Racconti di viaggio

Da Tarvisio a Grado, diario di una ciclovacanza fai da te

Dopo Aquileia si inizia a sentire l’odore del mare. Subito è solo una sensazione, poi, man mano che passano i metri, diventa un’atmosfera che promette calore, sale sulla pelle, sudore e sabbia nel costume. Gli ultimi colpi di pedale li diamo in un doppio stato di grazia: la soddisfazione di avere completato anche stavolta il nostro percorso e la prospettiva di trascorrere due giorni di relax di fronte al mare nella Pineta di Grado.

Siamo di nuovo noi, i ciclovacanzieri fai-da-te della Verona-Bressanone dello scorso anno, ma se possibile ancor più allo sbaraglio, con la partenza in forse fino a pochi giorni prima del via, qualche acciacco in più, qualche allenamento in meno e le bici sistemate in fretta.

Però soprattutto con un percorso scelto all’ultimo momento, da Tarvisio a Grado, sicuramente affascinante ma di cui sappiamo veramente poco, per cui partiamo per questa avventura con lo spirito combattuto e la sensazione che vedremo luoghi e paesaggi molto belli ma a costo di imprevisti e tribolazioni.

28 giugno 2021 – Viaggio di avvicinamento

Così ci tocca iniziare con un giorno di organizzazione logistica: trasferimento a Tarvisio, scarico della truppa e di tutto il necessario, corsa a Udine per parcheggiare le auto che ritroveremo più avanti e ritorno a Tarvisio in treno. In totale più di otto ore di viaggio. Un po’ di tempo però ci rimane e lo impieghiamo facendo un’escursione ai laghi di Fusine con gita in barca sullo specchio d’acqua color smeraldo godendoci una deliziosa cena in riva al torrente.

29 giugno 2021 – Fusine – Moggio Udinese (km 57)

Il giorno successivo, la colazione in giardino nello scenario della foresta millenaria di Tarvisio ci dà la sveglia e la carica per la nostra prima giornata di viaggio, anche se iniziamo la nostra discesa verso il mare con una salita. Per quanto dolce, il dislivello di 100 metri tra Tarvisio e Camporosso, spartiacque tra Adriatico e Mar Nero, si fa sentire nelle nostre gambe poco allenate. Raggiunto lo scollinamento però la pista, già bella, diventa piacevolissima. Il primo tratto italiano della ciclovia Alpe-Adria, che nella sua totalità unisce Salisburgo a Grado, è ricavato nella sede della ex ferrovia. Il fondo è perfetto, le indicazioni precise e il percorso bellissimo. Si passa tra boschi, prati, anse di valli, vecchie stazioni riadattate a ristori e paesini arroccati ai pendii. Ecco: in uno di questi faccio una personale divagazione a caccia di ricordi. La “Caserma Medaglia d’Oro Alpino D’Incau Solideo” di Ugovizza è ancora l’edificio più imponente del paese, ma il contesto è così cambiato che i ricordi che cerco rimangono rintanati e non vogliono uscire. Il cortile della caserma funge ora da isola ecologica e il grigio e quasi diroccato paese cristallizzato nella mia memoria è ora una ridente e colorata località turistica. Non affiora alcuna traccia delle durezze, delle fatiche, delle condivisioni e delle soddisfazioni vissute lì e, come un viaggiatore sceso alla stazione sbagliata, rimango per qualche minuto a guardarmi intorno spaesato.

Alla fine, per non ripartire proprio a mani vuote, mi ritrovo a farmi una brutta foto in posa regolamentare nella guardiola davanti al portone, sottolineando involontariamente ancora di più quanto sia inutile cercare tracce che tutto il contesto vuole cancellare.

Alla ripartenza la discesa della ciclabile riprende bella, varia ed entusiasmante come e più di prima, con ponti, viadotti e gallerie da ferrovia di montagna del secolo scorso, e noi approfittiamo del percorso anche per cercare refrigerio nelle acque del fiume Fella e sotto la cascata di Cadramazzo. In mezzo ci concediamo un pranzo al sacco con l’ottimo pane e gli ottimi salumi e formaggi locali seduti su una panchina sotto un grande tiglio nel centro di Pontebba, a pochi metri da quello che fu il confine tra l’Impero Austriaco e il Regno d’Italia. E alla fine, come siamo partiti, concludiamo la nostra discesa con una salita, al termine della quale troviamo la piazza di Moggio Udinese dove c’è l’albergo prenotato, che indubbiamente non è ameno come quello del giorno prima, e anche la cena nella vicina locanda si rivela meno suggestiva e appetitosa della precedente, ma dopo quasi 60 km ci facciamo bastare tutto quanto.

30 giugno 2021 – Moggio – Venzone (km 20)

L’albergo, dicevamo, si trova nella piazza di Moggio Udinese, ma non è da solo. A pochi metri da lì ci sta infatti anche la chiesa col suo bel campanile che alle sette in punto si esibisce in una scampanata tanto potente quanto lunga per assicurarsi che nessuno, per quanto abbia il sonno pesante, rimanga addormentato. E anche noi, per quanto provati dalla pedalata di ieri e con il sonno in modalità vacanziera, non possiamo esimerci dall’obbedire con qualche mugugno a questa perentoria sveglia.

Tutti in piedi quindi, colazione, preparativi e via verso Venzone, la nostra prossima destinazione. Tappa corta, ma con qualche imprevisto. Poco dopo la stazione di Moggio la ciclabile si interrompe e i cicloturisti vengono deviati sulla statale. A noi però l’idea di pedalare in mezzo al traffico non piace per niente quindi, dopo i consigli di due cicloturisti tedeschi che compiono il nostro percorso a ritroso e dopo un breve consulto, decidiamo per una via alternativa: c’è una strada secondaria, sterrata per più di metà e parzialmente chiusa al traffico per lavori, che costeggia la riva destra del Fella fino al ponte di Carnia. Il profilo presenta una serie di dolci saliscendi e ci guida alla scoperta di angoli di pace con ruscelli, cascate e piscine naturali che la gente del posto usa come spiagge per rinfrescarsi, prendere il sole e perfino per tuffarsi dalle rocce.

Un brivido ci coglie al momento di dover attraversare il trafficato ponte di Carnia, ma una rigorosa fila indiana e una buona dose di cautela ci permette di raggiungere la riva sinistra del fiume senza problemi. Siamo nel punto dove il Fella e il Tagliamento si congiungono e qui la ciclovia alterna tratti di statale non evitabili a tratti su strade secondarie. Una di queste strade secondarie passa per il vecchio paese di Portis e ci fa vivere un’esperienza particolare.

Portis si trova a poca distanza dall’epicentro dei due terremoti che nel maggio e nel settembre del 1976 devastarono questa parte di Friuli. Gli ingenti danni, ma soprattutto la posizione dell’abitato costantemente minacciato dalle frane che si erano staccate dal monte sovrastante, convinsero le autorità e la popolazione a ricostruire il paese a qualche centinaia di metri di distanza dal sito originario. Fu così che gli edifici danneggiati rimasero per anni nello stato lasciato dal terremoto, compresi gli arredamenti e gli oggetti contenuti. Per noi militari di leva degli anni Ottanta era uno dei pochi diversivi che offriva la zona e ogni tanto ci avventuravamo alla scoperta di questo “paese fantasma”. Oggi nel vecchio abitato di Portis si trova un’installazione dell’università di Udine che, in collaborazione con altri enti, monitora l’attività sismica della zona e offre un percorso guidato tra edifici rimasti, tracce di edifici mancanti e altri ancora risanati con tecniche sperimentali.

E arriviamo a Venzone e, dopo aver sistemato i bagagli e preso possesso delle camere nell’agriturismo prenotato, inforchiamo nuovamente le bici per visitare il borgo e pranzare. Venzone è stato eletto “Borgo dei Borghi” nel 2017 ed è veramente un luogo suggestivo. I vicoli, le piazze, le mura, il duomo e tutto l’impianto medievale ben conservato non nascondono comunque la storia recente. Parliamo ancora del terremoto del 1976: come i paesi vicini anche Venzone ha subito una pesante distruzione, ma qui, vista la particolarità, la ricostruzione è stata attentissima. Ricordo ancora (sono sempre i miei ricordi di alpino degli anni Ottanta) le enormi distese di pietre identificate se possibile una per una con l’aiuto di vecchie fotografie, quindi raccolte, catalogate e numerate per essere risistemate al loro posto originale durante la ricostruzione. Uno sforzo immenso che però ha permesso di restituire al borgo il fascino originale, aumentato dalla percezione della passione messa nella ricostruzione.

Dopo la visita torniamo all’agriturismo e qui una parte del gruppo rimane per un pomeriggio di relax campagnolo, mentre l’altra, non paga della pedalata mattutina, ne approfitta per salire le rampe del monte San Simeone toccando i paesi di Bordano e Interneppo. In questi due paesi è diffusa l’usanza di decorare le case con bei murales principalmente con soggetti di farfalle, tanto che Bordano è conosciuto proprio come “il paese delle Farfalle”. Arrivati a Interneppo, da dove si gode una bella vista sul Lago dei Tre Comuni, giriamo le bici e rientriamo, ma negli ultimi chilometri facciamo in tempo a goderci il brivido di una improvvisa tempesta di vento. Arriviamo giusto in tempo per evitare il temporale e per un’ottima cena, durante la quale veniamo sorpresi da un meraviglioso arcobaleno.

1 luglio 2021 – Venzone – Udine (km 69)

Al mattino l’aria è pulita e frizzante, il temporale di ieri sera ha spazzato via l’umidità, il cielo è azzurrissimo e le montagne circostanti sembrano vicinissime. Partiamo per Udine oggi, tappa lunga ma, pensiamo noi, pianeggiante attraverso la campagna. Attraversiamo il Tagliamento e iniziamo a scendere lungo la sua riva destra per una strada piacevole che attraversa un bosco e sbuca nei pressi di un ponte dove riattraversiamo il fiume e ci gettiamo nella pianura verso Osoppo prima e Gemona poi, passando per una campagna sempre varia e ordinata lungo stradine frequentate quasi esclusivamente da ciclisti e trattori.

Verso l’ora di pranzo ci spostiamo in direzione sud-est verso le prime colline e raggiungiamo il centro di Buia dove troviamo una solitaria e assolata piazzetta in cui consumare i panini comprati la mattina e un baretto per un caffè. I chilometri fatti fin qui sono già quasi trenta, ma sappiamo che oggi la tappa sarà lunga, quindi ci rimettiamo presto in sella. Quello che non sappiamo invece è che da qui in avanti il profilo altimetrico cambia e inizia un saliscendi con rampe talvolta molto accentuate. Il paesaggio è stupendo, una delle più belle campagne in cui abbiamo pedalato: un territorio molto curato con coltivazioni varie e piccoli borghi. La bellezza dei luoghi però non compensa la fatica e ci troviamo più di una volta a dover spingere le bici per superare gli ultimi metri di qualche ascesa.

Dopo l’ultima di queste, iniziamo una discesa che in breve tempo ci porta ad attraversare i paesotti della cintura periferica di Udine. Qui il percorso, tra zone artigianali e residenziali, perde bellezza e noi, complici gli ormai cinquanta chilometri che abbiamo nelle gambe, iniziamo a perdere entusiasmo. Avvicinandoci a Udine però lo scenario cambia ancora: iniziamo a passare per parchi fluviali, giardini pubblici e zone liberty fino a raggiungere il centro di Udine che, elegante e sontuoso, si sta preparando per una vivace serate con musica e movida. Dopo la centralissima Piazza della Libertà diamo gli ultimi colpi di pedale per raggiungere le nostre camere, nell’agriturismo dove troviamo anche le macchine parcheggiate lì qualche giorno prima. I nostri ospiti ci accolgono con un aperitivo, e dopo esserci sistemati in camera, approfittiamo del fatto di essere motorizzati e torniamo in centro per una buona pizza ed un giretto turistico.

2 luglio 2021 – Udine – Grado (km 62)

Ci svegliamo rilassati stamattina, e il nostro premuroso ospite ci fa trovare una ricca colazione che aumenta il nostro buonumore. Mentre ci prepariamo e prepariamo i bagagli si concretizza una decisione che aleggia dalle prime rampe di ieri: metà della truppa decide di completare il percorso in auto. Le salite inaspettate e il caldo hanno lasciato il segno, e l’idea di portare le macchine già oggi a Grado senza dover tornare l’indomani in autobus a riprenderle fa comodo un po’ a tutti.

Così senza particolari ripensamenti, mentre chi non vuole rinunciare alla soddisfazione di completare la fatica parte, metà del gruppo carica le bici sulle macchine e parte per precederci a Grado. Il paesaggio intanto cambia ancora: siamo decisamente in una pianeggiante campagna padana, con coltivazioni di cereali, irrigazione a canali, case coloniche con ampie barchesse e saltuariamente borghi, paesi e cittadine dalla bellezza sorprendente. Tra questi spiccano Palmanova dalla affascinante architettura, Strassoldo con i suoi canali, il suo mulino a ruota e il suo castello e Aquileia con il suo inestimabile parco archeologico. In questo tappa ci rendiamo anche conto della corona di montagne che ci ha accompagnato per tutto il tragitto. Da Tarvisio fino alla meta, complice un meteo sempre benevolo, ci è bastato alzare gli occhi per godere della vista delle Alpi, che, dalle Dolomiti Carniche alle montagne del Carso che arrivano al mare, hanno vegliato su di noi.

E dopo Aquileia, come accennato all’inizio, è tutta una promessa di mare, di spiaggia e di sole, che raggiunge il suo apice pedalando lungo la diga che taglia la laguna e conduce a Grado, il nostro traguardo e un meritato riposo.

Alla prossima!

SCHEDA TECNICA (tappe, pasti, sistemazioni…)

  • 28 giugno 2021 – Viaggio di avvicinamento
    Verona – Tarvisio 330 km
    Tarvisio – Udine 105 km
    Udine – Tarvisio (treno)
    Cena: Locanda Mandi (Fusine)
    Pernottamento: Albergo al Sole (Fusine)
  • 29 giugno 2021 – Fusine – Moggio Udinese (km 57)
    Cena: Locanda San Gallo (Moggio)
    Pernottamento: Albergo Leon Bianco (Moggio)
  • 30 giugno 2021 – Moggio – Venzone (km 20)
    Supplemento giro al Lago dei tre Comuni km 16
    Cena e pernottamento: Agriturismo Casali Scjs (Venzone)
  • 1 luglio 2021 – Venzone – Udine (km 69)
    Cena: Pizzeria Concordia (Udine)
    Pernottamento: Affittacamere Maria Stella (Udine)
  • 2 luglio 2021 – Udine – Grado (km 62)
    Cena: Pasta alla carbonara in campeggio
    Pernottamento: Camping Pineta (Grado)

di Franco Zanella

(da Ruotalibera 172 – ottobre-dicembre 2021)


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Redazione Ruotalibera

La nostra pubblicazione principale è il quadrimestrale Ruotalibera, che da sempre arriva regolarmente nelle case di tutti i soci, e che illustra la vita e le proposte dell’associazione. Dal 2019 tutti gli articoli della rivista cartacea sono riportati anche online sul sito web, per consentire una miglior indicizzazione e diffusione dei contenuti. Buona lettura!
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