Due ruote invernali
Da quando il mio cardiologo mi ha impedito di usare la bicicletta nel periodo invernale, nonostante cerchi di supplire facendo delle discrete passeggiate, mi prende la nostalgia del bel tempo passato, quando andavo al lavoro con qualsiasi clima.
Adesso mi limito a invidiare i ciclisti che vedo passare davanti a casa mia o che incrocio in ciclopedonale mentre cammino. Seguo con ammirazione anche gli amici che, come il veronese Carlo Valentino o il romagnolo Mirko Ganz, postano spavaldamente i loro viaggi quotidiani verso il lavoro, con il sole e con la pioggia, con la nebbia e con la neve. A me non resta che mettere un bel like.
Eppure ne ho combinate di belle anch’io a suo tempo, andando al lavoro, ogni giorno di ogni stagione, lottando contro il traffico (senza ciclabili) e contro il meteo.
E stavo male quando proprio non potevo usare la bicicletta, come un drogato in astinenza.
Ma devo confidarvi che sono stato più fortunato che bravo. Se è vero che l’uso quotidiano della bici mi ha permesso di superare brillantemente due infarti, è altrettanto vero che solo una smisurata fortuna mi ha impedito di finire sotto le ruote o sul cofano di qualche auto o autobus o camion.
L’oscurità invernale, aumentata dalla nebbia e il vestiario rigorosamente scuro, mi rendevano pressoché invisibile ai mezzi a motore che mi superavano facendomi il pelo. Solo le luci, sempre in ordine, mi assicuravano una minima visibilità.
Voi non fate come me: vestitevi in maniera adeguata alla stagione, ma rendetevi visibili più che potete, con una fanaleria potente e sempre efficiente e con il giubbino retroriflettente.
E ricordate sempre che, per chi vuole andare in bicicletta, non esiste il cattivo tempo ma solo un cattivo equipaggiamento.
Buon 2022, in bicicletta!
(da Ruotalibera 173 – gennaio-marzo 2022)
Immagine in evidenza di Monika Rosenbaum da Pixabay