e tutela dei diritti civili. Non a caso anche noi siamo venuti qui in piazza San Zeno, fra migliaia di veronesi, in una sarabanda di megafoni urlanti “Vota n.1”, “Vota n. 2”, chioschi di gnocchi e tortellini, musica a tutto volume, consiglieri comunali, maschere e drag queens. Molti dicono di non aver mai visto una tale ressa per le elezioni di Carnevale, e già questa, dirà poi Fox alla stampa, è una vittoria.
Il nostro valoroso gruppo si scioglie. Non resta che mettersi in coda per il fatidico voto. Ma scopriamo increduli che la coda non ha praticamente fine. Quando ne giungiamo a capo, calcoliamo che servirà almeno un’ora e mezza per arrivare alle urne, mentre tra un’ora il seggio chiuderà. Ci arrendiamo e pedaliamo verso casa delusi, ma anche contenti. Non solo per la nostra piccola follia ma anche perché per una volta, in questa Verona troppo spesso lacerata da contrapposizioni violente, non sono volate minacce ma solo coriandoli. Vincerà Franz, ma ha dichiarato che sarebbe contento di avere la collaborazione di Fox. Forse proprio il carnevale di Verona potrebbe dimostrare che tradizione, lotta ai pregiudizi e tutela dei diritti civili possono andare a braccetto.
di Donatella Miotto e Luciano Butti
foto di Guido Crivellari