Ecopedalata FIAB e Plastic Free per l’ambiente
Che mondo lasceremo ai nostri figli? Questa è la domanda che ci facevamo qualche sera fa con un’amica, mamma di un bambino di 11 anni, mentre si parlava delle brutte cose che stanno accadendo in questi ultimi tempi. Pandemie, guerre, cambiamenti climatici sono eventi che per noi persone comuni sono difficili da comprendere e metabolizzare, e contro i quali facciamo fatica a trovare ragioni e risposte.
Una delle poche cose che rimane nelle nostre possibilità, e che possiamo concretamente fare, è prenderci cura della piccola porzione di mondo con cui siamo a contatto.
Prenderci cura di chi scappa da una guerra, di chi sta male, di chi ha difficoltà economiche, ma anche prenderci cura dell’ambiente in cui viviamo cercando di mantenere le città belle e pulite, promuovendo la mobilità ecologica e lottando per un’energia pulita.
Questa è stata la bussola che ha guidato FIAB e Plastic Free nell’organizzazione della “ecopedalata” che si è svolta domenica 13 marzo lungo le piste ciclabili della città e delle zone limitrofe.
Con un gruppo di una ventina di volontari siamo partiti da piazza San Zeno e, dopo aver attraversato il Centro, abbiamo fatto una prima tappa nel parco davanti al Cimitero Monumentale e sotto le vicine mura dove abbiamo iniziato la nostra opera riempiendo alcuni sacchi di plastica, carta, lattine, vetro e rifiuti vari abbandonati su prati e marciapiedi senza alcuna remora. Poi siamo ripartiti in direzione Montorio, ma arrivati al piccolo parcheggio e al piccolo spazio verde accanto Porta Vescovo, ci siamo trovati di fronte ad una situazione di sporcizia tale che ci siamo sentiti costretti a fare una nuova sosta e a riempire altri sacchi. È stato molto utile avere con noi un volontario con un carrellino a rimorchio della bici, dove abbiamo potuto depositare il raccolto. Dopo questa sosta siamo ripartiti, decisi a fare il percorso diretto senza più soste fino all’incontro previsto con il gruppo di volontari Plastic Free che stava ripulendo la zona vicina agli orti comunali di Via Mattaranetta, dove si trovano accumuli di rifiuti di proporzioni enormi, che meriterebbero, oltre all’attenzione dei volontari, anche quella degli enti preposti e di chi deve vigilare che luoghi così non vengano usati come discariche da cittadini con un senso della civiltà a dir poco insufficiente.
Non abbiamo però visto solo immondizia e brutture, la pedalata ci ha fatto conoscere anche scorci ameni e bellezze nascoste e poco note della nostra città, come il tempio di Giove Lustrale, monumento romano sotto gli occhi di tutti ma mai valorizzato come merita; la piana di via Ponte Verde sotto il castello di Montorio; le risorgive; la splendida passeggiata tra le fosse Zenobria e Murara tra Montorio e San Martino, dove è possibile avvistare gli aironi cinerini; l’atmosfera del Boschetto, ambiente fluviale naturalistico a due passi dal centro della città, per poi concludere sotto la Basilica di San Zeno, uno dei simboli e orgoglio della nostra città.
Una mezza giornata in cui non solo abbiamo visto che è possibile prendersi cura di un pezzetto di mondo cercando di renderlo più bello, ma abbiamo anche condiviso la conoscenza e la vista di luoghi che con la loro bellezza consolano l’anima.
Perché il mondo che lasceremo ai nostri figli, per essere migliore di quello in cui stiamo vivendo in questi tempi, ha bisogno anche di questo: piccoli gesti che contribuiscono a migliorare la serenità delle persone e la bellezza dei luoghi in cui viviamo.
di Franco Zanella
(da Ruotalibera 174 – aprile-giugno 2022)